Mesagne. Il discorso del sindaco Matarrelli in occasione della festa del Carmine
Reverendo Vicario Foraneo, Reverendo Arciprete,
Reverendi Padri Carmelitani,
Parroci e clero tutto, Autorità civili e militari, carissimi concittadini presenti e in ascolto,
ci ritroviamo in questa piazza a vivere insieme i giorni della festa con la medesima gioia di sempre.
Il momento della consegna delle chiavi della città alla Protettrice celebra un sentimento profondamente radicato nei mesagnesi, tanto in coloro che vivono quotidianamente la città, quanto in chi è lontano, magari da anni e per ragioni diverse. È un rito di cui, da primo cittadino, percepisco ogni volta il portato sentimentale, un gesto che mi emoziona oltre misura perché ha radicato in sé un significato profondo per tutti noi.
Ogni volta mi faccio capace di quanto quel significato sia potente, perché intensa è la devozione dei mesagnesi per la Madonna del Carmine: siamo dinanzi a un sentimento puro, forte, a tratti inspiegabile, come soltanto la fede sa essere. Ma che è allo stesso tempo un sentimento concreto, perché caratterizza il nostro modo di essere comunità.
Una comunità che guarda al futuro senza dimenticare del proprio passato; che accoglie la modernità mettendo al centro la collettività e non l’individualismo, il noi e non l’io; che prepara la strada dei nostri giovani facendo tesoro del patrimonio immateriale su cui è fondata la cultura dei nostri padri e dei nostri nonni, i valori di laboriosità e solidarietà che hanno contribuito a rendere Mesagne una città di cui andare fieri.
Noi abbiamo meritato il progresso costruito giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, che è quello che risplende sui monumenti recuperati, nelle iniziative che ci rendono orgogliosi agli occhi dell’Italia, che risuona negli apprezzamenti che vengono rivolti a Mesagne da chi ci visita, da chi la sceglie come luogo di vacanza o nuova sede di vita e di lavoro.
Oggi ci nutriamo della bellezza della festa con il cuore e la mente rivolti all’impegno con cui tutti insieme continueremo a spenderci per rendere migliore la città ancor più bella, un passo alla volta.
Sento di affermare queste ragioni, a poco più di un mese dalla mia rielezione alla guida della città, con una consapevolezza diversa rispetto a un lustro fa: in questi anni ho avuto la fortuna e l’onore di constatare i prodigi di cui insieme siamo capaci; lo abbiamo dimostrato nel tempo, riscattandoci da anni bui; continuiamo a dimostrarlo conquistando piccoli e grandi traguardi utili a rendere Mesagne un’esperienza straordinaria del nostro Mezzogiorno.
Il merito va condiviso tra tutti coloro che ogni giorno si prodigano in ogni ambito, economico, sociale e culturale, che si spendano perché la nostra vicenda possa durare nel tempo.
Pochi giorni fa, Papa Francesco, parlando di democrazia, con uno sguardo rivolto al mondo, definendo l’indifferenza come il cancro della democrazia, ha invitato l’umanità « a sentirsi parte di un progetto di comunità”, perché “nessuno deve sentirsi escluso”.
Potremmo dire, con la necessaria umilità, che quei principi di responsabilità e partecipazione hanno animato la città di Mesagne; ora serve fare in modo che continuino a motivare l’agire collettivo con cui la città si orienta e sceglie sulle sfide future che la attendono.
Dalla nostra parte abbiamo una storia di resilienza che ci ha permesso di trarre insegnamento e forza anche dalle difficoltà più grandi, scoprendo che solo diventando protagonisti del nostro percorso comunitario avremmo potuto cambiare rotta e scrivere capitoli nuovi di un racconto degno di essere vissuto: nella legalità, nella giustizia sociale, nella coesione.
In occasione della ricorrenza in cui celebriamo lo speciale amore dei mesagnesi per Maria, c’è un pensiero che ricorre, ed è per i più giovani: le chiavi con cui apriamo alla speranza sono per il domani che abbiamo il dovere di costruire insieme a loro, offrendo esempi all’altezza dei loro sogni, in una città che possa responsabilmente accogliere e realizzare quei sogni. I giovani e la loro felicità restano il nostro successo più grande, in una società in cui si sentano artefici del proprio destino; in un mondo in cui, intorno a loro, riecheggia la Pace come linguaggio universale.
Auguro a tutti noi di trascorrere serenamente questi giorni, in famiglia, con le persone care che per l’occasione si ritrovano; accanto a chi, nella solitudine o nella malattia, vive questa ricorrenza come meravigliosa occasione di sollievo, trovando conforto nella fede e nel sostegno di amici e familiari.
Nel gesto con cui affido la città alla protezione materna della Protettrice, vi è la cura con cui ogni giorno ci affidiamo gli uni agli altri, c’è la fiducia che abbiamo scelto di accordarci.
Buona festa a tutti noi, buona festa, Mesagne.
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