“Da Casa dei moderati a Casa dei rancorosi è un attimo”
Avremmo voluto evitare di rispondere all’ennesimo comunicato del cartello elettorale formato da diversi cespugli, di vecchia conoscenza politica, che si definiscono Casa dei moderati, inopportunamente visto i toni utilizzati. È chiaro che le modalità con cui ogni tanto si affacciano nell’agone politico, rappresentano un disperato tentativo di dimostrare che esistono. Effettivamente la loro presenza nella maggioranza è politicamente e numericamente inconsistente e, al netto di qualche comoda poltrona, per fortuna il loro contributo alla vita amministrativa è impercettibile, almeno da ciò che si vede.
Per coprire la propria impalpabilità e le proprie evidenti responsabilità per le annose questioni amministrative hanno sfornato, continuando tuttora, una sequela di comunicati, senza successo, per ‘aggredire’ esponenti del PD che, grazie all’esperienza e alla preparazione, hanno sottolineato tutti i limiti delle loro scelte politiche e certo non si fermeranno. In particolare sulla pista ciclabile di viale Aldo Moro, nelle diverse commissioni consiliari che hanno trattato l’argomento, non abbiamo mai fatto mancare, con l’onestà intellettuale che evidentemente non caratterizza tutti, il nostro supporto all’individuazione di soluzioni migliorative alle criticità emerse. La scelta dell’amministrazione comunale, con l’individuazione di un nuovo percorso promiscuo sulla strada di collegamento con il quartiere La Rosa, quindi ad alta percorrenza, lascia una serie di interrogativi sulla sicurezza e sull’incolumità dei ciclisti. Non intendiamo commentare un’ipotesi e perciò faremo una valutazione più approfondita e consapevole alla luce dei progetti esecutivi.
Ciò non toglie però che l’acrimonia, il risentimento e il livore con cui questo piccolo gruppetto tratta tutte le vicissitudini amministrative dovrebbe far riflettere e interrogare la maggioranza sulle reali motivazioni alla base di tale atteggiamento. È un tentativo, neanche tanto velato, di fare la voce grossa per chiedere più spazio politico-amministrativo o confermare quanto acquisito finora in maniera sproporzionata rispetto all’effettiva rappresentanza.
Intanto abbiamo una certezza: l’ipocrisia del gruppetto è già intrinseca nel proprio nome, poiché non rappresentano alcunché di moderato. Diamo un consiglio non richiesto, cambino la propria denominazione in Casa dei rancorosi, perché così saranno più facilmente individuati e poi gli si addice di più.
Partito Democratico di Brindisi
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