IL PORTO DI BRINDISI SIA INDUSTRIALE E TURISTICO ALLO STESSO TEMPO
A Brindisi – Città d’acqua – l’infrastruttura di riferimento è e rimane il Porto. Per questa ragione il Sindacato sta seguendo con attenzione il dibattito di queste settimane sulla futura guida dell’Autorità Portuale.
Da più parti si vorrebbe che il futuro sociale ed economico di Brindisi fosse guidato dalla Economia della Conoscenza, del Turismo, delle Arti e dei Beni Culturali e monumentali. Una prospettiva condivisibile e sulla quale impiegare, nel tempo, risorse ed energie. Una rivoluzione copernicana per nulla semplice che richiede tempi lunghi e proprio per questo occorre essere realistici: ad oggi – gennaio 2025 - la Cultura ed il Turismo non consentono, da sole, il sostentamento di migliaia di famiglie al pari di altri settori economici più «tradizionali» come l’Industria, il Commercio, l’Agricoltura. Per questa ragione il Sindacato continua a lottare strenuamente perché sia difeso ogni posto di lavoro «tradizionale» minacciato da crisi, congiunture e vertenze.
Solo avendo chiaro questo quadro – lo stato della realtà attuale e di ciò che si vorrebbe per Brindisi - si può esprimere una visione equilibrata sul futuro di una infrastruttura decisiva come il Porto.
Stiamo assistendo ad un dibattito che divide: Porto come scalo industriale a servizio delle attività industriali o Porto come approdo turistico e ricettivo per visitatori e residenti. Sembrano non esserci vie di mezzo: o un Porto che ospita asset e banchine attrezzate oppure un Porto green a misura d’uomo.
La posizione della UIL di Brindisi come sempre va oltre le ideologie e richiama al buon senso: riteniamo fondamentale che chiunque sarà chiamato a guidare il Porto di Brindisi si impegni a portare avanti entrambe queste vocazioni. Il Porto di Brindisi deve continuare ad essere una infrastruttura a servizio delle attività industriali: senza un Porto attrezzato ed all’avanguardia la Zona Industriale di Brindisi continuerà a perdere attrattività e questo non è possibile in una fase storica complessa e con vertenze aperte da parte di tutti i più grossi player. D’altra parte se l’obiettivo a lungo termine è l’Economia della Conoscenza è fondamentale che il Porto ritorni ad essere quella Porta d’Oriente - di cultura, movimenti, scambi, approdi e partenze - che la Storia suggerisce per Brindisi.
In definitiva: per la futura guida del Porto di Brindisi la UIL non è interessata a chi ma a cosa si avrà in programma per lo scalo brindisino. Un programma che non può essere partigiano e schierarsi dalla parte di un Porto industriale avverso un Porto turistico. Brindisi deve essere industriale e turistica allo stesso tempo e così la sua infrastruttura principale, il suo Porto. È questa la sfida sulla quale il Sindacato è pronto a dare il proprio contributo sui Tavoli che verranno.
Brindisi, 22 gennaio 2025
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