CRISI INDUSTRIALI A BRINDISI: OCCORRONO SUBITO AREA DI CRISI COMPLESSA
CRISI INDUSTRIALI A BRINDISI: OCCORRONO SUBITO
AREA DI CRISI COMPLESSA, AMMORTIZZATORE SOCIALE UNICO E FORMAZIONE.
PRESENZIALISMO, PAROLE E DICHIARAZIONI DA SOLE NON BASTANO
Assistiamo ad una serie di episodi a cui non eravamo più abituati negli ultimi anni: autorevoli rappresentanti della Regione raggiungono personalmente la sempre dimenticata Brindisi per fare il punto sulle vertenze Industriali della città. È sempre positivo registrare l’attenzione e la presenza delle Istituzioni, certamente meglio del lungo silenzio durato anni mentre i Sindacati lanciavano l’allarme rosso. Un attivismo che sarebbe ancora più apprezzabile se fosse orientato verso contenuti, risorse e soluzioni concrete per i lavoratori.
Invece, come avevamo ben immaginato, la Regione non potrà fare la differenza: tenterà interlocuzioni senza prevedere risorse e programmazioni a lungo termine. Come se servisse temporeggiare per far cambiare i Piani Industriali decennali e di scala globale che player come Eni-Versalis hanno già reso esecutivi.
La Regione deve prendere atto che il tempo delle parole e delle analisi, del temporeggiare e del concertarsi, è abbondantemente trascorso. Perciò ad essere «incomprensibile» non è la mancata adesione della UIL ad un Tavolo i cui esiti erano già prevedibili in premessa, non avendo la Regione Puglia alcuna competenza per incidere su una multinazionale globale. Ad essere «incomprensibile» per una certa classe politica è la lesa maestà di un Organizzazione Sindacale autonoma che conosce le necessità reali dei lavoratori e non partecipa ad incontri solo perché convocati dal politico di turno.
La Regione può ancora dare il suo fondamentale contributo attivando due misure molto concrete che da tempo il Sindacato chiede con urgenza per aiutare in modo tangibile i lavoratori coinvolti: l’Ammortizzatore Sociale Unico per tutti i lavoratori, diretti e dell’indotto, di tutte le realtà coinvolte nelle vertenze brindisine ed un Piano di Formazione di alto profilo capace di riqualificare rapidamente maestranze fino ad oggi impegnate in mansioni molto diverse da quelle che si prospettano per il futuro. Sono entrambe misure di pertinenza regionale molto operative ed impattanti, ben diverse dai Tavoli dal respiro corto.
Ancora: la Regione potrebbe insistere, unendosi alla richiesta del Sindacato, perché il Governo consideri Brindisi Area di Crisi Industriale Complessa e quindi destinataria di risorse e misure stra-ordinarie, come stra-ordinaria, unica, è la storia di questa città e della sua Industria «di Stato».
Questo è il livello di concretezza che ci aspetteremmo dalla Regione. Se convocati su questi punti saremmo di certo in prima linea perché consapevoli di incidere realmente sulla condizione dei tanti lavoratori diretti e dell’indotto.
Essere fisicamente presenti a Brindisi, in piazza e nei sit-in ai cancelli aziendali è certamente un importante segno di vicinanza ai lavoratori ma non basta. A fare la differenza sono le risorse economiche e le programmazioni e la Regione può ancora fare la propria parte. «Incomprensibile» è che ancora non l’abbia fatto.
La UIL continua nella sua missione di difesa del lavoro con puntualità ad ogni occasione che conta. Ognuno faccia lo stesso per le proprie competenze. E faccia presto.
Brindisi, 16 febbraio 2025
Il Coordinatore Provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo
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