E’ tempo di pacificazione

Bruno Morobianco Giugno 06, 2015 3338

comunedimesagne10Era da diverso tempo che avevo

voglia di scrivere qualcosa sul tema della pacificazione politica e sociale in Italia in generale e nello specifico anche di Mesagne. A urne chiuse ho maturato questa scelta che ormai non potevo più rimandare. L’Italia sta attraversando una profonda crisi economica e di conseguenza sociale di cui nessuno aveva previsto né l’arrivo né gli effetti. I recenti casi di corruzione politica, la decadenza morale nella gestione delle risorse fiscali dei contribuenti italiani abbinati ai casi sempre più diffusi di ruberie sotto forma di rimborsi spese dei consiglieri regionali di tutta Italia e di tutti i partiti storici hanno contribuito a generare nel cittadino un elevato senso di rabbia, disgusto e indignazione al punto da far esplodere una forma di incontrollata esasperazione del pensiero personale attraverso la potente forma di espressione diretta dei social network. Analogamente tale scenario si è spostato su quello locale dove non ci sono casi di ruberie di nessuna natura ma di malessere sociale, dove ogni giorno ogni minimo episodio si trasforma in una occasione di scontro verbale, violento, colorito, pesante e irrazionale il cui ring si è spostato dalla piazza reale a quella virtuale dei potenti social network. Tutti possono esprimere la loro opinione su qualsiasi argomento soprattutto per pregiudizio politico e/o personale. La colpa di questo scenario è della classe politica sia nazionale che locale che è venuta due volte meno, sia nel guidare i cittadini dando loro l’esempio della moralità della gestione della cosa pubblica sia nel pronto ricambio della stessa. In questo contesto di disagio generale che consente la prontezza di offesa libera e gratuita di chiunque verso chiunque e di qualunque ruolo sarebbe ora che tutti, nessuno escluso, ci dessimo una calmata generale. Non si risolvono i problemi, gravi del nostro periodo, attraverso l’offesa gratuita o per risposta querelando o minacciando di farlo perché la pace e la semplice convivenza civile anche nelle piazze virtuali non si costruiscono con minacce, offese, querele vere o paventate. Nell’Interesse e nel benessere di tutti.