A tal proposito è bene ricordare che non si tratta di dati ufficiali (questi ultimi infatti non vengono aggiornati oramai da nove mesi, ed è possibile consultarli sul link: www.sit.puglia.it.
Nella nota, inopportunamente trionfalistica, si è precisato che grazie all’azione di intensificazione dei controlli, promossa nell’ultimo mese, vi è stata una “significativa” riduzione dei rifiuti indifferenziati ed un aumento consistente delle altre frazioni di RSU. In realtà, come già abbiamo avuto modo di ribadire all’indomani della nota, non è proprio così! Se andiamo ad analizzare con attenzione il dato dell’ultimo mese, rispetto a Gennaio, l’indifferenziato diminuisce in modo impercettibile, di circa 1,93 %, tutt’altro che una diminuzione “significativa”! Di contro aumenta l’umido del 2,5%, che attualmente non arreca benefici in termini di risparmio, almeno fino a quando non si faranno investimenti, nella nostra provincia, in impianti di compostaggio; diminuisce invece, dello 0,5%, il totale delle frazioni che costituiscono al momento le uniche vere entrate per le casse comunali ossia carta, plastica, vetro e metalli. Si pensi che tali frazioni rappresentano solo il 18% (18,3 a gennaio, 17,7 a Febbraio) circa del totale dei rifiuti solidi urbani. Ma il dato sorprendente che la giunta Molfetta, a nostro avviso, ha volutamente omesso di riportare, perché impopolare, è il forte calo della percentuale della raccolta differenziata nel 2016, rispetto al 2015, di circa 5,6 punti percentuali; si passa infatti dal 63,5 % al 57,9%.
In sostanza è evidente che l’azione “repressiva”, posta in essere dall’amministrazione, non ha sortito i risultati sperati, come avevamo più volte sottolineato; al contrario, da un lato ha generato confusione e tensione fra i cittadini, sfociata in molti casi nel deprecabile comportamento dell’abbandono dei rifiuti nelle campagne, dall’altro vi è stato uno spreco di risorse umane, sia perché sono stati utilizzati impropriamente agenti di polizia locale - distraendoli così dalla loro principale attività di controllo del territorio - sia perché è stato effettuato, in questo periodo, un lavoro straordinario per il recupero dei tantissimi rifiuti abbandonati nelle campagne mesagnesi.
La strada maestra invece è senz’altro quella di incentivare l’attività di educazione ambientale, riattivando innanzitutto la campagna di sensibilizzazione, prevista contrattualmente, coinvolgendo in modo capillare le associazioni, i cittadini e le scuole; campagna di sensibilizzazione per la quale, ricordiamolo, i mesagnesi pagano circa 35 mila euro annui senza che da anni ricevano tale servizio. Assolutamente insufficiente l’azione dell’assessore all’ambiente su questa questione. L’unico intervento è datato all’inizio di febbraio, quando, attraverso un videoclip, si è limitata a fornire qualche suggerimento su come conferire l’indifferenziato, annunciando che sarebbe partita presto una diffusa campagna di sensibilizzazione, di cui però ad oggi non vi è traccia. Occorre dunque riequilibrare correttamente i compiti e le funzioni di ciascuno, da un lato quindi educare i cittadini a una corretta differenziazione dei rifiuti, dall’altro è necessario esortare, chi è chiamato, per contratto o per funzioni politico amministrative, ad operare in maniera, seria, puntuale e precisa, perché le regole devono valere per tutti, e non soltanto per i cittadini.
Segreteria ProgettiAmo Mesagne