Mesagne. Parco Potì, pessima figura con la famiglia

Settembre 29, 2016 3215

parco potì - erba secca 2La notizia del gap della titolazione

del parco "Roberto Potì" bocciata dalla prefettura di Brindisi ha creato a Mesagne disappunto e malumore. Quasi una burla che la città, e la famiglia, hanno subito. Tra i tanti indignati c'è anche Antonio Calabrese di Progettiamo Mesagne. "Si tratta di uno dei tanti esempi in cui l'Amministrazione comunale ha agito con estrema leggerezza ed approssimazione" - ha esordito il coordinatore Calabrese secondo cui "non si comprende come è possibile organizzare una consultazione popolare senza conoscere le leggi e i regolamenti relativi alla toponomastica". Già al momento della scelta di indire tale consultazione Progettiamo Mesagne espresse perplessità su tale "irrituale metodo di partecipazione indotta" in quanto, all'interno dello statuto comunale, vi erano già le forme istituzionalizzate con cui i cittadini potevano sottoscrivere una petizione o fare una proposta, nello specifico agli articoli 33 e 34. "Istanze che sarebbero state vagliate dalla giunta e dagli uffici competenti ed in quel caso probabilmente sarebbe stato più semplice controllare se le stesse potevano essere accolte ai sensi delle leggi in materia", ha precisato Calabrese. Per il coordinatore "la situazione è veramente spiacevole sopratutto per la famiglia Potì vittima di cotanta superficialità amministrativa. Speriamo vivamente che in qualche modo si possa trovare una soluzione". La legge che regola la materia è la 1188/1927 e prevede che l'intitolazione di nuove strade, piazze, luoghi pubblici, a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del Prefetto. Vi è la possibilità di una deroga a questa norma, autorizzata dal ministro degli Interni, a persone decedute da meno di dieci anni solo se le stesse si siano distinte per particolari meriti nei confronti della nazione. Le direttive in materia, quindi, anche per i casi in deroga, sono stabiliti dalla circolare 18 del 29 settembre 1992 del ministero dell'Interno. Evidentemente tra coloro che hanno controllato le procedure del referendum popolare di Mesagne nessuno aveva letto le disposizioni legislative.