“La crisi del polo chimico conseguenza della scelta Eni. Necessario un accordo di programma”

Aprile 06, 2025 322

Le difficoltà di Basell nell'approvvigionamento del monomero e la conseguente contrazione della produzione rappresentano un effetto domino prevedibile e grave della decisione unilaterale di Eni di chiudere l'impianto di cracking a Brindisi. Una scelta accettata e sostenuta dalla maggioranza di centrodestra, che oggi governa la città di Brindisi e sostiene il governo nazionale, anche con la mancata sottoscrizione della richiesta di revisione del protocollo presentata dalla Regione Puglia al Mimit e ad Eni.

Al di là delle responsabilità interne alla gestione di Basell e delle complessità legate al rispetto dei limiti emissivi fissati dalla vecchia AIA, la possibilità di una crisi nel polo chimico era nell’aria. Purtroppo, Basell rischia di essere solo il primo anello di una catena che potrebbe coinvolgere l’intero comparto industriale locale.

In un contesto già reso fragile dai dazi introdotti dall’amministrazione Trump, con prevedibili picchi per i costi di approvvigionamento della materia, e dalle incertezze globali del settore chimico, è indubbio che la scelta di Eni aggravi ulteriormente la già fragile situazione economica brindisina.

Occorre uno sforzo straordinario, concreto e condiviso per tutelare le famiglie e l’occupazione. Per questo, il Partito Democratico propone la trasformazione del protocollo d’intesa su Versalis in un vero e proprio accordo di programma, che includa tutte le realtà produttive del sistema chimico e dell’indotto. Serve un patto per il lavoro che guardi al futuro, ma che intervenga subito per fermare la prevedibile emorragia di posti di lavoro, traguardando una reale transizione ecologica ed economica.

Partito Democratico di Brindisi

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