con un raggio la vasca ancora poco affollata. Si stiracchiano e sonnecchiano i genitori sugli spalti in attesa che i loro ragazzi inizino l’allenamento.
Qui alla «Marina», impianto storico della città al quartiere Casale, è una scena vista chissà quante volte e per chissà quante generazioni: arrivano piccini, con tavoletta e braccioli urlando di paura e divertimento, ed anno dopo anno mutano, si trasformano, cambiano, crescono. Diventano prima ragazzini dai tuffi spericolati ed infine atleti. Brevetto dopo brevetto la piscina rimane la stessa ma cuffie e costumi cambiano taglia e con loro cresce il talento di questi piccoli campioncini cresciuti a cloro ed occhialini appannati in una piscina alla periferia dell’impero. Scaleranno, se sapranno unire impegno e talento, una gara dopo l’altra l’intero Olimpo acquatico fino al livello più ambito: l’oro italiano.
Una strada iridata che in Delfinia è qualcosa in più di un sogno di gloria: è abitudine. L’ultima conferma a questa regola, una manciata di giorni addietro, è arrivata da Filippo De Rosa, quattordicenne brindisino in Delfinia da quando ne aveva sei. Classe 2006, Filippo ha conquistato l’oro nei 200 Super Lifesaver dei Campionati nazionali di categoria celebrati a Riccione dal 12 al 16 febbraio scorsi. Con il tempo di 2'39"95 è stato il più forte fra gli atleti della sua età aggiudicandosi il titolo di «Campione italiano categoria ragazzi 2006».
Lo vediamo in una foto che ci inviano su WhatsApp: il viso da bravo ragazzo mentre, medaglia al petto, posa sorridente accanto ai suoi compagni di squadra Andrea, Andrea, Serghej, Antonio, Veronica, Martina, Adele, Silvia ed al maestro Spinelli che l’ha accompagnato (e preparato) ancora una volta per tenere testa ad atleti da ogni angolo d’Italia.
Chiediamo di lui. Lo vediamo avanzare fra una decina di ragazzi raccolti a bordo vasca in attesa di entrare in acqua. A vederlo, un ragazzo bruno e belloccio, non lo diresti mai: d’altronde il talento non ha sembianze. Ci sorride, un po' imbarazzato dalla solenne presentazione che gli riserva una sua amica nel farcelo conoscere. Ci racconta i dettagli della gara e l’esperienza dello scorso anno, della sua prima competizione importante. Poi gli occhi prendono luce nel raccontare ciò che - è evidente – gli sta più a cuore: di quanto lo abbia aiutato il maestro Giuseppe (Spinelli, ndr) seguito, spronato, mazziato, voluto bene fin dalla sua prima vasca a Delfinia e fino al podio più alto d’Italia, l’altro giorno. Da grande Filippo vuol fare il miliare, forse. Ancora è presto per pensarci. Di certo, oggi, è impaziente di entrare in vasca e continuare ad allenarsi che è ciò che gli piace di più. L’umiltà dei campioni e la semplicità dei ragazzi.
Buona vita e mille successi ancora a Filippo, ha dimostrato di averne tutto il talento. Bravi tutti alla Delfinia, società che educa allo sport come valore e ad un agonismo sano, portando spesso Brindisi alle vette dello sport nazionale. Eccellente, ancora una volta, il lavoro del maestro Giuseppe Spinelli autentica anima e motore della società, e la passione del presidente Gino Cavaliere che investe e crede molto, e davvero, nei suoi ragazzi. Questa (nuova) medaglia, in fondo, è anche un po’ loro.
Antonio Rigliano