Redazione

Una vasta platea di lavoratori precari degli Ambiti Territoriali della Provincia di Brindisi  ha  diritto ad essere stabilizzata in quanto ha raggiunto i 36 mesi di anzianità lavorativa previsti dalla Legge Madia.

Si tratta di assistenti sociali, amministrativi, educatori, sociologi, psicologi ecc. di comprovata esperienza professionale  che ha svolto intensi percorsi di formazione per erogare   il  Welfare garantendo assistenza e benessere  per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini più fragili.

 I fondi del PNRR sono un occasione da non perdere per rilanciare il Welfare  proprio attraverso gli Ambiti Territoriali che avranno un ruolo centrale  anche nel nuovo sistema di audit e rendicontazione.

E’ necessario, dunque, che il personale addetto ai servizi sociali  della provincia di Brindisi,  già formato e specializzato,  ottenga la stabilità occupazionale avendo maturato i requisiti di Legge per garantire il miglioramento dei servizi ai cittadini più bisognosi.

Il diritto alla stabilizzazione va garantito anche a coloro che raggiungeranno a breve il requisito dei 36 mesi.

La FP CGIL di Brindisi  sarà al fianco dei lavoratori  nel percorso di stabilizzazione e ove dovessero registrarsi resistenze   saranno attivate le proprie strutture legali a garanzia della tutela occupazionale dei lavoratori interessati.

Brindisi li, 22/03/2022                                                     LA SEGRETARIA GENERALE

                                                                                                   Patrizia Stella

In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada la riduzione dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della riduzione delle accise sui carburanti e quindi del loro prezzo di vendita prevista dall’entrata in vigore del decreto legge "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina", dopo che in poche settimane il prezzo del gasolio agricolo era schizzato mediamente del 115% rispetto a prima dello scoppio della guerra. 

Con il credito di imposta del 20% per la riduzione del costo del gasolio per pesca ed agricoltura previsto dal decreto, la riduzione del costo del carburante si estende dal campo alla tavola in una situazione in cui per il balzo dei costi energetici – sottolinea Coldiretti - l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5,6 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica. Il caro gasolio – precisa la Coldiretti - ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari.

Il gasolio è necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione e l’irrigazione dei terreni ma anche per le attività di pesca dove la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata, infatti, proprio dal carburante. Senza dimenticare – insiste la Coldiretti regionale – i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori le serre con la necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche.

Contenere il caro carburanti e ridurre la dipendenza dall’estero sui prodotti alimentari sono scelte strategiche per il Paese. Anche la Puglia, come tutta l’Italia – sottolinea Coldiretti - deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi anni, sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato che mettono a rischio la sovranità alimentare del Paese. La corsa dei prezzi dell’energia, dal gasolio all’elettricità dal gas alla benzina, pesa dai campi alle tavole, passando per logistica e trasporti, con i costi di lavorazione dei terreni cresciuti dal  25% al 100% in più per le normali operazioni nei campi come aratura, rullatura, erpicatura, raccolta e altre lavorazioni, una emergenza proprio alla vigilia delle semine primaverili per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l’alimentazione degli animali mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all’importazione derivate dalla guerra in Ucraina.

La produzione agricola e quella alimentare in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali, con i rincari – conclude la Coldiretti regionale - hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare.

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Sabato 26 marzo torna Earth Hour, l’Ora della Terra, l’iniziativa globale del WWF che da sempre invita le persone a mobilitarsi per un futuro più sicuro, giusto e sostenibile per tutti. Anche quest’anno, alle 20,30 locali, in tutti i Paesi del mondo si spegneranno le luci: un gesto simbolico per chiamare all’azione nei confronti dell’emergenza climatica e della perdita di natura.
Il Wwf Trulli e Gravine in collaborazione con l’associazione Cicloamici-Fiab Mesagne, l’Infopoint di Martina Franca, la Cooperativa Serapia e l’Associazione Ecomuseale di Valle D’Itria aderisce alla campagna Earth Hour. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Martina Franca e dell’assessorato all’ambiente e dell’Università del Salento.

Quello appena passato è stato un anno allarmante per il clima: gli eventi estremi e le anomalie si sono moltiplicate, giungendo a nuovi record come quello registrato in Canada in estate, con quasi 50°C in alcune località della British Columbia, dopo che l’ONU ha confermato che nel 2020 si sono raggiunti i 38°C in Siberia. La crisi climatica è adesso e sta causando impatti diffusi e sempre più forti.
Il monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico nel mondo conferma l’allarme rosso per il clima nonché l’urgenza di abbattere rapidamente le emissioni di gas serra per evitare gli sconvolgimenti peggiori e di adattarsi agli impatti ormai sempre più violenti. Le analisi confermano che se le temperature dovessero andare oltre 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, metà della popolazione mondiale potrebbe essere esposta a condizioni climatiche pericolose, dovute all’aumento vertiginoso di caldo e umidità, e il 14% di tutte le specie terrestri affronterà un rischio molto elevato di estinzione legato al cambiamento climatico.

PROGRAMMA DELL’INIZIATIVA

Ore 17.45 Raduno davanti a Palazzo Ducale – Martina Franca
Ore 18.00 Visita delle sale del Palazzo illuminati dalle torce (Pietro Chiatante – Coop. Serapia)
Ore 19.00 Passeggiata per le vie del centro storico (Cristina Comasia Ancona – Mediatrice Culturale)
Ore 20.15 Rientro a Palazzo Ducale
Ore 20.30 – 21.30 Earth hour con spegnimento delle luci del Palazzo Ducale.

Prenotazione

Per la passeggiata guidata per il centro storico non occorre prenotarsi.
La visita guidata alle sale del Palazzo Ducale è a numero limitato e su prenotazione
Per info e prenotazioni tel 320 606 7922 / mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L’evento sarà svolto nel pieno rispetto delle misure anti COVID-19 per cui l’accesso sarà riservato ai soli possessori di green pass ed obbligo di mascherina ffp2 all’interno del Palazzo Ducale.

Earth Hour è un appello dalla Terra per la Terra, una chiamata all’azione perché ognuno, spegnendo la luce per un’ora, si unisca agli altri in una voce comune. Solo uniti ce la potremo fare.

UCRAINA. COLDIRETTI PUGLIA, CONTRO CARO ENERGIA ARRIVANO DRONI E ROBOT; SIGLATO ACCORDO CON ‘LABORATORIO INFORMATICO’.

La guerra in Ucraina e il caro energia spingono la rivoluzione digitale nelle campagne con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la produttività. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della firma dell’accordo di collaborazione con il Laboratorio Competenze Digitali, Formazione, Certificazione del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, alla presenza del professor Giuseppe Pirlo del Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari proprio per favorire lo sviluppo e il sostegno dei processi di innovazione tecnologica in agricoltura e nell’agroalimentare in genere, in particolare sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare in agricoltura, anche attraverso metodi e sistemi ICT.

“Abbiamo l’obiettivo di promuovere strumenti funzionali a rafforzare il trasferimento delle tecnologie per favorire lo sviluppo dell’agricoltura di precisione e dell’agricoltura 4.0 – spiega Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – e di realizzare, attraverso l’uso delle ICT, oltre a percorsi virtuosi, fortemente innovativi, di formazione e approfondimento presso le imprese agricole e agroindustriali per l’individuazione di circuiti di produzione di energia green e un utilizzo sostenibile dell’uso dell’acqua per l’irrigazione e la lavorazione di prodotti”.

Dai droni terrestri e aerei a guida satellitare a centraline meteo di ultima generazione, dalle smart trap con videocamera contro gli insetti nocivi ai sistemi di irrigazione automatizzata e controllata a distanza tramite app per risparmiare acqua e temporizzare gli apporti idrici alle coltivazioni, è in atto – aggiunge Coldiretti Puglia - ​ un’evoluzione del lavoro nei campi che sul Portale del Socio della Coldiretti ha portato alla creazione di Demetra, il primo sistema integrato per la gestione on line dell’azienda agricola con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico, anche per affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici.

Contro i parassiti che minacciano colture, produzioni di cibo – continua Coldiretti – è arrivata la “Smart Trapp iScout” trappola con un sistema fotografico integrato che, grazie al peso ridotto, può essere appesa ovunque ed è autonoma grazie alla batteria ricaricata da pannello solare. La trappola ha una fotocamera ad alta risoluzione combinata con un software di riconoscimento visivo che consente il riconoscimento automatico delle catture con l’obiettivo di supportare il lavoro degli agricoltori, la fotocamera è integrata nella trappola e consente il monitoraggio automatico delle catture, grazie a immagini con risoluzione 10 Mega Pixel inviate via modem alla piattaforma FieldClimate dove sono analizzate con strumenti di AI (Intelligenza Artificiale) e sono visibili su PC o smartphone/tablet. I dati sono esposti come catture giornaliere e totali e danno indicazioni sulla crescita della popolazione lungo la stagione.

“Sempre in tema di cambiamenti climatici – insiste il direttore Piccioni - la gestione delle risorse idriche diventa strategica sia per quanto riguarda la disponibilità di acqua che per il suo utilizzo anti spreco. Per questo sono stati ideati sistemi di irrigazione automatizzati e controllati tramite app dall’agricoltore grazie agli smartphone”. ​ Il “Grande Fratello” – sottolinea Coldiretti – è arrivato in campi e cascine, stalle e pascoli, con il controllo a distanza degli animali attraverso telefonini, tablet e pc con rilevazioni sullo stato di salute, gli spostamenti e la distribuzione di cibo e acqua. La maggior parte degli strumenti utilizzati per la svolta tecnologica – spiega Coldiretti – riguarda la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni, l’analisi dei fattori ambientali e geologici, il monitoraggio di macchine e attrezzature e la gestione e organizzazione delle risorse idriche, secondo Smart Agrifood.

Un profondo cambiamento che vede in prima fila proprio le nuove generazioni con quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) che applica oggi tecniche di agricoltura di precisione, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga. Ma tra i giovani molto apprezzato è anche l’utilizzo dei social per la promozione delle proprie attività: più di un giovane su tre (37%) usa i social network per promuovere le proprie attività, con Facebook che rimane il canale preferito (71%).

La rivoluzione digitale in agricoltura vede lo sviluppo di applicazioni green sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti – sottolinea la Coldiretti – dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti.​ Le soluzioni di supporto alle attività in campo come le mietitrebbie con sistema di mappatura delle produzioni o i trattori con guida satellitare (Global Navigation Satellite System) rappresentano il 36% del mercato e sono fra le innovazioni più diffuse adottate in oltre 2 imprese su 5 (43%) spiega Coldiretti secondo un’indagine condotta dall’Università degli Studi di Bologna (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e l’Università di Wageningen (Olanda).

La tecnologia digitale – sottolinea Coldiretti – è poi alla base del sistema blockchain per la tracciabilità dei prodotti e la garanzia dell’origine considerata sempre più importante con l’82% dei consumatori che privilegia nella propria spesa l’acquisto di prodotti Made in Italy.

La superficie agricola coinvolta dalla nuova ventata di innovazioni tecnologiche e digitali è di oltre 500mila ettari a livello nazionale pari al del 3-4% della superficie totale ma – continua Coldiretti – esiste un grande potenziale di crescita soprattutto con l’utilizzo dei Big Data Analytics e del cosiddetto “Internet delle cose”. Occorre però colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane, visto che quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione adeguata.

Proprio per superare il digital divide tra città e campagne portando la banda ultralarga nelle aziende e sostenere con nuove soluzioni tecnologiche il grande potenziale di innovazione del settore a beneficio della ripresa economica del Paese, accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy, Coldiretti, TIM e Bonifiche Ferraresi hanno firmato un accordo, considerata l’importanza del Recovery plan per accompagnare la transizione economica dell’agroalimentare italiano che è già il più green d’Europa.

Millo torna a Mesagne per l’opera di street art in piazza Commestibili: grande attesa per “Cuore Sotterraneo”. 


Cuore sotterraneo è il progetto per il quale la Città di Mesagne è stata finanziata nell’ambito del Por Puglia 2014/2020, Asse VI “Tutela dell’Ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali”: porterà la firma di Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo, street artist italiano che ha saputo ricavarsi un ruolo di primo piano anche all’estero.
Bologna, Firenze, Londra, Milano, Parigi, Pescara - dove l’artista vive e lavora - Roma, Rio de Janeiro sono soltanto alcune delle città che ospitano i suoi lavori riprodotti in larga scala, sui muri dei palazzi e sparsi ovunque, dal centro alle periferie.

E tra le tele all’aperto che compongono il pregiato catalogo, cinque sono state già realizzate a Mesagne in occasione della rigenerazione urbana di via Sasso. Si affacciano dai prospetti delle palazzine di via Galilei su quello che fu il Campo Sportivo cittadino per sprigionare, con il tratto sempre unico e tuttavia inconfondibile dell’artista, la saggezza popolare di 5 indimenticabili proverbi tramandati dalla tradizione salentina: Turci vinchitieddu quand’è tiniriedduCugghi l’acqua quando chioviL’amori è cicatu ma veti luntanuA ci sputa ‘ncielu ‘ncapu li catiA ‘ddo rrivi chianta lu zippu. Queste opere impreziosiscono da qualche anno il paesaggio urbano nel quale si inseriscono, integrandosi alla perfezione con l’ambiente circostante. Oggi la curiosità è dunque un’altra: sul muro della chiazza cuperta, che per decenni è stato ritrovo di massaie e rivenditori di ogni genere alimentare e che oggi è il fulcro della movida mesagnese, che cosa verrà realizzato?

Ci affidiamo alla fantasia dell’impareggiabile Millo: la proposta progettuale ammessa a finanziamento dalla regione Puglia si caratterizza come un’iniziativa di promozione del ricco patrimonio culturale di Mesagne, che dovrà essere rappresentato utilizzando la speciale forma di espressione della Street Art”, spiega il sindaco della città, Antonio Matarrelli.
L’artista sarà a lavoro a partire dal prossimo mercoledì 23 marzo e conta di finire il lavoro entro domenica. Giorno più, giorno meno: con l’aiuto di una piattaforma aerea, a bordo della quale Millo si posizionerà a metà parete, raggiungendo ogni angolo di spazio con il suo pennello posto all’estremità di un’asta da lavoro, Mesagne lo ammirerà godendosi una traccia creativa che prende forma, destinata a lasciare un segno negli occhi degli abitanti e di chi raggiungerà la città da visitatore. “Il muro al quale l’artista darà nuova vita diventerà una sorta di finestra da cui guardare, ma anche un varco dal quale accedere in modo immediato alla magia evocata dalla città sotterranea”, aggiunge Marco Calò, consulente comunale alle Politiche Culturali e Scolastiche.
L’opera realizzata sarà idealmente collegata al vicino Museo del Territorio “Ugo Granafei”, dal quale si troverà alla distanza di poche centinaia di metri. Il sito scelto consente di mantenere un legame con i ritrovamenti già rinvenuti e resi fruibili, trovandosi anch’esso nel centro storico, come la maggior parte degli elementi scoperti grazie alle campagne di scavo che continuano a svolgersi sul territorio comunale.

Il prossimo capolavoro di Millo si candida a diventare il monumento alle testimonianze millenarie già restituite, di buon auspicio per tutti quei tesori ancora sotterrati che attendono di essere riportati alla luce.

Dati del giorno: 21 marzo 2022

3.020
Nuovi casi
20.004
Test giornalieri
4
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 846
Provincia di Bat: 261
Provincia di Brindisi: 264
Provincia di Foggia: 310
Provincia di Lecce: 1.065
Provincia di Taranto: 252
Residenti fuori regione: 12
Provincia in definizione: 10
104.084
Persone attualmente positive
575
Persone ricoverate in area non critica
26
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

839.825
Casi totali
9.335.454
Test eseguiti
727.879
Persone guarite
7.862

GOLDEN WINE AWARDS DI FOOD AND TRAVEL ITALIA

 
PER LA PRIMA VOLTA IN PUGLIA. 
 
 
I migliori vini italiani protagonisti della prima edizione pugliese dei Golden Wine Awards di Food and Travel Italia, in programma domani sera a partire dalle 18 presso Tenuta Moreno, a Mesagne (Brindisi).
 
 
 
A decretare i vincitori, che saranno annunciati durante la serata di gala di domani sera, sono state le valutazioni di due giurie di esperti del settore e delle redazioni di Food and Travel Italia e Wine and Travel, in aggiunta ai voti dei lettori. Sei le categorie per i riconoscimenti da assegnare: Vini rossi, Vini bianchi, Vini rosati, Vini dolci, Bollicine e la categoria dei “Top dei Top pugliesi”, in onore della regione che ospiterà l’evento.
 
 
 
La serata,  nuovo evento enologico ideato per premiare le aziende italiane che brillano per qualità, riunirà in Puglia l’Italia intera in un format capace di valorizzare il vino e l’enoturismo;   sarà condotta dall’editore di Food and Travel Italia, l’imprenditrice astigiana di origini salentine Pamela Raeli, dal senatore Dario Stefàno, artefice delle leggi sull’enoturismo e sull’olioturismo, e dal Presidente Mondiale degli Enologi Riccardo Cotarella, e segue solo di pochi mesi il galà tenutosi il primo ottobre scorso a Lavello (Potenza) degli Awards di Food and Travel Italia, edizione italiana del magazine internazionale edito in 18 Paesi sul tema dell’enogastronomia e dei viaggi gourmet. 
 
 
 
“La manifestazione promuove un prodotto che ci rende unici in tutto il mondo. Ho scelto il claim della serata utilizzando una frase di Luca Bianchini, ovvero “La bellezza ha sempre bisogno di poche parole”, perché sono convinta che il vino buono si faccia appunto con la bellezza”, spiega Pamela Raeli, “ovvero la bellezza di un territorio, dei suoi paesaggi, delle sue autoctonie – e i vitigni lo sono per definizione – ma anche delle persone che lo abitano, e che sono capaci di rendere un vino unico, inimitabile ed indimenticabile. Ed è il messaggio che ci piacerebbe trasmettere con questo evento: come sia la bellezza a rendere buono un vino, come lo “spirito” contenuto in una bottiglia sia in realtà il genius loci di un territorio e della gente che ci vive. E la Puglia, ormai è noto, è da questo punto di vista bellezza allo stato puro”. 
 
 
 
“Abbiamo sempre più bisogno di eventi di qualità legati al vino”, commenta Dario Stefàno, “capaci di mettere in luce il lavoro, le storie, i valori che si celano dietro a una etichetta, ma che ci aiutino anche rinvigorire l’orgoglio identitario di una grande tradizione produttiva che è storia e cultura che unisce idealmente il nostro Paese, da Nord a Sud. E sono felice di essere stato coinvolto in questa nuova avventura, in questo nuovo appuntamento che - sono certo - sarà per la Puglia enologica una vetrina di bellezza e contenuti, e per i produttori l’occasione per raccontarsi e per raccontare questo straordinario prodotto, il vino, che ci rappresenta e ci identifica in tutto il mondo”.
 
 
 
Ed è proprio il legame con il territorio il fil rouge che lega i Golden Wine Awards a Tenuta Moreno, struttura salentina che vede la famiglia Argentieri impegnata a difendere e promuovere i valori di un territorio conosciuto per la sua unicità in termini di bellezza, e a perseguire – tra i primi non solo in Puglia ma a livello nazionale – una filosofia sostenibile anche in termini economici e sociali. “Siamo stati i primi” raccontano Antonio Argentieri, capostipite della famiglia e presidente della Moreno spa, e Pierangelo Argentieri, direttore della Tenuta e presidente di Federalberghi Brindisi, “a scommettere su Mesagne e il suo territorio, non solo attraverso investimenti molto consistenti, ma anche puntando sulle sue potenzialità in termini di vocazione turistica e impegnandoci nell’offrire servizi di altissimo livello”.
 
 
 
Gli ospiti attesi per la serata sono gli attori Lorenzo Adorni, Marco Aceti e Jacopo Rampini, il giornalista Rai Giuseppe Di Tommaso, la voce di “Decanter” e volto di “È sempre mezzogiorno” Andrea Amadei, il patron di Miss Universo Italy Marco Ciriaci e le modelle Linda Taddei, Tanya Convertini e Antonella Caruso.

Servizio straordinario di controllo del territorio. Segnalati 4 giovani all’Autorità Amministrativa per detenzione per uso personale di sostanze stupefacenti.

A Carovigno, a conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno segnalato all’Autorità Amministrativa per detenzione per uso personale di sostanze stupefacenti

–​ ​ ​un 28enne di San Michele Salentino, trovato in possesso di 2,80 grammi di marijuana, occultati nel vano porta oggetti dell’autovettura condotta; ritirata la patente di guida;

–​ ​ ​un 31enne di Ceglie Messapica, trovato in possesso di 5,90 grammi di marijuana, occultati nella tasca del giubbotto indossato;

–​ ​ ​un 31enne e un 26enne entrambi di Carovigno, poiché, sottoposti a perquisizione veicolare e personale, si sono disfatti di un involucro, prontamente recuperato dai militari operanti, contenente 0,2 grammi di cocaina.

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Durante il servizio sono state identificate 52 persone, controllati 42 mezzi, controllate 3 persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, eseguite 8 perquisizioni e controllati 5 esercizi pubblici.

Nelle città capoluogo in Puglia sono stati stimati ‘solo’ 114mila alberi, troppo pochi per contrastare le emissioni inquinanti e i cambiamenti climatici dagli effetti sempre più dirompenti. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dell’ultimo censimento ISTAT sul verde urbano, in occasione della 22^ “Festa degli alberi nelle scuole” istituita con Decreto Ministeriale delle Politiche Agricole e della Pubblica Istruzione nel 2000 che si festeggia a marzo, quando ricorre la Giornata internazionale delle Foreste istituita dall'ONU. Per far conoscere ai più piccoli l’importanza degli alberi nei cicli naturali ed educarli ad una più profonda conoscenza delle colture locali, proprio all’inizio della primavera, gli alunni della Scuola elementare Eleonora Duse plesso Salvati nell’orto didattico urbano del Primo Municipio a Bari sono stati coinvolti nella piantumazione degli alberi di ulivo, donati dalla Consulta florovivaistica di Coldiretti, una iniziativa voluta da Campagna Amica, Coldiretti Donne Impresa, Terranostra e Fondazione Univerde per informare ed educare le giovani generazioni ai temi dell’ambiente, del clima e della salvaguardia del territorio e della natura.

Anche in campagna negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra pesche, arance, albicocche e altri frutti, per non parlare dei 21mila ulivi persi a causa della Xylella, con un gravissimo danno produttivo ed ambientale – aggiunge Coldiretti Puglia - per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10.

Un danno economico ed occupazionale rilevante – continua Coldiretti Puglia – ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico svolto proprio dalle piante, capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10. Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente – spiega Coldiretti – proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento. Un ettaro di frutteto – spiega la Coldiretti – in produzione è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica (CO2) all’anno, bloccando anche le pericolose polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante durante le estati più calde e afose. Non a caso la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.

Ma i cambiamenti climatici hanno – spiega Coldiretti – un impatto negativo anche sullo stesso valore dei terreni che, secondo il rapporto dell’Agenzia Ue per l’ambiente (Eea), potrebbero subire una perdita tra il 34 e il 60% nei prossimi decenni rispetto alle quotazioni attuali proprio a causa dell’innalzamento delle temperature, che minaccia anche i redditi agricoli e rischia di far aumentare la domanda di acqua per l’irrigazione dal 4 al 18%.

Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L'obiettivo è creare vere e proprie oasi mangia-smog nelle città, scegliendo gli alberi più efficaci nel catturare l'inquinamento dell'aria. Se una pianta adulta – riferisce Coldiretti Puglia - è capace di 'mangiare' dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, 1 ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Tra l’altro, sarebbe una risposta concreta delle pubbliche amministrazioni alla svolta green che con la pandemia ha spinto quasi 7 cittadini su 10 (68%) ad andare a caccia di piante nei vivai per abbellire le proprie case e i giardini.

In questo contesto la piantumazione di nuovi alberi e la crescita del verde viene favorita dalla proroga del bonus verde che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. Un obiettivo in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove – conclude la Coldiretti – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.

COMUNI

di cui numero di alberi

Alberi stimati al 31/12/2020

Alberi per ogni 100 abitanti risultanti dall'ultimo Censimento

per tutto il territorio comunale

per parte del territorio comunale

 

 

 

   

Foggia

20.500

-

22.161

13,8

Andria

-

15.000

-

15,3

Bari

29.055

-

-

9,2

Taranto

20.455

-

-

10,8

Brindisi

-

7.500

7.660

8,9

Lecce

19.539

-

-

20,8

TOTALE (STIMA)

 

 

113.870

 

Elaborazione Coldiretti Puglia su fante dati ISTAT (censimento 2020)

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Ritrovate le antiche taverne dove soggiornò Giuseppe Garibaldi: sono sulla Via Regia, la Npaoli – Reggio Calabria dell’800!

E Vienna Cammarota – anni 72 – percorrerà 182 km a piedi – attraverserà 22 borghi – per raccontare una delle strade più antiche ed affascinati tra osterie, ben 14 tratte postali ma anche castelli, tracciati di epoca romana e cinte murarie di un tempoLuca Esposito (scrittore, architetto, storico della cartografia del Regno di Napoli, autore della ricerca) : “Alcune di queste Taverne sono su tratti sterrati che non percorriamo più da tempo ma anche lungo tracciati romani che sono rimasti intatti. Dopo un lavoro durato ben 8 anni abbiamo ritrovato tutto. La speranza è che una delle più belle ed antiche vie d’Europa possa diventare patrimonio turistico e culturale dell’Italia!” .

Il 26 Marzo – ore 11 – Vienna Cammarota – narratrice – 72 anni – Ambasciatrice Archeoclub D’Italia – Guida Ambientale Escursionistica di Assoguide, inizierà ad attraversarla ed il 2 Aprile arriverà a Castrovillari in Calabria.

      Un cammino lungo antiche taverne e  tracciati romani,

“Le antiche osterie dell’800 lungo la Napoli – Reggio Calabria dell’’800 quella Via Regia Borbonica che abbiamo riportato alla luce ora e che potrebbe essere itinerario turistico dalla Campania alla Calabria. Ad esempio è stata rintracciata la stazione di posta della Duchessa. In una Contrada che si chiama Vignali tra Serre ed Auletta che sono due comuni della provincia di Salerno c’è l’antico percorso romano della Via Popilia che costeggia un piccolo corso d’acqua e subito dopo un ponte in pietra abbiamo ritrovato un caseggiato rurale. Tale caseggiato era la Taverna di un certo Messer Giacomo, riportata in alcini documenti storici come esistente già a partire dal XVI secolo. Un resto di architrave, ritrovato recentemente nel terreno intorno all’edificio, reca incisa la data del 15961! Un percorso davvero interessante e sorprendente. Taverne, osterie, stazioni postali dell’800 lungo la Via Regia Borbonica. Ad esempio Sicignano degli Alburni era punto di passaggio ma anche importante luogo di sosta per i viaggiatori che si spostavano lungo l’arteria consolare che incrocia la stessa Via Regia, in quanto sede di numerose taverne ed osterie. In questa zona, in particolare nel tratto tra le frazioni di Scorzo e Zuppino, recenti studi archeologici hanno collocato la mansio “Nares Lucanae”, ovvero la  stazione di posta segnalata sulla Tavola Peutingeriana lungo l’antica Via Popilia. Il toponimo Nares, di origine osco-sabina, sta a significare “sorgenti”; in effetti il sito archeologico, ubicato sotto il monte Alburno, è ricco di grosse fonti d’acqua che vengono utilizzate oggi per l’irrigazione dei terreni circostanti”. Lo ha affermato Luca Esposito, storico della cartografia del Regno di Napoli, architetto, che dopo uno studio di ben 8 anni ha ritrovato la Napoli – Reggio Calabria dell’800: la Via Regia Borbonica e l’ha anche geo – referenziata sui sistemi satellitari.

Il 26 Marzo – alle ore 11 – dall’Epigrafe del 1779 che si trova a Serre, Vienna Cammarota, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia e Guida Ambientale Escursionistica di Assoguide, inizierà un’altra, grande impresa:  attraverserà ben 22 comuni: Serre (Sa), Postiglione (Sa), Sicignano degli Alburni (Sa), Petina (Sa), Auletta (Sa), Pertosa (Sa), Polla (Sa), Atena Lucana (Sa), Sala Consilina (Sa), Padula (Sa), Montesano (Sa), Casalbuono (Sa), Lagonegro (Pz), Rivello (Pz), Nemoli (Pz), Lauria (Pz), Castelluccio Superiore (Pz), Castelluccio Inferiore (Pz), Laino Borgo (Pz). Rotonda (Pz), Morano Calabro (Cs), Castrovillari (Cs). Vienna dunque attraverserà la Napoli – Reggio Calabria dell’800 tra stazioni postali, borghi, antiche taverne!

“Numerosi sono i viaggiatori che nei loro racconti descrivono le taverne dello Scorzo, a partire da Marco Tullio Cicerone, in fuga da Roma nel 58 a.C., fino a Giuseppe Garibaldi, alla testa delle sue camice rosse. Molto rinomate erano le pietanze servite in questi locali  - ha proseguito Luca Esposito - e la buona resistenza dei cavalli e dei muli che si potevano cambiare presso le stazioni di posta. Lungo la Via Regia Borbonica che abbiamo ritrovato non solo è possibile notare le antiche stazioni postali ma anche le taverne ed osterie di allora ed i lavatoi! Ma è tutto il tratto, dalla Duchessa fino ad Auletta, ad essere ricco di osterie, bettole, locali di ristoro, tanto da essere conosciuto fin dall’antichità come Strada delle Taberne, complice probabilmente anche la particolare salubrità dell’aria e l’abbondanza di acque sorgive. E addirittura in alcuni passi letterari del tempo queste Osterie vengono anche ben descritte. Ad esempio ad Auletta c’era una postazione con caserma di gendarmeria e taverna. E questa postazione l’abbiamo ritrovata. Si tratta di una costruzione, all’ingresso dell’abitato di Scorzo. Un edifico di ben due piani con un bel portale in pietra sopra il quale il concio chiave reca inciso l’anno 1821. Sulla facciata campeggia la seguente insegna: dal 1821 “La Taverna” ristorante, pizzeria…”.  

Attraversando l’abitato dello Scorzo si notano diversi portali in pietra, su alcuni dei quali sono visibili le date di costruzione risalenti ai primi dell’Ottocento.

C’è anche la piccola Chiesa di S. Antonio. Costruita nel 1684, come risulta dalla data sul portale di ingresso, si suppone che fosse una chiesa per i postiglioni, le carovane e per i pochi abitanti che gestivano le taverne.  Nei pressi della Torre di S. Angelo della Serra, torretta di avvistamento di epoca longobarda, ci sono i ruderi dell’alloggio del corpo di guardia ma abbiamo ritrovato anche notevoli tratti di una cinta muraria.

E’ una strada molto impegnativa ed in particolare verso Auletta si riscontrano discese e salite in forte pendenza!

Numerose le antiche Taverne riscoperte!

“Poco fuori il centro abitato di Scorzo si incontra sulla destra un grosso caseggiato diruto, posto su due livelli. Si tratta dell’ex Taverna dell’Annunziata  menzionata in un documento del giugno del 1697 in cui si parla anche di una piccola cappella ad essa attaccata . Il fabbricato è evidentemente segnalato anche sull’Atlante Borbonico, sulla destra, subito dopo S. Antonio. Zuppino  è la frazione più grande del comune di Sicignano degli Alburni, anch’essa come lo Scorzo sviluppatasi lungo la consolare regia data la presenza di taverne e ostelli per la sosta dei viaggiatori. Taverne ed antiche fontane, davvero splendide! Infatti nell’attraversare questa piccola località, oltre alle solite costruzioni dai caratteristici portali in pietra di inizio Ottocento – ha continuato Luca Esposito -  si può notare una piazzetta nella quale è collocata, a sinistra, una chiesa risalente agli inizi del Novecento, mentre a destra, sul fondo della piazza, un’antica fontana dalla quale sgorga un forte getto d’acqua. Di sicuro questa fonte era già presente fin dal periodo romano. La località, sulla mappa ottocentesca, viene denominata “Supino” a confermare l’ipotesi di alcuni storici locali secondo i quali il nome prenda origini dall’espressione romana “Sub pinus” (sotto il pino), una grossa conifera che offriva refrigerio ai milites che  sostavano nei pressi di quella che doveva essere la Statio Nares Lucanae. Anche Zuppino era provvista della sua taverna: si tratta dell’edificio che sorge in piazza di fianco alla fontana, oggi palesemente rimaneggiato, ma della cui struttura originaria sono ancora visibili i due massicci barbacani angolari. Denominata anche come taverna “Fiumicello”, perché situata proprio di fianco alla sorgente d’acqua, si ha menzione di essa già a partire dal XVI secolo, mentre in un documento del 1697 viene riproposta una precisa descrizione degli ambienti interni. A circa 200 metri dopo la piazzetta, all’uscita del piccolo centro abitato, sulla sinistra si trova il bivio con la S.P. 36 che conduce al raccordo autostradale Sicignano-Potenza. Tale strada, indicata chiaramente anche sull’Atlante Borbonico, collegava la Strada Regia al Castello di S. Nicandro, oggi detto S. Licandro, un’antichissima struttura militare costruita dai normanni intorno all’anno 1000 e di cui oggi sono ancora visibili i ruderi nei pressi del fiume Tanagro. Dal castello era possibile presidiare il corso fluviale per difendersi dalle pericolose incursioni saracene. Esso viene menzionato già nel 1080 da Amato da Montecassino, nella sua celebre “Historia Normannorum”, citando gli eventi che nel 1054 portarono Guglielmo ed Unfredo di Altavilla, mercenari del principe longobardo di Salerno Gisulfo II, alla conquista della roccaforte, sancendo l’inizio della conquista normanna dell’Italia meridionale, completata nel 1077 con la resa di Salerno a Roberto il Guiscardo. Dal sisma del 1982 il castello è inagibile, ridotto in stato di rudere e raggiungibile solo a piedi mediante una strada in terra battuta.  Il nostro obiettivo è che la Via Regia Borbonica lungo la quale abbiamo ritrovato le antiche taverne, le osterie di un tempo, ben 14 tratte postali ottocentesche ma anche Castelli e Palazzi, possa essere al centro dei fondi PNRR e dei vari bandi divenendo così patrimonio turistico!”.

Via romana Popilia e Percorso Borbonico insieme! Ma anche la Taverna dove alloggiò Giuseppe Garibaldi!

“Anche dopo l’abitato di Zuppino il tracciato stradale borbonico coincide con esattezza all’attuale Statale, mentre non si hanno riscontri certi in merito al percorso della Via Popilia, sebbene alcuni archeologi sostengano che questa cammini pressoché parallelamente alla S.S. 19, lato sinistro, fino al ponte romano sul Tanagro, oltre il quale la consolare romana si inoltra nell’interno in direzione del piano della Cerreta, nel comune di Auletta. Questa teoria è stata rafforzata dalla scoperta dei resti crollati di un ponte sul torrente Petroso – ha concluso Luca Esposito -  rinvenuto nella fitta boscaglia ai piedi del promontorio di Castelluccio Cosentino. Ed ecco la  Taverna dell’Olmo  o Taverna dell’Urmo,  un edificio su due livelli ben conservato, a cui è addossato un muro parzialmente diroccato con un portale ad arco in pietra. L’edificio sorge dove anticamente erano i confini tra Sicignano e Castelluccio e risulta documentato già nel 1697.

Gli appunti di storia locale, infine, parlano della solita sosta, anche in questa struttura, dell’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi. Superata anche la Taverna di S. Giuseppe, altro edificio di interesse storico, la strada incrocia il corso del torrente Petroso, superandolo grazie ad un ponte che conserva la struttura originaria settecentesca, nascosta dalla vegetazione. Il restringimento della carreggiata in corrispondenza del ponte testimonia l’antichità dello stesso. Immediatamente dopo il ponte, esattamente al km 38-II, compare sulla destra la sagoma di un grosso caseggiato rurale: si tratta della Taverna segnalata in mappa dopo il miglio. Dunqur un lavoro durato 8 anni di ricerca che vuole offrire al territorio una grande opportunità per il suo sviluppo turistico!”.