Non solo verso Nord, la Xylella vira a Ovest a pochi chilometri da Matera con i nuovi casi di contagio in provincia di Taranto dove ben 6 ulivi sono stati infettati a Montemesola e 1 a Crispiano, in totale altri 124 ulivi positivi che si aggiungo ai 348 delle comunicazioni precedenti, denuncia Coldiretti Puglia. "Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile – ha denunciato il presidente di Coldiretti Prandini – occorre un deciso cambio di passo con l’importante approvazione in Parlamento del Decreto emergenze, profondamente modificato rispetto all’impostazione iniziale, per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia, anche grazie all’individuazione di varietà resistenti come il Leccino. Si deve quindi intervenire – ha concluso Prandini – per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti".
Una strage che – sottolinea la Coldiretti - avanza inarrestabile a una velocità di più 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato la Puglia, rischia di infettare l’intero mezzogiorno d’Italia a partire dalla Basilicata fino alla Calabria, alla Campania e al Molise. Ma la Xylella secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi arrivando pericolosamente in provincia di Bari ed ora anche a Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione.
In Puglia, dove si produce oltre la metà dell’extravergine nazionale, si è verificato il crollo del 65% del raccolto che – sottolinea la Coldiretti – ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nei campi e nei frantoi con il contagio della Xylella che ha già colpito 21 milioni di piante e il conto dei danni ha raggiunto 1,2 miliardi di euro.
"Nel Decreto Emergenze sono state finalmente inserite misure di semplificazione per l’espianto volontario di ulivi malati dell’area dichiarata infetta, con le opportune deroghe ai vincoli paesaggisti, architettonici e idrogeologi - ha aggiunto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - ed è stata prevista la movimentazione delle piante specificate all’interno dell’area infetta e per fare questo sono stati stanziati fondi per i reimpianti di cultivar resilienti alla batteriosi, in particolare 150 milioni per il 2020 e 150 milioni sul 2021 per il “Piano straordinario di rigenerazione dell’olivicoltura in Puglia”, fondi a valere sul risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020".
Il Decreto ha disposto l’anticipo al 31 luglio della corresponsione dei premi sulla Domanda unica della Pac da parte degli organismi pagatori, pari al 50% del valore richiesto dall’agricoltore e anche la disposizione che rende obbligatoria la durata di 12 mesi per i contratti scritti di fornitura di materie prime agroalimentari normati dall’articolo 62 del decreto legge 1/2012, aggiunge Coldiretti Puglia.
"Serve una strategia condivisa oggi per rendere operativo il Piano Centinaio, approvato il 13 febbraio scorso in conferenza stato-regioni che, partendo dalla moratoria sui mutui per garantire la sopravvivenza dei frantoi salentini, preveda urgenti e necessarie misure per l’integrazione al reddito per 5 anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, e interventi economici a supporto della rottamazione parziale e totale dei frantoi", ha concluso il presidente Muraglia.
Xylella viene ancora definita calamità a sproposito, ma per l’impatto catastrofico e perché non è un evento limitato nel tempo come ogni altra avversità atmosferica, ma è cronico, non può seguire il normale iter e va inserito in un provvedimento legislativo. Dall’Assessorato regionale all’Agricoltura non è arrivata la pronta segnalazione al Ministro della necessità di inserire la richiesta di calamità in deroga in un provvedimento legislativo, in caso contrario non sarà possibile accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale per gli anni 2018 - 2019.
Sotto accusa ci sono le responsabilità regionali, ma anche comunitarie a partire dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam- ha concluso Coldiretti Puglia - una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati.
Lecce, 20 maggio 2019