L’approvvigionamento alimentare - sottolinea la Coldiretti - è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma.
“Nei campi lo scenario è aggravato dalla carenza di personale che sta rallentando o azzerando le fasi di raccolta in pieno campo e in serra di prodotti deperibili. Gli imprenditori agricoli non possono farcela da soli e la mancanza di personale manda in tilt le attività aziendali. La filiera agroalimentare non può fermarsi proprio in questo momento in cui i consumatori sono in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Coldiretti Puglia ha predisposto un vademecum per il lavoro nei campi, con gli operai agricoli che possono raggiungere la sede di lavoro muniti di autocertificazione, devono rispettare la distanza di almeno un metro tra le persone presenti in campagna, in serra e nei locali aziendali, devono avere a disposizione soluzioni igienizzanti e mascherine, mentre non devono essere utilizzati ‘mezzi di trasporto persone’ che assembrino un numero elevato di lavoratori (furgoni e pullman), oltre ad affiggere nei locali aziendali le indicazioni sui comportamenti da seguire.
“Occorre intervenire al più presto - sottolinea Coldiretti - per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti come previsto dall’ultimo provvedimento del Governo”, aggiunge il presidente Muraglia.
Una emergenza esplosa in un inverno caldo che – riferisce la Coldiretti - ha fatto partire in anticipo al raccolta a marzo con le primizie e continuerà d’estate con la frutta come pesche, albicocche e susine per finire a ottobre con la vendemmia.
A breve il problema dalla mancanza di personale si estenderà anche ai lavoratori stagionali provenienti dall’estero, perché tra 2 settimane in provincia di Bari e Foggia ci sarà bisogno di manodopera per procedere con gli impianti e la successiva raccolta dei prodotti.
Sul fronte lavoristico, è ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri solo in provincia di Foggia nel 2018, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
I voucher erano stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 proprio in agricoltura con la vendemmia per le peculiarità dell’offerta di lavoro nelle campagne. Nel corso degli anni successivi quello dei campi – conclude la Coldiretti – è stata l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito) e gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e per questo ora in una situazione di emergenza vanno eliminati.