E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America) sulla valutazione dell'impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, studio realizzato nell'ambito del Progetto H2020 POnTE da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell'Università di Wageningen (Olanda).
La diffusione della Xylella Fastidiosa – ceppo pauca, quello pugliese – causare un impatto economico negativo fino a 20 miliardi, secondo lo studio, mentre il modello bioeconomico, che non ha considerato neppure il valore del patrimonio culturale degli ulivi plurisecolari, ha stimato che Il reimpianto di oliveti con varietà resistenti – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbe però contenere l'impatto in 1,6 miliardi, mentre la riduzione del tasso di diffusione del batterio e della malattia potrebbe evitare danni fino a 1,3 miliardi di euro.
“Dare immediata e piena attuazione al piano con decreti attuativi e bandi ad hoc si tradurrebbe in una boccata d’ossigeno essenziale per le aziende agricole e gli agriturismi che stanno affrontando l’ennesima crisi economica a causa del coronavirus. Il Piano di rigenerazione per l’area infetta del Salento assegna maggiori risorse agli agricoltori con gli interventi compensativi sulle calamità naturali e sulla sottomisura 5.2 del PSR per i reimpianti con varietà resistenti e raddoppia i fondi a disposizione dei frantoi per consentire una adeguata ripartenza e non è ipotizzabile alcun ritardo o rinvio, perché il Salento ha già pagato a caro prezzo gli anni di errori, incertezze e scaricabarile nella gestione della malattia”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 6 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – ricorda Coldiretti Puglia - se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.
“Abbiamo bisogno di un impegno risoluto per salvare la filiera dell’olio extravergine di oliva, consentendo agli agricoltori di espiantare e reimpiantare sbrurocratizzando le procedure così come previsto dal Decreto Emergenze, sostenendo gli agricoltori, i florovivaisti e i frantoiani salentini, tutti in grave crisi di liquidità. Gli agricoltori hanno bisogno di ricostruire il proprio futuro imprenditoriale, anche attraverso la diversificazione colturale, con la immediata spesa delle risorse”, aggiunge il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele.
Gli autori dello studio concludono che, in considerazione dell’attuale indisponibilità di una cura e di incoraggianti ricerche sul controllo dei vettori, la riconversione con varietà resistenti – segnala Coldiretti Puglia - appare al momento la strategia più promettente a lungo termine. I risultati sottolineano la necessità di rafforzare la ricerca in corso sui tratti di resistenza delle cultivar e l'applicazione delle attuali misure fitosanitarie tra cui il controllo dei vettori e la soppressione dell'inoculo con la rimozione delle piante infette.
L'attenzione allo studio da parte di autorevoli testate mondiali, ad esempio la BBC, il Financial Times, The Indipendent, The Guardian, The Times, testimonia un allarme internazionale per l’enorme portata dei possibili impatti futuri dell’epidemia Xf-pauca attualmente in corso in Puglia.