Domenica arriva il vino Novello. Prosit
Tra le prelibatezze enogastronomiche dell’autunno ci sono le castagne i funghi e, naturalmente, del tanto atteso vino Novello. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di un vino rosso, giovane, dal colore intenso e dai forti aromi. Da consumarsi, preferibilmente, entro sei mesi. Resta comunque un buon prodotto anche dopo tale periodo. Si tratta del primo vino della vendemmia 2022 che da domenica 30 ottobre sarà sulle tavole degli italiani. Il vino novello è frutto di un moderno processo di vinificazione che fu scoperto, già nel lontano 1861, dal famoso scienziato francese Louis Pasteur e successivamente perfezionato nel 1934 da un gruppo di ricercatori della stazione scientifica di Narbonne. Cercando di trovare un metodo per la conservazione dell’uva appena raccolta, in quanto allora non esistevano le celle frigorifere, i viticoltori francesi posizionarono i grappoli d’uva sotto una cortina di anidride carbonica per alcune settimane al termine delle quali si accorsero che essi avevano fermentato, diventando gassosi e frizzanti.
Decisero, quindi, di procedere ad una rapida vinificazione, col vantaggio che appena poco tempo dopo la vendemmia il vino era già pronto per essere consumato. Era nata, così, la vinificazione con macerazione carbonica. Il processo di macerazione carbonica è un metodo che garantisce la purezza e qualità. L’uva, raccolta manualmente in cassette, viene posta all’interno di un vinificatore rotativo orizzontale, dove i grappoli rimangono integri. Da questo momento ha avvio la macerazione carbonica, che ha una durata media di 12 giorni in cui avviene una fermentazione intracellulare all’interno dell’acino con una sovrappressione di 60-70 millibar in totale assenza di ossigeno e con una temperatura di fermentazione controllata a 20°C. Infine, i grappoli sono pigiati nelle presse soffici e lo zucchero residuo è trasformato in alcool con la tecnica classica della vinificazione. Tuttavia, negli ultimi 12 anni il consumo di vino Novello è calato tanto da indurre molte aziende vinicole a non produrlo.
Lo scorso anno la Puglia ha prodotto circa 330 mila bottiglie per un giro di affari di 1 milione e 500 mila euro. E pensare che nel 2008 la Puglia aveva prodotto 930 mila bottiglie di novello. In ogni modo, in provincia di Brindisi il vino Novello è particolarmente atteso. La Cantina sociale di San Donaci, la più antica e longeva della provincia di Brindisi, ha prodotto 5 mila bottiglie del novello “Natìo”, quasi del tutto vendute in prevendita. “Grazie a un’annata eccezionale sotto l’aspetto qualitativo il novello prodotto è superlativo – ha confidato il presidente Marco Pagano -. Come sempre il nostro novello è un blend di uve autoctone come la Malvasia e il Negramaro. Il novello di San Donaci raggiungerà tutte le regioni italiane”.
A Mesagne, la Cantina della Riforma Fondiaria ha prodotto il novello “Burriu”. A tracciarne le caratteristiche è il vice presidente, Emanuele Guglielmi: “Il nostro Novello ha i sapori dei frutti di bosco. Il prodotto è ben strutturato, vivace, armonico adatto per questo periodo dell’anno. Inoltre, posso dire che c’è anche un buon mercato, per questa tipologia di prodotto, giacché è stato quasi del tutto prenotato e, quindi, venduto. I principali consumatori sono i giovani”.
Le Cantine di San Pancrazio, sulla via del mare, hanno prodotto il novello “Terre di Sole” con un blend di uve Negroamaro e Malvasia. “Siamo molto soddisfatti della produzione di novello 2022 – ha spiegato il presidente Oronzo Pati – poiché la qualità è molto buona. Sono certo che l’intera produzione sarà venduta in pochi giorni poiché la richiesta è molto alta”.
Antonio Cardone è il presidente della Cantina sociale Upal di Cisternino. “La qualità del nostro novello, prodotto rigorosamente con un blend di uve autoctone, – ha affermato il presidente Cardone - è superlativa, grazie a un’annata eccezionale che ci sta permettendo di vinificare prodotti di prima qualità. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che il nostro novello è stato prenotato tutto in ambito provinciale”.
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Grande attesa dei management aziendali per stappare il primo prodotto vinario targato vendemmia 2022: il vino Novello. Così, dai migliori grappoli di Negroamaro e Merlot, raccolti a mano nei vigneti salentini di proprietà di Cantine Due Palme, nasce Beddu”. Ne parliamo con il presidente di C2P, Melissa Maci.
Presidente Maci ancora poche ore e poi vedrà la luce il primogenito dei vini della presente campagna.
“Il Novello è il primo prodotto della vendemmia 2022, tra quelle a più alto tasso di siccità degli ultimi anni, che ha dato vita ad un prodotto di bassa resa, ma ad alto grado zuccherino. Un prodotto dalla lunga tradizione contadina che, dalla notte dei tempi - questo tipo di vino affonda le radici già in tempi romani quando le fermentazioni avvenivano in giare di terracotta - sancisce il termine della vendemmia e la conseguente produzione e messa in commercio del primo nato; come avviene nella ciclicità della vita dell’uomo, anche la vigna mette al mondo il suo atteso primogenito”.
Ci può spiegare le principali caratteristiche del vostro Novello?
“Si tratta di un vino giovane pronto da stappare, che conquista fin da subito con la luminosità del suo colore purpureo, per poi inebriare con un’esplosione fruttata e rapire con il suo sorso morbido, agile e armonico. Frutto di una scommessa iniziata 6 anni fa e che risulta vincente ogni anno”.
Quest’anno le bottiglie prodotte sono 33.000, ma più della metà sono già state prenotate.
“Un successo di vendita che si ripete ogni anno. Le altre bottiglie saranno disponibili alla vendita a partire dal 30 ottobre come da disposizioni ministeriali. Il successo di Beddu, che continua a crescere ogni anno, è da attribuirsi sia nell’appeal del prodotto, che è un trend accattivante soprattutto tra i giovani, che nella forza di azioni di marketing mirate, frutto di ricerca costante e innovazione perpetua”.
Qualità vuol dire anche investire nella ricerca enologica.
“Certamente. Ogni anno il Novello rappresenta una sfida nella quale amiamo cimentarci insieme a nostro padre, Angelo Maci, fondatore di Cantine Due Palme. Tante sono state le innovazioni che abbiamo portato nell’allevamento della vite; siamo un’azienda che della sostenibilità e della ricerca hanno fatto prerogative dalle quali è impossibile prescindere. Per citare il claim della nostra nuova campagna pubblicitaria sulla sostenibilità posso tranquillamente affermare che il nostro Novello è buono perché è frutto di una terra che sappiamo amare”.
Quindi, anche quest’anno, sarà un’emozione stappare la prima bottiglia della nuova vendemmia.
“Crediamo molto in questo prodotto che ogni anno trova riscontro in un pubblico fedele che lo aspetta con ansia iniziando a preordinare le bottiglie già prima di vederle sullo scaffale. Nonostante i nostri 33 anni di esperienza, continuiamo ad emozionarci davanti a questi risultati e davanti alla fiducia che i consumatori ripongono in noi. Anche quest’anno le mani sapienti di mio padre hanno saputo creare un prodotto unico che saprà conquistare anche i palati più esigenti”.
A questo punto non resta che alzare in alto i calici, in una perfetta fusione tra innovazione e tradizione. Prosit.
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