DOPO XYLELLA OCCORRONO RISORSE REGIONALI, NAZIONALI E COMUNITARIE PER RIFORESTARE IL SALENTO
FORESTE: COLDIRETTI PUGLIA, VIA AL RIPARTO FONDO NAZIONALE; MA DOPO XYLELLA OCCORRONO RISORSE REGIONALI, NAZIONALI E COMUNITARIE PER RIFORESTARE IL SALENTO
Via all’utilizzo delle risorse del Fondo per le foreste italiane relate al 2023, ma servono più fondi regionali, nazionali e comunitari per attuare la riforestazione nel Salento, dove dopo la Xylella va ricostruito un intero patrimonio arboreo e paesaggistico. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, nel dare notizia della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto del MASAF con le modalità di utilizzo dello stanziamento pari a 4.790.000 euro, di cui 83mila euro alla Puglia.
“Occorrono decisamente maggiori risorse – ribadisce Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Puglia - per consentire il ripristino e la riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere, se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali. L’obiettivo è la promozione dell’associazionismo fondiario tra i proprietari di terreni pubblici o privati e la valorizzazione della gestione associata delle piccole proprietà, di quelle collettive e degli usi civici delle popolazioni”, aggiunge Cavallo.
A causa del batterio sono andate perse 3 olive su 4 solo in provincia di Lecce con il crollo del 75% della produzione di olio di oliva. In provincia di Taranto si registrano ulivi secchi a macchia di leopardo, con un calo della produzione in quelle aree del 15%. In provincia di Brindisi la raccolta ha subito una riduzione generale del 20-25% a causa degli eventi atmosferici, con particolare riferimento al lungo periodo di mancanza di precipitazioni e temperature elevate che hanno stressato e indebolito gli oliveti con la continua avanzata della Xylella fastidiosa.
I fondi, sia quelli già stanziati che quelli ancora da destinare, devono dunque finanziarie progetti per la realizzazione della gestione in forma associata delle risorse silvo-pastorali per favorirne la tutela, il miglioramento, la ricostituzione di unità produttive con l’obiettivo di consolidare le attività imprenditoriali e favorire l’occupazione. I beneficiari dell’intervento sono i proprietari o gestori di superfici silvo forestali di non meno di 20 ettari. Il finanziamento si sostanzia in un contributo diretto, che può coprire fino al 100% dei costi ammissibili per realizzare interventi di animazione territoriale per la promozione della gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse silvo-pastorali di proprietà privata, pubblica e collettiva attraverso le forme associate o consortili; costituzione e prima gestione di forme associative o consortili a cui possono aderire i proprietari o gestori delle proprietà silvo pastorali, pubbliche, private e collettive, singoli o associati; redazione di piani pluriennali che favoriscano una gestione attiva e sostenibile del patrimonio fondiario e lo sviluppo di filiere produttive ad essa legate; analisi e ricerche finalizzate alla conoscenza della consistenza e della proprietà del patrimonio forestale e agricolo; ulteriori attività individuate dalle singole regioni e province autonome in relazione alle proprie caratteristiche territoriali e politiche di settore.
La Xylella ha contagiato oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi – denuncia Coldiretti Puglia - che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40% della regione Puglia, a dieci anni dall’arrivo della Xylella in Italia. Una vera e propria tempesta perfetta sugli agricoltori senza reddito da dieci anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva e un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana che vantava, prima dell’arrivo del batterio, ben 60 milioni di ulivi dal Gargano al Capo di Leuca.
“I danni causati dalla Xylella non riguardano solo la disponibilità di olio Made in Italy, ma si allargano anche all’ambiente, all’economia e al turismo con intere fasce di territorio ridotte a distese spettrali di alberi morti in un momento importante per la ripresa dell’economia nazionale”, insiste il presidente Cavallo nell’evidenziare che si tratta di “una situazione che pesa sulla produzione nazionale di olio extravergine di oliva visto che in Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, si arriva quest’anno – sottolinea Coldiretti - a un taglio del 40% delle produzioni a causa della Xylella dei cambiamenti climatici e della siccità”, conclude Cavallo.
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