POMODORO: COLDIRETTI PUGLIA, SERVONO CONTRATTI E PREZZI ADEGUATI
POMODORO: COLDIRETTI PUGLIA, SERVONO CONTRATTI E PREZZI ADEGUATI
CON TRAPIANTI A COSTI RADDOPPIATI; INVASIONE DI CONCENTRATO CINESE
Con i trapianti in corso non esistono certezze per i produttori di pomodoro da industria per la campagna pomodoro 2024
Servono contratti e prezzi adeguati quando i trapianti di pomodoro a costi raddoppiati sono in corso e non esistono certezze per i produttori di pomodoro da industria per la campagna 2024. E’ quanto torna a denunciare Coldiretti Puglia, a tutela di un settore economico per cui al momento non ci sono contratti quadro o prezzi di riferimento, ma devono essere stipulati i contratti con un prezzo di riferimento giustamente remunerativo per le imprese agricole, ricorda la Coldiretti, secondo quanto previsto dalla normativa sulle pratiche sleali.
A fronte degli elevati costi di coltivazione, delle incognite climatiche - non ultima la siccità - e fitosanitarie, delle incertezze internazionali, tra cui i problemi legati al canale di Suez, va valutata attentamente la superficie che ogni singola azienda investirà a pomodoro, non essendoci riferimenti rispetto ai prezzi che potranno essere corrisposti dall’industria.
La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, riferisce Coldiretti Puglia, sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti. La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – insiste Coldiretti Puglia - con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).
E in questo scenario cresce l’importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina che ha rappresentato soprattutto un problema italiano, con distorsione della concorrenza – insiste Coldiretti Puglia - determinata da un prodotto che è arrivato a “pesare”, in termini di prodotto fresco, a seconda delle campagne, dal 10 al 25% della produzione nazionale di pomodoro da industria.
Un mare di pomodoro proveniente da un paese dove le regole produttive, fitosanitarie, ambientali, etiche non sono quelle italiane ed europee, da territori saliti spesso alla ribalta – aggiunge Coldiretti Puglia - per lo sfruttamento delle minoranze e dei prigionieri politici. Ma nell’ultimo anno la situazione è cambiata, con una forte crescita delle importazioni anche nel resto dell’UE. Le proiezioni per il 2023, basate sui dati resi disponibili da Eurostat, dicono che le importazioni, negli altri 26 paesi dell’ UE, sarebbero sostanzialmente raddoppiate.
A livello UE è pertanto necessario a estendere a tutti i 27 Paesi membri l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro (luogo di coltivazione) utilizzato nei derivati, obbligo in vigore in Italia grazie all’azione di Coldiretti, e adottare il principio di reciprocità delle regole UE economiche, ambientali, etiche, anche per i prodotti importati, bloccando l’ingresso del prodotto che non le rispetta.
---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.
Per scriverci e interagire con la redazione contattaci
Ultimi da Redazione
- Taberna Libraria di Latiano, DOMANI l'evento "Il cielo bruciava di stelle" nuovo format musical-culturale
- Evento-convegno «Una CIMA ROSSA per fermare la violenza sulle donne»
- Comune di Brindisi. Mennea: " Stupiscono le affermazioni dell'assessore Amati"
- Riorganizzazione della segreteria cittadina della Lega di Brindisi
- "Oltre le parole": Mesagne celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne