Al G7 i vini di Negramaro e Malvasia Doc di Brindisi

Maggio 09, 2024 814

Una bottiglia celebrativa del “G7”, rigorosamente di Negramaro o Malvasia Doc di Brindisi, per la cena che si svolgerà il prossimo 13 giugno nel castello Svevo di Brindisi, è quanto propone il presidente del Consorzio per la tutela dei vini Dop Brindisi e Dop Squinzano, Angelo Maci. Non solo, ma il presidente ha suggerito di portare in tavola una selezione di vini autoctoni, da loro offerti, per il brindisi globale che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, farà in maniera augurale per la buona riuscita del summit. La proposta del presidente Maci è stata inviata al presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, e al sindaco di Brindisi, Pino Marchionna. “E’ un onore, un privilegio, per la città e il suo territorio, la scelta di ospitare a Brindisi nel castello Svevo la cena di inizio del G7 – ha esordito Maci nella missina inviata alle istituzioni -. Sarà una grande opportunità per Brindisi far conoscere e apprezzare quella che è stata la sua storia millenaria. I vini di Brindisi fanno parte di questa storia. Durante la cena, tra lingue diverse, Brindisi non solo sarà il nome della città ospitante, ma sarà una parola che accomunerà i commensali quando su invito del presidente della repubblica Mattarella si farà un "brindisi" al successo dei lavori del G7”. Infatti, il 13 giugno nel castello Svevo ci saranno molti calici di vino alzati per fare "brindisi di auguri" “e, ci auguriamo, con la speranza per la fine delle guerre e per la pace”. La città di Brindisi durante la cena sarà presente con il suo nome, con il suo castello, il suo porto, con i suoi prodotti enogastronomici e, quindi, anche con i suoi vini. “Sarebbe un'ulteriore riconoscenza e una valorizzazione della città – ha proseguito Maci - se ci fossero bottiglie di Brindisi Doc di Negroamaro e di Susumaniello, i due vitigni autoctoni per eccellenza del nostro territorio. Le cantine brindisine aderenti al Consorzio sono pronte a dare il loro contributo nell'offrire i loro vini Brindisi Doc ed eventualmente anche ad imbottigliare edizioni speciali per l'occasione”. Il vino di Brindisi, e Mesagne, nei secoli ha rappresentato la cultura oltre ad essere stato convivio ed è una traccia del passaggio di popoli. “Brindisi rappresenta il passaggio e l'insediamento prima dei Messapi e poi dei Romani. I primi portarono le viti, i secondi le estesero producendo vini che venivano portati da Brindisi nel Mediterraneo”, ha spiegato il presidente che ha tenuto a sottolineare che “l'agro di Brindisi assieme a quello di Mesagne costituisce l'areale della Brindisi Doc ed è terra di antichi vigneti, alcuni dei quali ancora oggi si estendono sui terreni attraversati dai tracciati delle vecchie strade dell'Appia e della Traiana”.

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