“Foggia con il 5,8% e Bari con il 2,1% rientrano tra le 15 province italiane dove si concentra maggiormente la manodopera straniera occupata nelle campagne – rileva il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – e anche in Puglia la nazionalità di gran lunga più rappresentata è quella rumena. In molte aziende agricole gli stranieri sono stabilmente occupati, tanto da essere parte integrante e imprescindibile nelle attività agricole”.
Per non assistere impotenti al comportamento di soggetti che approfittano della disponibilità di manodopera a basso costo sul mercato interno ed internazionale e, per di più, devono affrontare il “caporalato bianco” della competizione tra prodotti italiani e stranieri, agevolati questi ultimi da forme di “dumping sociale e sanitario” che consente loro di ottenere il miglior prezzo possibile sul mercato, Coldiretti Puglia sollecita l’approvazione in tempi rapidi delle proposte di riforma dei reati alimentari, presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti e mettere freno alla piaga del caporalato bianco.
Da sottolineare, poi, che la filiera agroalimentare, dalla produzione agricola al commercio all’ingrosso fino ad arrivare alla distribuzione organizzata, non è quasi mai governata – aggiunge Coldiretti Puglia - da leggi che contrastino efficacemente l’abuso di potere economico da parte di alcune componenti della filiera rispetto ad altre più deboli.
“I prodotti dell’agricoltura italiana passano nelle mani dei lavoratori stranieri – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - che oltre il 26% del numero complessivo di giornate di occupazione del settore e rappresentano, quindi, una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo. Sono 134mila gli stranieri residenti in Puglia, con una equa ripartizione tra uomini e donne e le province di Bari e Foggia rappresentano i principali poli attrattivi per gli stranieri regolarmente residenti che si stanno sempre più dedicando alle attività agricole e agroalimentari. Lecce, nel dettaglio, secondo i dati, è la provincia più ambita dalla nuova migrazione, seguita da Foggia, una grande risorsa dell’agricoltura pugliese che va valorizzata e difesa da inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”.