Addio agli italiani bot-people?

Novembre 24, 2018 1916

morobianco bruno set 2013(di Bruno Morobianco) Il termine spread negli ultimi anni è diventato di interesse comune e come un malanno di stagione torna a essere protagonista del dibattito politico ed economico. Dalla formazione del governo giallo-verde, le quotazioni dei titoli di stato hanno subito costanti ribassi fino al crollo dell'ultimo mese.

Il governo di Giuseppe Conte ha presentato una manovra finanziaria in controtendenza rispetto ai governi precedenti che si sono succeduti dalle dimissioni di Berlusconi e che ha segnato la stagione dei governi di unità nazionale, del presidente della repubblica di turno o di Renzi, governi molto allineati al mantra "ce lo chiede l'Europa".

Il problema è proprio questa UE, un consorzio di stati indipendenti che hanno ceduto la propria sovranità monetaria per vantaggi e interessi reciproci e personali. L'Italia è di questo consorzio l'eterna malata. Il motivo è legato allo scarso coraggio politico dei partiti di governo, per evitare soprattutto problemi elettorali, i quali sono arrivati lo stesso e per altri motivi. Qualcuno ha paragonato l'attuale tensione dell'alzamento dello spread alla febbre. Perché con la febbre alta, che è un sintomo di altro malessere, si può vivere ma non nel lungo periodo.

Quale soluzione? Una patrimoniale oggi più di ieri è la soluzione tecnica ideale ma non per i partiti di governo che vedrebbero azzerato il proprio consenso elettorale proprio alla vigilia delle prossime elezioni europee in cui i partiti sovranisti, populisti hanno i favori del pronostico, in Italia come nel resto degli altri paesi, e per questo motivo è una via impraticabile. La sottoscrizione forzata dei BTP è stata paragonata alla storica cessione dell'oro alla patria di fascista memoria. Se dovessimo paragonare coi numeri l'attuale situazione dello stato di salute dei nostri BTP rispetto al 2011, quando lo spread raggiunse quota 575 contro i 330 di oggi, si potrebbe paragonare l'attuale momento al Black Friday di ieri, dove gli sconti medi del 30% hanno mosso i desiderata dei consumatori. Purtroppo i comportamenti dei risparmiatori in finanza non sono analoghi alle offerte di altri settori.

La deludente asta dei BTP Italia ha risentito del clima di sfiducia dei risparmiatori italiani che, dal 2000 a oggi, hanno subito ingenti perdite dei loro amati risparmi tra crisi varie, attenti terroristici, scandali finanziari privati fino ai recenti fallimenti delle banche regionali Etruria e qui da noi Bancapulia. Abbiamo una situazione surreale, dove il governo è impegnato a discutere la manovra con le autorità europee che oltre al braccio di ferro politico possono contare a margine della trattiva, sugli operatori finanziari, che da giugno scorso hanno azzerato le posizioni sul debito italiano, sia pubblico che privato. In questo momento storico della nostra giovane repubblica, il risparmiatore italiano dovrebbe sottoscrivere a tutta forza, senza se e senza ma, i nostri BTP visto che le risorse finanziare ci sono sui c/c ferme a tasso zero. I titoli di stato attualmente rendono bene, hanno una ritenuta fiscale del 12.50% contro il 26% di analoghi strumenti finanziari e sono pure esenti da imposte di successione come le polizze assicurative ma senza i loro costi di copertura. Lo scrivo da addetto ai lavori che va contro i suoi interessi professionali.

dott. Bruno Morobianco
Promotore Finanziario

Ultima modifica il Sabato, 24 Novembre 2018 23:21