I pensionati ribadiscono al governo che non sono un bancomat. I continui tagli agli assegni, operati negli ultimi quasi dieci anni hanno portato nelle tasche dei pensionati una perdita pro capite fino a 20 mila euro; ai quali si aggiungono quelli del governo del cambiamento Lega-Movimento 5 Stelle, che attraverso il nuovo meccanismo di rivalutazione in vigore da aprile sottrarrà a chi è in pensione 3,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Altri 100 milioni rientreranno ancora nelle casse dello Stato già nel mese di giugno attraverso un conguaglio con cui i pensionati dovranno restituire una parte di quanto ricevuto a gennaio, febbraio e marzo. Questa è un’insopportabile pressione fiscale sui redditi da pensione, la quale è la più alta in Europa ed è maggiore anche a quella applicata al lavoratore dipendente per effetto delle minori detrazioni. Il pensionato è un ex lavoratore. Ha lavorato fino a raggiungere un reddito di pensione. È giusto di ricevere ciò che ha versato perché quella parte di quota che riceve, serve per cibarsi, per vestirsi, per invecchiare bene per essere supportato da Diritto alle cure. La domanda che si fa continuamente la persona anziana, è del perché il governo e la politica non stanno affrontando le emergenze della sanità e della non autosufficienza? Esiste la 833/78, la quale da poco ha compiuto 40 anni. È ancora lungimirante e la migliore tra quelle europee ; ha carattere universale.
Per la Stu Appia Antica occorre quindi una legge sulla non Autosufficienza, necessaria a sostenere milioni di persone in condizioni di fragilità e le loro famiglie e rilanciare il Sistema Sanitario nazionale e in particolare nel territorio brindisino in modo che non sia solo a disposizione di chi può permetterselo.
Il segretario Tindaro Giunta