- Il generale Fantoni
- Il tenente colonnello Peraldo;
- Il colonnello Camosso;
- Il colonnello Gazzaniga (ex comandante del decimo reggimento degli Arditi);
- Il generale Amantea;
- il generale Oddone
- ed il maresciallo Messe che dirige tutte le organizzazioni monarchiche”.
Il programma delle organizzazioni monarchiche fasciste consisteva:
a) “separare in compartimenti stagni i settori che formano le varie organizzazioni in modo che un eventuale collasso non comprometta i militanti che vi aderiscono;
b) attrarre la classe media italiana che non si riconosce nel CLN (non nel PCI ma nel Comitato di Liberazione Nazionale ndr),
c) redigere un programma in grado di “sedurre l’uomo della strada” privo di cultura, per dargli l’impressione (democraticamente giusto quella ndr) di aver individuato il partito giusto;
d) camuffarsi (per la trasparenza democratica ndr) sotto varie forme, per raggiungere gli obiettivi comuni ai vari movimenti”. (Nicola Tranfaglia <La santissima trinità>). (Da una serie di documenti classificati <<segreto>> sulle “Organizzazioni monarchiche 22/11/1945 Rapp.del Counter intelligence corps. Tna/Pro, Wo 204/12659)
Da queste succinte note storiche si acquisiscono almeno quattro informazioni: Messe era sicuramente un monarchico fascista essendone stato l’emblema del fascismo come pochi altri; era a capo di tutte le organizzazioni monarchiche; brigava, essendone il capo, contro il CLN che aveva guidato la lotta partigiana per la liberazione dell’Italia dai nazisti e dal fascismo; utilizzava metodi di reclutamento o di semplice adesione del tutto oscuri, non trasparenti ed antidemocratici.
Il 21 giugno 1946, -il popolo Italiano aveva scelto la forma repubblicana con il referendum del 2/3 giugno 1946 “il Sis (le barbe finte) segnala che esiste in Roma un fortissimo movimento monarchico deciso a passare all’azione al momento opportuno con un colpo di Stato e rovesciare la Repubblica diretto da generali, ufficiali superiori, esponenti di partiti e grossi industriali. Sarebbero al corrente di tale movimento il generale Badoglio ed il generale Messe, appoggiati dall’ammiraglio Stone”.
Il fatto è noto ed anzi notorio, (giuridicamente che non necessita di dimostrazione) riguardante Montanelli, il quale in un colloquio con l’ambasciatrice americana in Italia Clara Boothe Luce, espone il piano per il colpo di Stato, indicando proprio Messe come capo del futuro governo (peraltro esprimendo un giudizio sulle capacità politiche di Messe non propriamente lusinghiere ed, anzi proprio per quello ritenuto uomo giusto da manovrare: “uno dei pochissimi generali usciti dalla guerra con onore cui forniremo noi le idee che egli non ha. …” (Lettere di Montanelli oggetto della trasmissione Rai Storia Il tempo e la Storia condotta da Massimo Bernardini).
Ancora una volta è possibile trarre delle palesi conclusioni:
- il popolo italiano ha scelto la Repubblica con il famoso referendum del 2/3/giugno 1946;
- il programma di azione contro la Repubblica aveva previsto una prima azione il 24 maggio, una successiva il 10 giugno ed una terza tra la notte del 17/18 giugno 1946. L’operazione non andò in porto per una serie di difficoltà intervenute…. in particolare per deficienza di armi. Pag. 290 op.cit.)
- L’Italia si incamminava verso la democrazia, avendo eletto la Costituente ed avendo scelto la forma dello Stato repubblicana, e già c’era qualcuno che organizzava un colpo di stato con alla guida del successivo governo golpista il Generale Messe, il famoso soldato che dalla gavetta diventerà Maresciallo di Italia per diretta nomina di Mussolini (notoriamente uomo dagli alti sentimenti democratici.)
Nel settembre del 1947, la Costituente è già al lavoro e da lì a pochi mesi avrà terminato la redazione della Carta Costituzionale promulgata il successivo 01/01/1948, il “Foreign Office scrive: vi sono in Italia diciotto formazioni neofasciste. Tra queste alcune sono armate e si addestrano militarmente. Il leader più importante di questi gruppi-le attività dei quali sinora sono state mal coordinate – è il generale Messe.” (op. cit. pag. 319)
Sempre nello stesso periodo, siamo al 22 agosto 1947 il Sis afferma: “in ambienti ex fascisti si assicura che gli Alleati starebbero preparando arruolamenti volontari di soldati ed ufficiali, a parità di condizioni con quelli effettuati tra americani ed inglesi. Si dovrebbe reclutare in Italia un esercito di circa quattro milioni di uomini. Si aveva in animo di affidare l’incarico al generale Bastico, ma questi declinò, e allora lo si sarebbe affidato al generale Messe che si sarebbe già messo al lavoro. …Gli alleati avrebbero già pronte le liste dei caporioni comunisti da prelevare al momento opportuno e chiudere in campo di concentramento per farli poi sparire per non compiere quello che sarebbe stato l’errore del passato”. (pag. 318 op.cit.)
Gli storici si sono occupati anche di verificare con quali fondi queste operazioni golpiste si sarebbero potuto realizzare. Sul punto si rileva : “ E’ giunto a Roma accreditato presso l’ambasciata di Spagna, un inviato di Franco –il dittatore fascista spagnolo omologo di Mussolini- che ha preso contatti con il dr. Cambareri…in occasione di un colloquio preliminare –si legge su una scheda del 9 ottobre- l’inviato avrebbe confidato che la situazione italiana è finora costata alla Spagna, senza alcun risultato, 300 milioni e pare che parte di questo denaro sia stato incamerato dall’UPA (Unione Patriottica Anticomunista) di Messe che prometteva una azione anticomunista e l’adesione al movimento di notevoli forze dell’ordine.”(cfr. ACS Sis Archivio Centrale dello Stato Servizio Informazioni e Sicurezza b.44,f.LP 39 Movimento Anticomunista Spagna 9 ottobre 1947 segreto).
Come si sa, e come la propaganda ripete ossessivamente sconfinando spesso nella apologia della guerra, Messe ha partecipato a tutte le guerre da quella del 15/18 sino alla seconda guerra mondiale. Non partecipò mai alla guerra di Spagna. Una guerra civile che si sviluppò tra il 36 ed il 39 in piena era fascista italiana e Messe, si guardò bene dal partecipare a quella guerra contro il generalissimo Francisco Franco: quella guerra in cui perse la vita il nostro Santacesaria. Franco, evidentemente grato per questa sua fedeltà al fascismo, secondo le fonti citate aveva aperto un canale di finanziamento per sovvertire la giovane democrazia italiana nata dalla lotta di liberazione.
Sarà stato per questo che Giorgio Amendola nelle sue Lettere a Milano pag. 236, parlando della organizzazione della lotta partigiana, dice: “A Roma abbiamo fatto dei progressi in questa direzione. Bisogna invece non riconoscere l’autorità di quei generali che si dicono incaricati da Badoglio e Messe di dirigere la guerra partigiana o che vorrebbero imporsi ai CLN.E’ tutto il problema della direzione della guerra di liberazione che, per le esigenze stesse della guerra, deve stare nelle mani del CLN e non in quelle di Badoglio o del Re.” Aveva visto lungo Giorgio Amendola, ed aveva visto bene: di Messe non si fidava e negli anni successivi alla guerra, ce ne fu la chiara prova.
Il personaggio nell’era repubblicana subì alcune mutazioni politiche (eletto nel 1953 senatore della Repubblica come indipendente nella lista DC; nel 1955 fondò l’UCI –unione combattenti d’Italia- passando in seguito dal Partito Monarchico al Partito Liberale come deputato trasmigrando nel gruppo misto).
Il Dr. Angelo Sconosciuto in una sua approfondita nota pubblicata su RADICI si chiese “Fu Messe capace di scrollarsi di dosso gli anni del regime? Seppe integrare la sua attività parlamentare nella vita democratica della nuova Repubblica. Quale considerazione ebbero i componenti del CNL nei suoi confronti?”.
A queste domande ancora ci si ostina a non dare le dovute risposte che un personaggio complesso come Messe, peraltro, meriterebbe.
Anche noi aspettiamo e nel contempo rigettiamo fermamente ogni misera provocazione che nulla ha a che vedere con lo studio del personaggio.
1 aprile 2020 Il Direttivo ANPI
Sezione di Mesagne Eugenio Santacesaria