DeMiccolis. La Regione Puglia e il gap in agricoltura

Ottobre 14, 2020 728

Anche per la Coldiretti la chiusura della vendemmia 2020 è occasione per stilare un bilancio dell’attività svolta dai propri viticoltori. A presiedere la più estesa organizzazione di produttori della provincia di Brindisi è il presidente Filippi De Miccolis Angelini.

Presidente le aspettative della vendemmia sono state centrate. Qualità buona, prodotto in calo.

“Certo. La vendemmia 2020 è ottima in termini di qualità anche se in alcuni casi la quantità è stata al di sotto delle aspettative. I nostri bianchi, rosati e rossi, anche quest’anno, saranno eloquenti ambasciatori della nostra agricoltura e dell’alta professionalità degli agricoltori brindisini. Purtroppo, registriamo come sempre anche delle mosse speculative che, nonostante l’alta qualità del prodotto, non sempre hanno garantito il giusto prezzo e corretti rapporti all’interno della filiera, creando speculazioni particolarmente deplorevoli in un momento di criticità come quello attuale. In ogni caso questa vendemmia non potrà colmare i danni avuti per il lockdown ed emergenza Covid, è sarà necessario mettere in campo sforzi non ordinari per sostenere questo settore fondamentale”.

Il 2020 si è caratterizzato anche per diverse avversità atmosferiche che hanno inciso sui bilanci aziendali.

“Si è trattato di eventi atmosferici improvvisi ed avversi. Ormai non sono più l’eccezione e, colpendo a macchia di leopardo, spesso sfuggono alle tutele della vigente normativa in materia di calamità naturali. Si è rischiato di veder sfumare i sacrifici di un anno in poche ore e, in ogni caso, le forti piogge e i venti hanno provocato un aumento dei costi e problemi rilevanti anche nella viabilità rurale, sempre più compromessa ed oggetto di abbandono. Inoltre, potrà sembrare paradossale, sono tantissime le zone che hanno vissuto e vivono tutt’ora una perdurante siccità. Si subisce sempre più, quindi, il paradosso di vedere scorrere a mare tonnellate di acqua preziosa per l’agricoltura che viene sprecata solo per mancanza di infrastrutture, investimenti e visione strategica”.

La Regione Puglia, dunque, continua a non incidere con determinazione su un comparto in   crisi.

“Purtroppo è così. Ad esempio da noi è stato un vero flop la vendemmia verde e la distillazione di crisi. La Puglia ha assorbito solo il 16% delle risorse nazionali messe a disposizione. I nostri competitors sanno avvantaggiarsi di tutte le opportunità che vengono date. Ad esempio i francesi hanno potuto destinare alla distillazione sia i vini comuni che quelli con le denominazioni di origine come lo Champagne”.

E allora cosa bisogna fare?

“Va immediatamente attivata, anche in Puglia, la cosiddetta “Misura 21 Covid” in modo da ristorare le cantine e dare sostegno ulteriore alle imprese vitivinicole, premiando soprattutto chi fa qualità e produzioni distintive. Sicuramente bisogna ancora fare tanto, la Puglia ha acquisito un suo ruolo nel mercato internazionale, ma è ben lontana dalle performance e dalle capacità di remunerazione per gli agricoltori dei nostri competitors. Basti pensare al valore di un ettaro di vigna nel brindisino e quante vale nel nord Italia o in Francia. Bisogna avviare, con urgenza, campagne promozionali regionali, nazionali e internazionali per evitare che il lockdown e la crisi relativi al Covid ci facciano perdere spazi di mercato che con grandi difficoltà le nostre cantine avevano acquisito”.

Agli agricoltori che strategie consiglia per il futuro.

“Il vino si vende quando si riesce a vendere un territorio, è pertanto importante che si riesca a posizionare il prodotto pugliese nei mercati internazionali in modo distintivo. È necessario che venga costruita una immagine della Puglia enogastronomica che si traduca poi nel territorio in un enoturismo di qualità e che sappia fare sistema. Dobbiamo far sì che i nostri ristoranti ed agriturismi siano i primi ambasciatori di questo percorso facendo sinergia con produttori e cantine”. 

 

 

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