Il caso riguarda un associato della Confconsumatori rimasto senza telefono fisso per 78 giorni, “sballottato” tra due gestori telefonici, il quale per risolvere il problema aveva dovuto chiedere l'attivazione al suo vecchio gestore di un nuovo numero.
Tutto era iniziato quando l’utente si era trovato ad essere cliente di un gestore senza aver mai firmato nessun contratto.
Il Giudice di Pace, però, dopo una battaglia giudiziale durata circa due anni ha accolto le richieste del consumatore condannando il gestore a corrispondere € 1.000,00 a titolo di risarcimento del danno.
Il Giudice di Pace ha censurato la possibilità che vi sia un passaggio automatico da un operatore a un altro senza un documento scritto che attesti l'effettiva sottoscrizione di un nuovo contratto e l'effettiva volontà dell'utente: «Per inciso- si legge nella sentenza -questi gestori (tutti), dovrebbero cessare di estorcere nuovi contratti con metodi dubbi (senza ordini veri ma solo ventilati) e poi con ritardi nella riattivazione del precedente gestore, nella speranza magari che l'utente, fiaccato, ceda all'utenza in corso di cambiamento».
“Siamo soddisfatti per questa importante vittoria ottenuta da un nostro associato – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Componente del Consiglio Direttivo Nazionale della Confconsumatori -. Purtroppo le controversie tra consumatori e gestori telefonici sono in costante aumento, come dimostra la circostanza che ogni settimana la nostra Associazione è contattata da utenti che chiedono informazioni relative al settore delle telecomunicazioni molto spesso per avere subito l’addebito per servizi non richiesti o, addirittura, come il caso esaminato dal Giudice di Pace per essersi trovati a loro insaputa con un gestore diverso da quello proprio. La sentenza ottenuta è particolarmente importante, oltre che per il risarcimento ottenuto dal consumatore, per la censura mossa dall’Autorità Giudiziaria alle modalità con le quali spesso avviene la stipula di determinati contratti”.