“Non è in discussione il lavoro egregio dell’ente camerale foggiano. Qui ad essere inaccettabile è il dato di fatto secondo cui l’osservatorio dei prezzi, che viene chiamato impropriamente borsa, genera settimanalmente un listino che tiene conto esclusivamente dei contratti tra commercianti e trasformatori, la parte agricola rischia di essere mera spettatrice delle trattative tra gli anelli più forti della catena cerealicola. Dunque, la partecipazione degli agricoltori è risultata inutile ai fini della fissazione dei prezzi di mercato, ormai al di sotto dei costi di produzione e per questo nessuno si stupisca d’ora in avanti dell’assenza della parte agricola. Ribadiamo la richiesta al Governatore Emiliano che il tavolo cerealicolo regionale approdi ad un accordo di filiera tra le parti che preveda un prezzo del grano mai al di sotto dei costi di produzione”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a preannunciare l’avvio di una nuova fase di mobilitazione fino a quando non saranno affrontate una volta per tutte in maniera drastica le tre storture fondamentali che condizionano l’andamento del settore, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo.
“Per fare un chilo di pasta serve 1,3 Kg di grano. Ciò significa che per ogni pacco di pasta acquistato al costo di euro 1,85 – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - solo €0,23 servono a remunerare il prodotto agricolo con il prezzo di un pacco di pasta che moltiplica 8 volte dal campo allo scaffale. La inaccettabile remunerazione del prodotto locale è direttamente collegata all’import non stop di grano dall’estero che continua ad invadere quotidianamente i porti di Bari, Manfredonia e Barletta. Le importazioni selvagge evidenziano una grave dipendenza del sistema industriale dall’estero”.
Serve l’etichettatura obbligatoria di pasta e pane che informi sulla provenienza geografica, sulla qualità e salubrità del cibo – chiede Coldiretti Puglia – perché c’è bisogno di uno strumento forte di protezione dei prodotti, nonché di garanzia per i consumatori, che avranno quanto meno l’opportunità di fare scelte di consumo consapevoli, potendone premiare la qualità.
La Puglia, leader nel settore agroalimentare in numerose filiere, è una delle aree che può trarre maggiori benefici dall’etichettatura obbligatoria degli alimenti, poiché le sue produzioni potranno essere garantite, certificate e tutelate.