Redazione

Un incidente stradale si è verificato intorno alle ore 14,30 di oggi su via Torre Santa Susanna angolo via Foggia. A scontrarsi sono state un'auto e una moto. Ad averne la peggio è stato il centauro che è finito per terra. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani di Mesagne e un'ambulanza del 118. Fortunatamente il centauro ha riportato solo alcune escoriazioni. Il sinistro è stato rilevato dalla polizia locale che ha avviato le indagini per ricostruire la dinamica e addossare le responsabilità. 

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 12 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 10932 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 615 casi positivi: 209 in provincia di Bari, 45 in provincia di Brindisi, 79 nella provincia BAT, 37 in provincia di Foggia, 105 in provincia di Lecce, 130 in provincia di Taranto, 7 casi di residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 36 decessi: 22 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BT, 4 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.344.907 test.

196.496 sono i pazienti guariti.

41.549 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 244.233, così suddivisi:

92.964 nella Provincia di Bari;

24.291 nella Provincia di Bat;

18.504 nella Provincia di Brindisi;

43.834 nella Provincia di Foggia;

25.170 nella Provincia di Lecce;

38.307 nella Provincia di Taranto;

783 attribuiti a residenti fuori regione;

380 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Orari e informazioni sulla riapertura dei beni culturali di Brindisi. Riaprono i beni culturali e l'amministrazione è a lavoro per creare una sinergia con i soggetti gestori per una migliore fruizione del patrimonio culturale e della destinazione turistica.

“Nell'ambito del percorso partecipato avviato con tutte le categorie del territorio interessate al turismo, abbiamo organizzato un incontro con i gestori di tutti i beni per condividere una linea comune, anche per migliorare la presenza dei nostri attrattori sulle principali piattaforme di ricerca on-line, per consentire l'aggiornamento puntuale delle informazioni in modo che sia comprensibile al turista che visita Brindisi quali sono le varie opzioni”, dichiara l’assessore a Turismo, Marketing territoriale e Brindisi creativa Emma Taveri.

Di seguito gli orari di apertura:

Palazzo Nervegna, il Tempietto di San Giovanni al Sepolcro e il Monumento al Marinaio riaprono dal lunedì al venerdì con i seguenti orari:

- Palazzo Nervegna: 9-21;

- Tempietto di San Giovanni al Sepolcro: 8-20.30;

- Monumento al Marinaio e Cripta: 10-18.

Sabato e domenica, solo su prenotazione, per la fascia oraria 10-12.30 e 17-20, utilizzando l’app “Io Prenoto”. Solo se perverranno prenotazioni sull’app entro il venerdì, i beni saranno aperti nel fine settimana.

La Palazzina Belvedere con la collezione archeologica Faldetta è visitabile tutti i giorni, compresi i fine settimana, con orario 9-13 e 15.30-19.30, preferibilmente su prenotazione all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o attraverso l’app “Io Prenoto”.

Presso la Casa del Turista, da lunedì a venerdì con orario 17-20, è possibile visitare il piano terra e gli scavi, mentre sabato e domenica si può effettuare il percorso History Digital Library con prenotazione effettuata sul posto nei giorni di apertura.

Per informazioni rivolgersi all’Info Point Brindisi presso Palazzo Nervegna, aperto da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 19, oppure ai numeri di telefono 0831229784 e 342101314 e all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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POMODORO: COLDIRETTI FOGGIA, PER LA TUTELA DI PRODUTTORI E CONSUMATORI SERVE LA D.O.P. PUGLIA; COSTITUITO IL COMITATO PROMOTORE.

Si è costituito presso la Coldiretti Foggia il Comitato promotore della D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) ‘Pomodoro di Puglia’ per avanzare la domanda di registrazione Ue che tuteli la produzione e la trasformazione del pomodoro allungato pugliese e per perfezionare l’opposizione formale al MIPAAF avverso il disciplinare di produzione pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo scorso per il riconoscimento della IGP ‘Pomodoro Pelato di Napoli’.

“Non è accettabile che venga commercializzato un prodotto che si fregia di un marchio comunitario così fortemente distintivo, senza che ci sia alcun obbligo di utilizzare i pomodori del territorio al quale la indicazione si ispira.  Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata che da sola produce il 90% del pomodoro lungo”, spiega Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, riferisce Coldiretti Foggia sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.

La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – insiste Coldiretti Foggia - con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).

Nel caso in questione, con il termine “Pomodoro pelato di Napoli”, come riportato nell’art. 2 del disciplinare – aggiunge Coldiretti Foggia - viene difatti identificato con una conserva di pomodoro indifferenziata dal punto di vista commerciale. Dal punto di vista qualitativo, le uniche caratteristiche del prodotto dichiarate che presentano elementi più restrittivi sono: 3% del peso sgocciolato in meno; 1,5% del residuo ottico in meno; un volume del pomodoro 7% in più rispetto lo standard senza lesioni o deformazioni; 0,7 cmq/100g di residui di bucce in meno, oltre che un 10% in meno presenza di muffe.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Foggia, coordinato dal professor Antonio Stasi, ha dimostrato quanto il processo industriale che consente l’ottenimento di un prodotto con tali caratteristiche, di fatto – insiste Coldiretti Foggia - possa essere effettuato in qualsiasi stabilimento di trasformazione e non corrisponde a una qualità premium che può essere facilmente identificata dal consumatore finale. Seguendo tale logica, risulta debole il legame tra Indicazione Geografica e una data qualità, così come invece richiesto nell’art.5 del Reg. UE 1151/2012. Di fatti, il senso dell’IG sta nella valorizzazione e la promozione di un prodotto al fine di tutelarne la specificità.

“Il pomodoro potrebbe provenire da qualsiasi area, definendo nell’art.5 del disciplinare solamente i tempi di stoccaggio massimi, e la qualità del pomodoro in entrata non è identificata da parametri qualitativi più restrittivi che consentano al prodotto finale di avere proprietà organolettiche caratterizzanti, inserendo come unico elemento “la coltivazione seguendo i metodi di lotta integrata o biologica”. Anche perché il disciplinare identifica come area di produzione le Regioni quali Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia. Viste le statistiche delle produzioni, il “Pomodoro pelato di Napoli IGP” includerebbe conserve il cui pomodoro è prodotto per il 90% dei casi nella Regione Puglia”, stigmatizza Piccioni.

Nelle indicazioni geografiche, infatti, l’informazione sulla provenienza geografica – aggiunge lo studio dell’Università di Foggia - costituisce l’elemento fondamentale che consente ai consumatori di identificarli e distinguerli da prodotti concorrenti di diversa area di produzione. Il disciplinare in discussione, utilizzando il nome prescelto, assegna il legame, quindi il meccanismo di identificazione dell’IG esclusivamente con la città di Napoli. Questo è giustificato descrivendo l’utilizzo nella cucina del pomodoro pelato dal 1700 e dalla presenza della dicitura “Napoli” in alcuni marchi commerciali, con specifica destinazione oltre oceano (art. 6 del disciplinare). Nel caso in questione, la possibilità di identificare con “Napoli” un pomodoro prodotto nella maggior parte dei casi in aree diverse e appartenenti ad altre regioni italiane risulterebbe fuorviante per i consumatori e, contrariamente a quanto voluto nella visione strategica delle indicazioni geografiche e dallo stesso Regolamento, sarebbe a detrimento della reputazione territoriale di Napoli e della Regione Puglia, quando invece il matching perfetto tra prodotto e luogo di origine dovrebbe rappresentare la leva e il valore immateriale da tutelare con la proprietà intellettuale di cui godono le IG.

E’ a tutti nota la posizione di Coldiretti Puglia sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo alla base dei cibi trasformati che arrivano sulle tavole dei consumatori, per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa dell’origine dei prodotti agroalimentari.

D.O.P. e I.G.P. sono marchi europei che  identificano – spiega Coldiretti Puglia - prodotti che possiedono caratteristiche peculiari, legate da origini storiche al determinato territorio indicato nella denominazione, e dalla accurata e precisa applicazione di un disciplinare di produzione. Di scelta del Ministero delle Politiche Agricole l’area delimitata e la nomenclatura, basate su comprovata ricostruzione storica che i consorzi di valorizzazione devono documentare.

Per i prodotti DOP è previsto che tutto il processo produttivo avvenga nell’area delimitata dal disciplinare di produzione, trasformazione e confezionamento inclusi, mentre per le produzioni IGP, invece, non esistono gli stessi vincoli – conclude Coldiretti Puglia -  in particolare nessun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la IGP si ispira.

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Martedì 11 maggio AGER Puglia ha consegnato all’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana 10 fototrappole per rafforzare il contrasto all’abbandono illecito dei rifiuti.

“Grazie a questi strumenti – spiega l’Assessore all’Ambiente Antonio Martina – potremo presidiare in contemporanea più punti dell’agro francavillese per arginare l’abbandono dei rifiuti nelle campagne. Per sradicare questo fenomeno, che deturpa l’ambiente e rappresenta un pericolo per la salute delle persone, è importante individuare gli autori seriali.”

Le 10 fototrappole, concesse in comodato d’uso gratuito, sono il frutto della partecipazione del Comune all’Avviso Pubblico promosso dall’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER) con lo scopo di incentivare il controllo sul territorio. In questi mesi, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, le violenze nei confronti delle campagne francavillesi non si sono attenuate.

“L’abbandono dei rifiuti – prosegue l’Assessore – è un crimine che testimonia l’assoluta mancanza di rispetto per la propria terra. Ogni giorno riceviamo segnalazioni da parte di cittadini esasperati. La bonifica dei siti ha dei costi elevatissimi, inseriti nelle voci di spesa corrente, che non ci consentono di intervenire con tempestività. Per questa ragione è importante agire in sinergia con altri enti, così come è avvenuto nei mesi scorsi con ANAS con cui abbiamo firmato un protocollo d’intesa per la pulizia delle complanari.”

L’ultimo intervento di bonifica in ordine di tempo ha interessato contrada Guardiola. Qui sono stati investiti più di 20 mila euro per la rimozione dei rifiuti e la pulizia dell’area. Le fototrappole installate prima dell’avvio dei lavori hanno pizzicato diversi habituè, che qui lasciavano rifiuti domestici e non.

“Le fototrappole sono uno strumento utile, ma dispendioso – prosegue l’Assessore Martina – una volta ricevute le immagini occorrono molte ore per visionare i video e individuare i trasgressori. Un aiuto potrà arrivare dal nuovo contratto per la gestione dei rifiuti che introdurrà la raccolta differenziata nelle campagne con la conseguente eliminazione dei cassonetti. Abbiamo constatato, rimuovendo le isole ecologiche mai entrate in funzione in Città, che c’è una correlazione tra abbandono dei rifiuti e presenza di punti di raccolta.”

La frequenza e la tipologia dei rifiuti abbandonati hanno spinto lo scorso settembre il Sindaco Antonello Denuzzo a sporgere una denuncia contro ignoti ipotizzando una vera e propria attività non autorizzata di gestione di rifiuti poi lasciati in Città e nell'agro.

“Nei prossimi giorni con l’Ufficio Ambiente e il Comando della Polizia Locale – conclude l’Assessore Martina – predisporremo un piano di lavoro per sfruttare al meglio le nuove risorse a nostra disposizione. Per migliorare lo stato delle nostre campagne è importante la collaborazione di tutti perché la repressione da sola non è sufficiente.”

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I fratini di Torre Guaceto stanno mettendo su famiglia. Ma c’è chi mette a rischio la vita dei loro piccoli: gli utenti che entrano in riserva con i propri cani noncuranti dei divieti e del fatto che questa specie sta rischiando l’estinzione. 

 Il fratino è un uccello tanto piccolo, quanto importante per l’ecosistema, eppure la sua stessa sopravvivenza è messa gravemente in discussione. 
La pulizia delle spiagge svolta con l’impiego di mezzi meccanici è letale. Lo spostamento di macchinari pesanti sull’arenile e l’azione non selettiva di raccolta dei rifiuti depositati sull’arenile, infatti, distrugge i nidi. Ogni uovo rotto è un piccolo che non vedrà mai la luce e rappresenta una speranza in meno per la vita della specie.
Consapevole di quanto siano delicati degli habitat della riserva e quanto sia fondamentale tutelare le specie animali che popolano la costa, sin dalla sua istituzione, il Consorzio di Gestione dell’area protetta di Torre Guaceto si è sempre assicurato che la pulizia delle spiagge della riserva venisse svolta esclusivamente a mano. 
Inoltre, come da norma nazionale, a Torre Guaceto è vietato l’accesso ai cani. Tale imposizione è dovuta alla necessità, ancora una volta, di proteggere gli animali selvatici che vivono in riserva. 
Molto spesso chi ha un cane in famiglia e lo ama e rispetta come è giusto che sia, reagisce male al divieto, interpretandolo quale una sorta di intolleranza nei confronti degli amici a 4 zampe, o asserendo che il proprio cane non nuocerebbe mai ad un altro animale. Così non è. 
Innanzitutto, si sottolinea che Torre Guaceto, in quanto area protetta, non è una località come tante altre, ma una riserva per l’appunto, quindi, chi desidera visitarla, deve rispettare le norme imposte per la tua tutela. 
Secondariamente, il rischio che un cane predi i piccoli di fratino, anche solo per gioco, o distrugga le sue uova, è talmente alto da non poter essere ignorato, non solo, non è necessario che questi provino a cacciare i piccoli per metterli in pericolo, la loro sola presenza spinge i genitori ad abbandonare i nidi e così, la speranza della riproduzione si annulla. 
Inoltre, come è noto il cuore della riserva, a mare è categorizzato quale zona A, ossia l’area più delicata dell’area protetta, nella quale, di conseguenza è vietata la balneazione. Eppure ogni estate numerosi bagnanti si immergono nella laguna della torre aragonese e, come se non fosse già abbastanza, stazionano sulla relativa spiaggia con i propri cani. Uno sfregio a Torre Guaceto e alla coppia di fratini che ogni anno nidifica proprio sulla sabbia della laguna. 
Come è noto, il Consorzio di Gestione della riserva non ha un ruolo di polizia giudiziaria, quindi, nulla può contro chi viola il regolamento di Torre Guaceto, se non richiedere l’intervento delle forze dell’Ordine. 
In tutta la riserva è sparsa cartellonista informativa, quindi i divieti e le loro ragioni sono ben noti a tutti, ma poco cambierà fin quando chi frequenta l’area protetta non la rispetterà davvero. 
Quest’anno, come ogni primavera, il personale del Consorzio ha condotto un apposito monitoraggio scientifico finalizzato alla rilevazione della presenza dei fratini ed è emerso che la specie, che peraltro vive stabilmente in riserva, ha ripreso la nidificazione in siti sparsi lungo tutto il tratto di costa protetto. 
A breve nuovi piccoli di fratino verranno al mondo, è necessario che chi vuole vivere Torre Guaceto pensi a loro prima di mettere in atto comportamenti che potrebbero danneggiarli. 

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Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle numerosissime attività investigative avviate sui territori di Puglia e Basilicata e spesso conclusesi in altre regioni italiane o all’estero, ha restituito nel 2020, al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi. Le attività delinquenziali connesse ai beni culturali, infatti, hanno sì risentito della crisi pandemica, ma hanno trovato un florido sbocco nel commercio illecito a mezzo e-commerce.   

carabinieri tutela patrimonio storico (3)Sotto l’aspetto repressivo, le investigazioni a contrasto delle aggressioni al patrimonio culturale pugliese e lucano concluse lo scorso anno, hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 90 persone per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reati previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.

28 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a seguito degli esiti investigativi delle indagini.

Nell’arco dei dodici mesi sono stati complessivamente sequestrati 1.329 beni (contro i 531 del 2019), di cui 126 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 19 reperti paleontologici, 1.181 reperti archeologici e 3 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 1.530.000 per i beni autentici e di € 7.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali.

Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e in Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2020, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici iniziative investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 6 persone per lo specifico reato di scavo clandestino. L’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti, come detto, canale preferenziale per la compravendita di arte, ha permesso il recupero di 1.181 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. dei quali 871 monete di natura archeologica e il contestuale deferimento all’Autorità Giudiziaria di 66 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato. 

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Pronti ad aprire un importante sbocco da e verso la nostra città. Il "famigerato", ponte ferroviario di via Brindisi finalmente ha avuto la sua manutenzione straordinaria che ne consentirà il transito in sicurezza con il doppio senso di circolazione. A breve sarà consegnato alla città, espletati gli ultimi accorgimenti burocratici. "Ancora un grazie ai miei uffici che con scrupolosa attenzione, ogni giorno, seguono sia i lavori in fase di realizzazione e sia i lavori che devono iniziare", ha chosato l'assessore ai lavori pubblici, Roberto D'Ancona.

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L’Associazione Nazionale Bande da Giro apprende con favore ed entusiasmo le dichiarazioni rilasciate dal Direttore Generale del Turismo e Cultura della Regione Puglia - dott. Aldo Patruno - durante la conferenza stampa di presentazione per illustrare le nuove azioni adottate per la ripartenza delle filiere del Turismo e della Cultura, attraverso interventi di sostegno, semplificazione, programmazione e riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche pugliesi.

In questo contesto, in cui si valorizzano attività che, storicamente, fanno parte del patrimonio identitario regionale, come luminarie, fuochi e bande da giro, riveste particolare importanza la programmazione per la concessione di un contributo regionale di 1 milione di euro, denominato “Promozione integrata del territorio attraverso la valorizzazione dei tratti identitari", destinato ai comuni pugliesi per la realizzazione e la valorizzazione delle feste patronali.

Questa operazione congiunta tra il Teatro Pubblico Pugliese - che coordinerà Comuni ed operatori - e Puglia Promozione - che gestirà la campagna pubblicitaria - intende favorire la ripartenza di questi settori, dopo il lungo stop causato dall’emergenza sanitaria

L’Associazione, che aveva ospitato il dott. Patruno nell’evento online 18 aprile, in cui si era discusso circa la situazione attuale e futura delle bande musicali anche livello legislativo, esprime soddisfazione per le misure adottate dalla Regione Puglia a tutela delle bande da giro – considerate elemento distintivo della nostra terra - e auspica che misure analoghe possano essere promosse anche da altre Regioni.

Inoltre, la ANBG si rende disponibile a collaborare con le istituzioni della Regione Puglia per la realizzazione di un censimento e creazione di apposito albo delle bande da Giro, nonché per la stipula di apposita convenzione per la ripartenza in sicurezza di tutte le attività artistiche e culturali.

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Emergenza epidemiologica: oggi a Mesagne si contano 3 nuovi casi e 5 guariti, sono 199 le persone attualmente positive.