Redazione

Il Sindacato  Cobas Brindisi unitamente alla “Voce del Cittadino” di San Vito dei Normanni, “Comitato No Enfiteusi” di San Michele Salentino, “Tavolo Verde” di Palagianello, sostengono la realizzazione di un sit in  Mercoledì 24 Luglio a partire dalle ore 9,00 in Piazza Matteotti ,davanti il Comune di Brindisi, insieme  ai cittadini interessati al problema della Arneo.
Consegneremo un documento al Signor Sindaco di Brindisi , Pino Marchionna , per chiedere un suo incisivo intervento presso la Regione Puglia ed atti istituzionale del Comune di Brindisi , il tutto a difesa di cittadini inermi .

Siamo pronti ad una denuncia in Magistratura contro l’Arneo per soldi che chiede per le case non avendo nessun titolo ed per gli agricoltori a cui non da nessun servizio.

Brindisi 23.07.2024

Per le associazioni ed i cittadini interessati Roberto Aprile

“Le Cumbinate - Ritmi intorno all'equatore”, spettacolo musicale a cura dell’Associazione “Giro di boa”, col patrocinio del Comune di Mesagne: si terrà stasera, martedì 23 luglio, a partire dalle ore 21 presso l’atrio del Castello comunale; l’ingresso per assistere è gratuito.

La formazione è composta da: Marta Maggioni alle percussioni; Sabrina De Mitri, voce e sax; Lucia Chezza alla chitarra, percussioni, cori; Rossella Di Donna voce e ukulele; Federica Guido, voce e sax; Elisa Ficarella alla fisarmonica, basso e cori; Elena Nel Mondo alle percussioni, danza, cori.

Partner dell’evento: “Colture Urbane associazione”. "Siamo un gruppo di donne, un cerchio di frequenze. Siamo una famiglia sonora ed emotiva. Sette musiciste che vibrano insieme creando musica", è la definizione che dà di se stesso il gruppo musicale. Berimbao, ukulele, pandeiro, ottoni e voci girano attorno al suono del tambor, attingendo ai ritmi atavici delle mitologie afro-amerindie, la world music spazia dal Samba Brasiliano alla Cumbia Colombiana, dal Reggae all’Afro-beat fino al pulsare essenziale di percussioni e voci, toccando sonorità latine, tribali ed etniche. Un concerto tutto al femminile dal sapore sudamericano, ma anche una proposta groove eclettica e travolgente che farà ballare e divertire il pubblico.

Gli ispettori dell'Asl Br1 hanno eseguito un controllo all'interno di un salone di acconciature per signore. Durante tale controllo hanno notato che all'interno della stessa struttura erano presenti delle attrezzature utilizzate per eseguire attività di estetista per la quale non era presente nessuna autorizzazione. Pertanto tale attività, in assenza di titolo di legge, era del tutto abusiva. La struttura è organizzata in due zone. Nella 1° “zona SPA”, è stata rilevata la presenza di prodotti per estetista e di “listino prezzi estetica 2024” relativo alle prestazioni dei trattamenti di estetica, massaggi ed epilazione anche con l’utilizzo di laser; Nella 2° “zona SPA”, è stata trovata accessoriata con attrezzatura per l’attività di acconciatore, quale tricocamera, poltrona con lavabo per “il lavaggio con acqua depurata per effettuare pulizia cute” così come dichiarato dall’interessata. In quest’ambiente, inoltre, è presente anche attrezzatura per l’attività di estetista, ovvero: lettino, RVB SKINTECH – DERMA FREQUENCY 3D, RVB SKINTECH – PRESSO THERAP, LASER TRIPLE GREDIS (epilazione laser). Si precisa che per quest’ultima apparecchiatura è stato fornito documento di trasporto n. del 02.02.2024 e contratto di noleggio di apparecchiature medicali e/o estetiche. Pertanto gli ispettori hanno diffidato la parrucchiera al non utilizzo dell’attrezzatura di estetista e al non attivare l’attività di estetista in assenza delle relative procedure previste in ordine alla comunicazione inizio attività e/o adempimenti amministrativi.

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Brindisi, 22 Luglio 2024 -  61 annunci di lavoro per 115 figure professionali: è il dato registrato nella settimana dalgiugno al 29 luglio, relativamente alla ricerca di personale nell’ambito territoriale di Brindisi ed inserito nel Report settimanale appena pubblicato, visionabile al seguente link: undefined. Le offerte, consultabili sul sito o sull'app “LavoroxTe Puglia”, sono quotidianamente aggiornate e monitorate dagli operatori dei Centri per l’impiego e veicolate anche tramite la pagina Facebook “Centri impiego Brindisi e provincia”, attraverso la quale è possibile restare sempre aggiornati sugli annunci di lavoro attivi e sugli eventi di orientamento organizzati su tutto il territorio.

Questa settimana si registrano 44 posti vacanti nel settore ristorazione su Brindisi e provincia, edilizia 26, vigilanza 6, turismo 5, tecnico 4, metalmeccanico 4, amministrativo 4,  servizi alla persona 3,  servizi e terziario 3, sanità 3, manutenzione 3, logistica 2, informatico 2, impiantistica elettrica 2, commercio 2, termoidraulico 1 e contabile 1.

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Promuovere e sviluppare azioni di turismo sostenibile valorizzando, al contempo, il patrimonio naturale e le aree protette di Puglia. Sono le finalità dell’Accordo siglato da Regione Puglia – Assessorato al Turismo e il Consorzio di Gestione della riserva di Torre Guaceto, e presentato questa mattina alla stampa, nel Palazzo della presidenza regionale a Bari. 
L’Accordo ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio naturale della Puglia e i servizi turistici sostenibili, attraverso una maggiore sinergia tra Regione ed Enti di Gestione delle aree protette regionali, per l’avvio di un percorso di riscoperta del bene natura in Puglia e il rafforzamento delle politiche per il turismo etico.  Uno strumento, quindi, che permetterà di elevare ulteriormente gli standard di tutela del territorio e metterà a sistema l’offerta per la fruizione dei tanti e variegati polmoni verdi pugliesi
 Sono intervenuti insieme gli assessori regionali al Turismo, Gianfranco Lopane, e all’Ambiente, Serena Triggiani, insieme al presidente del Consorzio di Gestione della Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, e il direttore Alessandro Ciccolella. E’ intervenuto, altresì, l’ammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale Capitanerie di Porto di Puglia.
“L’Area marina protetta e Riserva naturale di Torre Guaceto – ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane, firmatario dell’accordo - è un chiaro esempio di quanto al prodotto turistico Mare si possano integrare numerose esperienze, creando un'offerta poli-prodotto che risponde alle esigenze di un pubblico sempre più diversificato.  Per questo, la partnership presentata oggi non solo rafforza la valorizzazione del nostro prezioso patrimonio naturale, ma rappresenta, come già avviene con gli eventi acquatici e la nautica da diporto, un ulteriore punto di connessione tra il nostro mare e il prodotto Sport, Natura e Benessere. Attività sportive, escursionistiche e di benessere si fondono dunque al mare e alla costa brindisina in un sito di rilievo internazionale per biodiversità e conservazione ambientale. La sinergia tra più soggetti, pubblici e privati, così come tra tutela dell'ecosistema e promozione di un turismo responsabile, ci permetterà di qualificare la destinazione e la sua offerta in modo innovativo e costante nel tempo”.
“L’accordo è sicuramente propedeutico alla sviluppo della rete dei Parchi di Puglia – ha sottolineato l’assessora all’Ambiente, Serena Triggiani -, della quale Torre Guaceto rappresenta uno degli esempi vincenti. La sua gestione ventennale è stata, direi, virtuosa e i riconoscimenti a livello nazionale ed europeo ne sono una dimostrazione, per il lavoro quotidiano di protezione degli ecosistemi marini e costieri e della biodiversità nei mari europei e, anche, per l’approccio inclusivo e sostenibile. La Regione deve avere, così come stiamo dimostrando in questi anni, un ruolo attivo e sinergico: l’accordo, difatti, sugella ulteriormente questa collaborazione tra istituzioni. Ringrazio l’assessore Lopane e il presidente Malatesta per aver messo nero su bianco una strategia che serve a difendere l’autenticità di luoghi incontaminati ma, al tempo stesso, a sviluppare forme di turismo etico e sostenibile, legato alla natura, che promuovono anche la cultura del rispetto per l’ambiente e sviluppano un’economia circolare che fa bene a tutti. Come Assessorato all’Ambiente siamo al totale servizio di chi lavora per proteggere aree e riserve naturali e la Regione Puglia, vorrei ricordarlo, ha fatto scuola in merito all’attuazione delle strategie di sviluppo sostenibile  e sulla valorizzazione del bene natura, ricchezza inestimabile e garanzia di un futuro migliore”.
 
“La Regione Puglia ha fatto scuola per quanto attiene l’attuazione di strategie efficaci per la valorizzazione e promozione del nostro territorio – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Malatesta -, allo stesso modo, Torre Guaceto è esempio virtuoso nel mondo della migliore gestione del patrimonio naturale. Sono certo che insieme esporteremo il nostro know how a beneficio di tutta la regione e riusciremo a fare rete con le altre realtà di gestione pugliesi, oltreché con l’imprenditoria della filiera turistica per rilanciare la nostra bella Puglia in chiave green”.
L’accordo prevede che le parti sviluppino sinergie inerenti i temi della salvaguardia, valorizzazione e gestione del patrimonio naturale pugliese e della tutela del paesaggio, anche in termini di innovazione delle interazioni tra gli attori del settore finalizzata a qualificare l’ecosistema culturale e turistico, diffondendo le buone pratiche e contribuendo alla sensibilizzazione delle comunità territoriali su tali tematiche, con particolare attenzione ai territori ricompresi nelle aree protette regionali.
Finalità connesse al potenziamento delle capacità turistico-attrattive del territorio e al recupero e valorizzazione di percorsi e i camminamenti tipici che hanno un elevato grado di panoramicità e valore culturale.
Gli ambiti specifici di collaborazione saranno: promozione delle attività turistiche sostenibili realizzate nelle aree protette presenti nel territorio regionale, potenziamento della rete degli enti di gestione delle stesse, al fine di coordinare progetti rivolti alla fruizione etica.

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San Raffaele Ceglie, Amati: “Tar accoglie sino al 4 settembre la sospensione internalizzazione. Il motivo? Incredibile pure a dirsi. Diffida alla Asl”

Dichiarazione del Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Nonostante gli sforzi di spiegazione compiuti dall’avvocatura regionale, chiamata a rispondere in qualche ora, il Tar di Lecce ha sospeso sino al 4 settembre l’esecuzione del provvedimento d’internalizzazione per un motivo a dir poco incredibile: la Asl di Brindisi non avrebbe posti alternativi disponibili per quel tipo di malati se la Fondazione San Raffaele non prestasse la propria collaborazione nelle more del l’internalizzazione. Ma com’è possibile? 
La struttura è della Asl Brindisi, la funzione della riabilitazione appartiene al Perrino, ospedale pubblico, e in caso di mancata collaborazione non si saprebbe dove allocare i pazienti? È mai possibile che la struttura della Asl vada bene come luogo di cura se a gestirla è la Fondazione San Raffaele, mentre non va più bene se a gestirla è la stessa Asl proprietaria, con il proprio personale e avvalendosi del personale (in via di transito) della Fondazione San Raffaele? Ma che modo di ragionare è questo. Eppure il Centro di Ceglie è un centro regionale, gestito dalla Asl Brindisi, a cui si rivolgono tutti i cittadini della Regione. Che senso ha qualificarlo come Centro regionale e poi invece pretendere l’autosufficienza di posti per tutti i cittadini della regione, soddisfacendolo però nell’ambito della dotazione di posti letto della Asl più piccola della Puglia? 
Il Tar non ha probabilmente colto che il San Raffaele non è una struttura accreditata o convenzionata, ma un reparto del Perrino di Brindisi, a disposizione della sanità pubblica regionale. 
Noi aspetteremo il 4 settembre, ovviamente, con fiducia e con la stessa determinazione. Sono solo rammaricato che i poveri malati continueranno a vivere in condizioni non propriamente adeguate alla cura delle importanti patologie sofferte, con un setting assistenziale non propriamente all’altezza e spesso improntato al risparmio, con i lavoratori in condizioni di lavoro improponibili. 
Faccio solo presente, a scanso di equivoci, che ho intimato alla Asl di Brindisi di recuperare tutte le prestazioni pagate in eccesso rispetto ai tetti assegnati, di richiedere il canone di locazione illegittimamente compensato e di non pagare nemmeno una prestazione in più rispetto a quelle previste per i singoli codici, astenendosi da qualsiasi cumulo tra prestazioni da codice 75 e da codice 56. Interrompere, in altre parole, l’andazzo che da ventiquattro anni vede in auge una serie di artifizi e raggiri, non allineati con la volontà del mio datore di lavoro (pubblica amministrazione). 
A ciò si aggiunga, ma questo è stato scoperto solo questa mattina, che con un protocollo del 2021 la Asl di Brindisi, in barba a ogni regola, autorizzò l’utilizzo anche per i codici 56 dei posti non utilizzati per i codice 75. Solo a pensarci mi vengono i brividi e noi, purtroppo, dobbiamo aspettare il 4 settembre per vendicare decine e decine di disservizi e soprusi.
Ringrazio l’avvocatura regionale e in particolare Rossana Lanza e Sergio Scagliola, ben incitati e motivati dal Presidente Emiliano, nonché l’avvocatura della Asl di Brindisi con Gabriele Garzia e tutti i dirigenti regionali: hanno lavorato di notte e sanno che ce la faremo perché reclamiamo solo ciò che la legge c’impone di reclamare”.

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Morte operaio, Toraldo (Flai Cgil Brindisi) all'Arif: «Convocare un incontro immediato». Sbloccare la formazione professionale, riorganizzare i turni: la sicurezza non può essere un optional.

 
La Flai Cgil di Brindisi ribadisce la necessità di un incontro immediato con Arif;per affrontare alcune tematiche fondamentali quali rafforzare le squadre antincendio e formare immediatamente il personale assunto a tempo determinato ancora in sospeso. È necessario eliminare, rimodulare ed riorganizzare i turni che costringono gli operatori a lavorare nelle ore di massimo calore, poiché lavorare dalle 12 alle 18.30 senza le opportune precauzioni viola l'ordinanza regionale.
Si ha la necessità di un confronto con le organizzazioni sindacali per ridurre al minimo limpatto estremo ad altissime temperature .Bisogna sbloccare immediatamente la formazione professionale per quella parte dei 360 lavoratori assunti a tempo determinato per la campagna AIB 2024, poiché senza formazione questi lavoratori non possono operare efficacemente. Infine, Arif deve sedersi al tavolo con i sindacati per discutere e concordare lorganizzazione degli orari di lavoro.
 La situazione attuale è inaccettabile. Non possiamo tollerare che una persona di 67 anni venga inviata a tagliare tronchi a domare incendi mentre vi possono essere soluzioni alternative. La carenza di personale e lassenza di una gestione adeguata dei turni stanno mettendo a rischio la vita dei lavoratori.
Mario Rutiglio, prossimo alla pensione, ha perso tragicamente la vita mentre era impegnato nelle operazioni di bonifica in seguito a un incendio a Ceglie Messapica. Questo non deve mai più accadere.
 Le squadre antincendio sono spesso ridotte a due o tre persone e devono affrontare un numero crescente di incendi.
 Arif ha già mostrato un comportamento antisindacale rifiutando di discutere la rimodulazione dei turni con i sindacati. Questo è inaccettabile. La sicurezza dei lavoratori deve essere una priorità assoluta, non un optional.
 A maggio, le segreterie regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori a tempo determinato di Arif e indetto un presidio per protestare contro le lungaggini burocratiche che rallentano l'assunzione di 360 operai. Il concorso del 2023 avrebbe dovuto facilitare l'impiego delle maestranze, ma i ritardi hanno impedito una corretta pianificazione delle attività antincendio e irrigue.
Dopo l'impegno del management di avviare le attività irrigue e forestali dei 360 lavoratori a partire dal 3 giugno, per 151 giornate, abbiamo revocato il presidio del 16 maggio, mantenendo però lo stato di agitazione in attesa del completamento delle procedure di assunzione.
 Non possiamo permettere che altre vite vengano spezzate a causa della disorganizzazione e della negligenza. Esigiamo rispetto per la vita e la dignità dei lavoratori. La Flai Cgil di Brindisi continuerà a lottare per la sicurezza sul lavoro fino a quando non saranno prese misure concrete per evitare tragedie come quella di Mario Rutiglio.
 
 
Brindisi lì, 22 luglio 2024
Gabrio Toraldo
Segretario generale
Flai-Cgil Brindisi

Nella giornata odierna, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Lecce, la Squadra Mobile di Brindisi e la S.I.S.C.O. di Lecce, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame e confermata dalla Suprema Corte di Cassazione, nei confronti dei seguenti 4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, e allo stato del procedimento in fase di udienza preliminare, del reato di associazione mafiosa, denominata Sacra Corona Unita. 

 
Il provvedimento restrittivo rappresenta l’epilogo del ricorso presentato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce avverso l’ordinanza che il G.I.P. eseguita nel dicembre scorso a carico di 14 soggetti nell’ambito dell’operazione denominata TRIPUDIUM, ritenuti partecipi della sola associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, non riconoscendo per i quattro odierni arrestati il reato di appartenenza anche all’associazione mafiosa denominata Sacra Corona Unita. 
 
L’attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile, funzionale a riscontrare le dichiarazioni rese da un collaboratore aveva consentito di dimostrare l’esistenza di un’associazione mafiosa e di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti attiva sui territori a confine con la provincia di Lecce. 
 
Difatti, i territori di San Pietro Vernotico, Cellino San Marco e Trepuzzi erano verosimilmente sottoposti al controllo di queste frange della S.C.U. che interagirebbero tra loro nella gestione del traffico di stupefacenti e di armi. 
 
 
Il core business di queste frange della Sacra Corona Unita sarebbe costituito dal traffico di sostanze stupefacenti che gli indagati gestirebbero con un’autonoma struttura associativa caratterizzata da una organizzazione gerarchica, fondata sulla ripartizione di ruoli tra i vari partecipi. Essa si articolerebbe in due gruppi operanti su distinte piazze di spaccio ma che interagirebbero tra loro in rapporto sinergico effettuando reciproche forniture, trattando partite di stupefacente e avvalendosi in talune occasioni dei medesimi pusher. 
 
La caratura criminale degli indagati si desumeva dalla capacità di intrattenere rapporti illeciti con esponenti della criminalità organizzata, anche in territori diversi, che li legittimavano quali interlocutori qualificati. 
 
Le evidenze investigative hanno dato conto di come gli odierni indagati continuerebbero a far parte dell’associazione di tipo mafioso, comunemente denominata Sacra Corona Unita, connotata dalla notorietà criminale acquisita nel tempo con la lunga e stabile presenza nei territori di competenza e da una forte carica di intimidazione e dalla conseguente condizione di assoggettamento ed omertà sia interna sia esterna al clan; dalla esistenza di vincoli di solidarietà tra i partecipi e di una cassa comune alimentata dalle attività illecite nonché dal contributo dei partecipi, finalizzata a gestire il traffico di stupefacenti e le varie piazze di spaccio individuando coloro ad esse preposti, pretendendo il pagamento del “punto” sul profitto conseguito dagli spacciatori e dai loro acquirenti, imponendo le proprie forniture di stupefacente anche ricorrendo alla violenza percuotendo e minacciando di morte coloro che si rivolgevano ad altri fornitori, onde acquisire e consolidare il controllo del mercato degli stupefacenti nei territori di competenza. 
 

I GIOVANI DI ANCE BRINDISI CON I “GIOVANI PER I GIOVANI” DI BRINDISI E L’AVIS PROVINCIALE CON L’ AVIS COMUNALE DI BRINDISI INSIEME PER LA DONAZIONE DI SANGUE: IL 25 LUGLIO ALLE ORE 9 SECONDA GIORNATA DEDICATA ALLA RACCOLTA 

 

Si svolgerà giovedì 25 luglio dalle 9.00 alle 12.00, nel piazzale antistante alla sede del Consorzio Stabile BUILD, situata in Via Bruce Sabin, 2 nella Zona Industriale di Brindisi (vicino al Break 24), la seconda giornata dedicata alla donazione di sangue organizzata dal Gruppo Giovani di ANCE Brindisi in collaborazione con i “Giovani per i giovani” di Brindisi unitamente all’Avis Provinciale Brindisi e l’Avis Comunale di Brindisi.

Dopo il successo della prima giornata organizzata nel mese di febbraio, i giovani imprenditori edili tornano a promuovere, nell’ambito di un protocollo d'intesa tra le due associazioni, la donazione di sangue, sottolineando l'importanza del contributo individuale per sostenere il sistema sanitario locale e salvare vite.

Per candidarsi alla donazione di sangue, i volontari devono soddisfare i seguenti requisiti: avere un'età compresa tra i 18 e i 60 anni, un peso corporeo superiore ai 50 kg e condurre uno stile di vita sano.

Si raccomanda inoltre ai donatori di consumare una colazione leggera, evitando il consumo di latte e derivati per garantire la sicurezza e l'efficacia della donazione e si ricorda di portare con sé un documento d’identità valido.

“L’emergenza sangue d’estate diventa ancora più grave ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare un’altra iniziativa che mira a sensibilizzare gli imprenditori edili e i dipendenti delle aziende associate, ma l’invito è ovviamente esteso a tutti i cittadini che rispondono ai criteri di donazione”.

A dichiararlo la Presidente del Gruppo Giovani di ANCE Brindisi, Emanuela Contessa che ha fortemente voluto avviare la collaborazione con l’Avis, in un’ottica di promozione di cittadinanza attiva e responsabile.

Per info e prenotazioni si può contattare l’Avis al numero 375.5282712 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nota congiunta Gruppo Giovani ANCE Brindisi – Avis Provinciale Brindisi – Avis Comunale Brindisi

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BIOLOGICO: COLDIRETTI PUGLIA, BOOM IN PUGLIA CON +75,7% ETTARI COLTIVATI IN 9 ANNI; MA SOTTO ATTACCO IMPORT ESTERO SELVAGGIO

La superficie agricola destinata a biologico è pari a 311 ettari in Puglia, confermando la Puglia al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica, ma è sotto attacco delle importazioni di prodotti biologici dall’estero, cresciute del 40% nel 2023, in controtendenza rispetto al dato dell’Unione Europea. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Bio Puglia, sulla base dei dati Ismea, Sinab e CIHEAM Bari sull’agricoltura biologica che evidenziano un aumento esponenziale della produzione biologica in Puglia cresciuta del 75,7% dal 2014 al 2023, con una leggera flessione del 3% nel 2023 rispetto all’anno precedente.

La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia, dove la pratica biologica – spiega Coldiretti Puglia - interessa tutti i comparti agricoli dall’olivo con 87mila ettari ai cereali con oltre 52mila ettari, dalla vite con quasi 21mila ettari agli ortaggi con quasi 11mila ettari, oltre a 3 impianti di acquacoltura biologica.

Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 cittadino su 5 che – secondo Coldiretti - consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici. La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione. Sul fronte dei prezzi si registra – precisa la Coldiretti regionale -  il permanere di una marcata instabilità e un generale trend rialzista. Anche se per la maggior parte delle colture si riduce il differenziale di prezzo riconosciuto all’agricoltore biologico rispetto all’omologo prodotto convenzionale.

Ma a crescere sono anche gli arrivi di cibo biologico extra Ue in Italia – spiega Coldiretti - passati dai 177 milioni di chili del 2022 ai 248 milioni del 2023, secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue, mentre quelle totali nell’Unione Europea sono diminuite del 9%. Il nostro Paese ha così scavalcato la Francia salendo al quarto posto tra i maggiori importatori dietro Olanda, Germania e Belgio. Il rischio è che l’invasione di prodotto straniero a basso costo finisca per mettere all’angolo quello italiano di qualità, causando un’inversione di tendenza rispetto alla crescita dei terreni coltivati. E facendo diventare l’Italia un Paese importatore invece che produttore. In questo modo andrebbero vanificati gli sforzi delle imprese agricole che hanno consentito in questi anni di raggiungere la percentuale di quasi un terreno su cinque coltivato con metodo bio, mentre sei regioni hanno addirittura già superato l’obiettivo indicato dall’Ue del 25% della superficie totale.

Il settore dove è stato più evidente l’aumento degli arrivi è quello dei cereali. Nel giro di un anno le importazioni di grano bio – rileva Coldiretti – sono aumentate di oltre trenta volte da 1,5 milioni di chili a quasi 32 milioni di chili. Cereale magari usato per fare pasta, pane e altri prodotti con il logo del biologico. Aumenti record anche per gli ortaggi bio, cresciuti dell’84%. In crescita pure gli arrivi di olio d’oliva (+15%) con l’Italia che è oggi al primo posto tra i Paesi importatori. Nel 2023 ne sono entrati nel nostro Paese oltre 24 milioni di chili, più della metà del totale importato in tutta l’Ue.

Per tutelare il lavoro delle imprese che hanno scelto il metodo di produzione bio è dunque urgente fare ogni possibile sforzo per valorizzare il prodotto agricolo biologico nazionale – sottolinea Coldiretti Bio - favorendo la creazione di filiere interamente made in Italy, dal campo fino alla tavola e rendendo operativo il marchio del biologico italiano, previsto dalla legge 23/2022, fortemente sostenuta da Coldiretti. Solo in questo modo i consumatori potranno riconoscere immediatamente, dalle etichette, le produzioni biologiche nazionali garantite e certificate. Ma è anche necessario che l’Unione –conclude Coldiretti Bio– renda operativo al più presto il principio di conformità rispetto alle importazioni, ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino nel nostro Paese cibi coltivati secondo regole non consentite nella Ue.  Fermare la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo e valorizzare il vero prodotto tricolore sono le condizioni fondamentali per costruire filiere biologiche dal campo alla tavola.

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