Redazione

Resta ancora avvolto dal mistero l’omicidio del mesagnese Carlo Giannini avvenuto in Inghilterra nella notte a cavallo tra l’11 e il 12 maggio scorsi in un parco della città di Sheffield, nel South Yorkshire. Certo gli investigatori inglesi stanno lavorando per ricostruire la vita del Giannini non solo degli ultimi giorni. Infatti, avrebbero già contattato gli investigatori italiani del mistero degli Interni per essere supportati nella ricostruzione della vita del giovane 34enne. Questo perché non avendo individuato il killer nelle ore successive al rinvenimento del cadavere hanno deciso di scavare a fondo nella vita privata del giovane. Come già scritto in precedenza l’indagine si sta dimostrando complessa e articolata. Si attende con ansia l’autopsia poiché potrebbe fornire ulteriori informazioni utili alle indagini. Innanzitutto di confermare come causa di morte l’accoltellamento. A tutelare Carlo Giannini sono a Sheffield il fratello Stefano con la moglie Valentina. La coppia sta effettuando tutte le procedure burocratiche necessarie in questi casi.

Hanno anche parlato con gli investigatori inglesi chiarendo alcuni aspetti della vicenda. Sempre Valentina lunedì ieri ha postato il seguente post: “Guardami negli occhi Carlo, ancora una volta, un'ultima volta. Guardami negli occhi come quel giorno lontano, Guardami ancora negli occhi e raccontami I tuoi sogni. Io ti ascolterò ancora e ancora ti tenderò la mano, che è sempre stata aperta”. Valentina ha ricordato i giorni in cui, in Germania, hanno lavorato per costruire personalmente la pizzeria. Giorni in cui hanno si sono impegnati al massimo per raggiungere l’obiettivo sognato. Poi tutto si è spezzato in una notte inglese. “C'è tanta confusione nel buio, troppa, ed è opprimente, così opprimente da togliere il fiato, da farti chiudere gli occhi davanti alla realtà, davanti alla vita. Dentro di me quella mano continuerà a restare aperta, forte della speranza che un giorno "spaccheremo!", ha scritto Valentina che ha chiuso questa poesia con questa strofa: “Tu sei caduto, ora, qui, ma sono venuta a rialzarti, a chiederti di prendere di nuovo la mia mano tesa. Afferrala, vieni con me e non voltiamoci indietro mai più, promettimelo”. Pensieri struggenti.

Il 34enne Carlo Giannini viveva ormai da diversi mesi in Inghilterra, dove svolgeva la professione di pizzaiolo in un locale di Sheffield, nel South Yorkshire. Nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi.

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Ottenuta l’ultima autorizzazione, sono partiti i lavori inerenti la realizzazione della Porta della riserva, area nella quale gli utenti di Torre Guaceto potranno fruire di numerosi servizi. Le opere si fermeranno il 15 giugno con l’apertura del parcheggio e riprenderanno a settembre. 

L’ultimo passaggio amministrativo propedeutico all’avvio dei lavori per la Porta della riserva è dell’11 aprile, data nella quale il Comune di Carovigno ha deliberato l’approvazione definitiva del progetto. Al 27 aprile, invece, risale la variazione della destinazione d’uso del terreno interessato dal progetto che passa da agricolo, ad area servizi. 
Scontati i passaggi burocratici, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha potuto procedere con l’affidamento dei lavori per la realizzazione delle opere attraverso avviso pubblico sulla piattaforma Empulia che ha visto vincere l’azienda “Di Gregorio Sas di Di Gregorio Domenico & company”. 
Il progetto. La Porta della riserva nasce innanzitutto per limitare l’impatto antropico su Torre Guaceto ed offrire ai fruitori servizi di qualità. Il piano prevede la disponibilità di 500 posti auto, la realizzazione dell’accesso automatizzato, di un infopoint, un farm market nel quale gli agricoltori bio di Torre Guaceto potranno vendere i propri prodotti, un punto ristoro, un’area di sosta per salita e discesa dalle navetta per la riserva, una zona per la locazione delle bici ed una ciclofficina, un parco per il dog sitting con piscinette e verde che, gestito in collaborazione con le associazioni animaliste locali, permetterà agli utenti di affidare i propri cani a personale competente e dedito. 
I passaggi burocratici. L’iter per la realizzazione della Porta della riserva è iniziato nel 2015, quando l’Assemblea del Consorzio di gestione di Torre Guaceto stabilì di portare la zona dedicata alla sosta delle auto fuori dall’area protetta, per ovvie ragioni di riduzione dell’impatto antropico esercitato dai mezzi a motore sull’ecosistema. Da qui il finanziamento dell’allora Ministero dell’Ambiente per la realizzazione dell’opera, i passaggi in Regione Puglia e presso le Autorità territoriali. Dopo 7 anni, oggi è arrivato il via libera definitivo che spettava al Comune di Carovigno. 
Il cronoprogramma delle opere. Il 16 maggio sono partiti gli interventi per il livellamento del terreno, la recinzione dell’area e l’apertura di un varco di ingresso lato complanare, che permetterà agli utenti di accedere comodamente dalla strada di arrivo e di uscire da un secondo varco. In questo modo non si creeranno file e il traffico fluirà più facilmente. I lavori saranno sospesi entro il 15 giugno per l’apertura del solo parcheggio e riprenderanno il 17 settembre per la realizzazione di tutti gli altri interventi che saranno fruibili dal 2023. 
Già a partire dalla stagione estiva 2022, la fruizione di Torre Guaceto sarà più semplice grazie al passaggio dai vecchi 350 posti auto disponibili agli attuali 500, aumento importante e necessario dato che questa area serve per intero gli 8 chilometri di costa protetta, e all’introduzione di una doppia navetta trenino. 
A partire dall’estate 2023, poi, la fruizione sarà ancor più confortevole perché l’avvio dei servizi estivi avverrà prima rispetto al passato grazie al fatto che il Consorzio non dovrà più attendere la concessione di ulteriori autorizzazioni, e, visto che gli utenti che arriveranno in riserva avranno a disposizione tanti e tali servizi da vivere anche l’attesa come un’esperienza. Malatesta_rocky_presidente_del_Consorzio_di_Torre_Guaceto.jpg
Anche quest’anno il posto auto sarà prenotabile da piattaforma online disponibile sul sito istituzionale dell’ente, www.riservaditorreguaceto.it, arrivati al parcheggio gli utenti potranno scegliere di raggiungere la riserva in navetta, attraverso il percorso ciclopedonale a piedi, con bici propria o prendendo in fitto una bike sul posto.
Novità 2022, voluta per promuovere la mobilità sostenibile: gli utenti che decideranno di entrare dal parcheggio in riserva in bici o a piedi, pagheranno la sosta auto solo 4 euro al giorno, contro i 5 degli anni precedenti, chi sceglierà di usare il trenino navetta corrisponderà 2 euro ad auto per il servizio di andata e ritorno. In questo modo, si intende incentivare l’utilizzo pedonale e ciclabile del nuovo percorso che dal parcheggio alla spiaggia di Punta Penna Grossa potrà essere l’alternativa sostenibile al trenino con brevi tempi di percorrenza. L’auspicio del Consorzio è di avere sempre meno auto sul confine della riserva e più utenti green. 
“La nostra gioia e soddisfazione per la conclusione dell’iter durato anni è difficilmente esprimibile a parole – ha dichiarato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto-, grazie alla condivisione strategica della Commissione prefettizia di Carovigno e all’importante lavoro svolto dagli uffici tecnici del Comune, finalmente la riserva avrà un biglietto da visita degno della sua bellezza e gli utenti potranno godere di servizi adeguati agli standard internazionali dell’accoglienza turistica sostenibile e di qualità. Abbiamo scelto di attivare subito le procedure per l’avvio dei lavori, per fa sì che già dall’estate 2022 si possa fruire almeno di questo nuovo ampio spazio. L’anno prossimo porteremo a regime tutti gli altri servizi indicati nel progetto e le aree di sosta alberate. Quanto detto, però – ha continuato Malatesta -, comporterà che a Torre Guaceto non ci sarà un’area parcheggio almeno fino al prossimo 15 giugno. Per i disagi che questa scelta porterà con sé, intendo porgere le mie scuse ai tanti che amano la riserva e ringraziare sin da ora le forze dell’Ordine e le Autorità locali, in particolare la polizia municipale di Carovigno, per l’attività straordinaria che molto probabilmente dovranno attuare soprattutto nei fine settimana per tenere in sicurezza il Parco, ma non potevamo fare altrimenti”. 
Da qui al 15 giugno, chi vorrà vivere Torre Guaceto potrà raggiungerla in bici o aderendo alle visite guidate del Parco. Per info e prenotazioni 347 8408860, info@riservaditorreguaceto.it

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L’Amministrazione Comunale di Mesagne ha deciso con delibera di Giunta di intitolare l’Auditorium del Castello al sindaco Elio Bardaro. La cerimonia si svolgerà domani, giovedì 19 maggio, alle ore 19.30 proprio nello storico luogo, che a partire da quella data cambierà nome.

L’iniziativa conclude un iter formale che tiene conto delle ragioni riportate in una petizione di cittadini così motivate: ‘per aver il sindaco Elio Bardaro dedicato una parte importante della propria vita a Mesagne, atraverso il suo ruolo politico e di primo cittadino’. Ma il sentimento collettivo travalica quelle che sono le ragioni istituzionali. E infatti la petizione non si ferma e continua: ‘il Sindaco Elio Bardaro è ancora presente nella memoria collettiva dei mesagnesi per lo spirito di servizio, per le sue qualità umane e per la generosità dimostrata durante la sua attività politico-amministrativa’, andando a tracciare il profilo di una figura che continua a suscitare affetto e stima tra coloro che l’hanno conosciuto durante i 17 anni in cui ha svolto le funzioni di primo cittadino e i 22 in cui è stato consigliere comunale, sostenuto da un consenso trasversale. 

Alla memoria di uno dei sindaci più amati di Mesagne, lo scorso anno, il centro culturale ‘Prima Pagina’ e la famiglia Bardaro hanno dedicato un libro che ripercorre i momenti salienti della vita dell’ex amministratore, una raccolta di ricordi e di immagini che alla biografia personale del Sindaco affiancano un interessate spaccato della storia di Mesagne. La targa dedicata al ricordo dell’ex sindaco domani sarà dunque scoperta dall’attuale sindaco, Antonio Matarrelli, alla presenza delle autorità locali, dei parenti e degli amici che conoscevano Elio Bardaro e gli volevano bene. All'iniziativa, aperta al pubblico, potranno partecipare i tanti cittadini che non hanno dimenticato il sindaco che si fermava a parlare con tutti e che salutava per primo.

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Serve una stretta sul piano di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E’ quanto chiede  la Coldiretti Puglia, dopo l’ennesimo indicente stradale in provincia di Foggia, sempre nella zona dove ha perso la vita l’imprenditore agricolo Luigi Turco, per cui sono urgenti interventi e provvedimenti decisivi e un’assunzione di responsabilità delle istituzioni regionali contro la proliferazione dei cinghiali che in Puglia sono 250mila.

L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.Ennesimo_incidente_stradale_a_Foggia_causato_dai_cinghiali.jpg

I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

“Tanti i nodi irrisolti a cui non vi è ancora risposta, dallo stato dell’arte del confronto tra Parchi del Gargano e dell’Alta Murgia e Regione Puglia, alla VAS del Piano di Monitoraggio e Gestione della specie cinghiale, dall’attuazione della delibera di giunta che ha previsto una procedura regionale informatizzata per consentire ai proprietari dei fondi di inoltrare la richiesta di intervento di controllo sui terreni “a rischio” al Regolamento regionale per l’attività della caccia di selezione, fino all’Albo regionale dei cacciatori abilitati alla caccia di selezione, di cui non vi è ancora traccia”, denuncia il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni.

Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali, perché è necessario la  loro riduzione numerica – aggiunge Coldiretti Puglia - attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette e anche nei centri abitati.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia - viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

La Peste Suina Africana – sottolinea la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – continua la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.Ennesimo_incidente_stradale_a_Foggia_causato_dai_cinghiali1.jpg

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. I branchi – conclude la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

Concerto per la pace e l’inclusione. Mercoledì 18 maggio p.v. alle ore 18.00, presso l’auditorium dell’E. Ferdinando di Mesagne in via Eschilo si terrà il “Concerto per la pace e l’inclusione”, all’interno della XXXIII Rassegna Musicale Nazionale “La musica unisce la scuola”, indetta da INDIRE, organizzato ed animato da alunni e docenti del predetto istituto, con la straordinaria partecipazione dei Maestri Vincenzo Deluci e Camillo Bene accompagnati dall’AbilBand di AccordiAbili, al fine di sensibilizzare le nuove generazioni al concetto di pace con una maggiore coesione e inclusività.

L’IISS E. Ferdinando è da sempre attento e presente alle iniziative di impegno sociale quale il valore incommensurabile della pace tra i popoli e dell’inclusione di tutte le diversità. In questo momento della storia, caratterizzato dalla tragica esplosione di guerre e conflitti, è necessario che la Pace diventi il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola’ insieme, anche attraverso il linguaggio universale della musica.

Il concerto, dunque, rappresenta un’occasione importante per aprire ulteriormente la scuola al territorio, accrescere negli studenti e nelle comunità locali la consapevolezza e la coscienza di una fratellanza tra popoli e di un dialogo interculturale, convinti che l’interdipendenza planetaria si costruisce in primis dentro le aule scolastiche.

A seguito dei tafferugli verificatisi al termine dell’incontro di calcio U.S.D. Città di Fasano – Nardò, tenutosi domenica 15 maggio u.s. presso lo stadio V. Curlo di Fasano, nonché per l’accensione nel corso della gara di alcuni fumogeni e lo scoppio di petardi, le immediate indagini svolte dal personale della DIGOS della Questura di Brindisi hanno consentito di indagare all’Autorità Giudiziaria i primi 6 tifosi, cinque dei quali fasanesi, resisi responsabili, a vario titolo, dei reati di invasione di terreno di gioco e utilizzo di oggetti atti ad offendere (art. 6 bis L. 13.12.89 nr. 401).

In particolare, grazie all’attenta analisi delle riprese effettuate dal personale del locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e dai militari della Compagnia Carabinieri di Fasano, sono state ricostruite le principali condotte delittuose e sono stati individuati i primi tifosi - la cui età è compresa tra i 20 e i 40 anni - ritenuti responsabili di dette condotte.  

In conseguenza dei reati evidenziati e delle condotte pericolose tenute dai tifosi di entrambe le squadre, al termine di approfondita istruttoria svolta da personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Brindisi, il Questore Annino Gargano, ha emesso, in via d’urgenza, i provvedimenti cautelari del divieto di accesso nei luoghi ove si svolgono le manifestazioni sportive (DASPO) con differenti durate, alcuni dei quali anche con obbligo di firma.

Due dei soggetti destinatari dell’odierno DASPO, in passato erano stati gravati da analogo provvedimento scaduto qualche mese fa, sempre per aver evidenziato profili di pericolosità durante lo svolgimento di competizioni sportive.

Prosegue, incessante, l’attività di indagine tesa alla identificazione degli altri tifosi che si sono evidenziati per le condotte violente.

Sono trascorsi sei giorni dall’omicidio di Carlo Giannini, avvenuta nella notte a cavallo tra l’11 e il 12 maggio scorsi, che ancora non si sa nulla sia sull’identità del killer che ha accoltellato il giovane sia sul movente di tale efferato gesto. Oscura la dinamica che potrà essere chiarita solo dopo l’autopsia anche se la polizia inglese sta indagando per omicidio. Insomma, al momento non c’è nessuna certezza su questa vicenda. Ecco perché ieri pomeriggio la signora Valentina Argentiero, cognata di Carlo, ha preso un volo per Manchester e da lì ha raggiunto Sheffield, nel South Yorkshire, dove da alcuni giorni si trova Stefano, suo marito e fratello di Carlo. Lo scopo è di ascoltare direttamente dagli investigatori a che punto sono le indagini. Nulla è stato scritto di nuovo sul sito della Police South Yorkshire che il 12 maggio scorso aveva postato la notizia del rinvenimento del corpo di Carlo.

La polizia inglese, in quella occasione, aveva rivolto un appello a chi avesse visto qualcosa o fosse a conoscenza dei fatti accaduti di contattarla, anche anonimamente, per riferire le informazioni. Evidentemente si tratta di indagini difficili che si avvarranno dell’esame autoptico per avere una serie di risposte. Come, se sarà confermato l’accoltellamento, quanti fendenti sono stati sferrati e con che tipo di arma. Informazioni necessarie agli investigatori per comporre un quadro degli accadimenti e iniziare a dare una fisionomia al killer. Per cercare di comprendere qualcosa in più ieri pomeriggio la cognata di Carlo, Valentina, ha raggiunto Sheffield. “Spero di avere risposte che facciano chiarezza sulla morte di Carlo”, ha più volte ribadito. L’omicidio del Giannini è avvenuto giovedì scorso in Manor Fields Park, fuori City Road, in un grande parco ai margini di un cimitero. Il corpo del giovane è stato rinvenuto da un signore che passeggiava nel parco e lo ha trovato riverso per terra. Immediato l’allarme e l’intervento della polizia di Sheffield.

Il 34enne mesagnese viveva ormai da diversi mesi in Inghilterra, dove svolgeva la professione di pizzaiolo in un locale di Sheffield, nel South Yorkshire. Nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi. “Volevamo accompagnare i nostri clienti in un viaggio immaginario nella nostra terra, attraverso sapori e profumi inconfondibili”, aveva detto Carlo a quanti gli chiedevano il perché di quel nome dato al locale. Dopo alcuni mesi di lavoro e soddisfazioni aveva deciso di fare ritorno in Gran Bretagna. Aveva trovato lavoro come pizzaiolo a sheffield. Poi il tragico epilogo di una vicenda tuttora oscura che ha portato al suo omicidio.

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Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati.

Alla data del 15 maggio 2022 risultano positivi 3.415 soggetti, il 44,8% uomini e il 55,2% donne, con età media di 45 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 643 nella fascia 0-18 anni, 2.077 tra 19-64 anni, 507 tra 65-79 anni, 188 negli 80 e oltre.

Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 634 a Brindisi, 419 a Fasano, 298 a Ostuni, 287 Francavilla Fontana, 225 a Mesagne, 204 a Ceglie Messapica, 186 a Cisternino, 167 a Carovigno, 156 a San Vito dei Normanni, 127 a San Pietro Vernotico, 111 a Latiano, 109 a Oria, 86 a Torchiarolo, 78 a San Donaci, 77 a Torre Santa Susanna, 70 a San Pancrazio Salentino, 53 a Erchie, 53 a Villa Castelli, 44 a San Michele Salentino, 31 a Cellino San Marco. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco.

Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 15 maggio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 103.754, con una incidenza cumulativa stimata pari a 2.657,3 casi x10.000 residenti. Dei 103.754 soggetti risultati positivi al test, il 54% sono donne e il 46% sono uomini e l’età media è pari a 39 anni.

Il tasso di letalità è pari allo 0,6%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso. Sono 586 i decessi totali: 479 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 67 tra i 60 e i 69 anni, 27 casi tra i 50 e i 59, 10 casi tra i 40 e i 49 e 3 nella fascia 30-39.

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Nota del capogruppo La Puglia Domani.
“I Consorzi di bonifica commissariati non sono in grado di svolgere la manutenzione ordinaria del territorio, ma pretendono tributi esosi dagli agricoltori. Dopo la protesta per le cartelle pazze del 2015 e 2016, stanno piovendo quelle per il 2017 e 2018, ed entro fine anno saranno recapitati ai circa 200mila consorziati gli avvisi di pagamento per le annualità dal 2019 ad oggi. Una vera mazzata per il mondo agricolo, già in ginocchio per l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, il caro gasolio e le difficoltà di una pandemia dalla quale non si riesce ad uscire. Difficoltà che in Salento si sommano al flagello xylella.
Da sempre insisto sull’ingiustizia di questi tributi, perché non si può pretendere il pagamento di un servizio erogato male o addirittura inesistente. A gennaio 2021 abbiamo manifestato insieme al territorio e alle istituzioni ad Ugento, per chiedere la sospensione dell’invio degli avvisi di pagamento. Sempre a gennaio dell’anno scorso abbiamo chiesto e ottenuto un’audizione in Commissione agricoltura per sollecitare la revoca o sospensione delle cartelle. In quella circostanza sia l’assessore all’agricoltura, sia il commissario unico dei Consorzi, precisarono che le cartelle vanno pagate perché, senza il contributo degli agricoltori, non ci sarebbero le risorse necessarie per la manutenzione dei pozzi e per le opere di bonifica. Insomma, un cane che si morde la coda. Ma a farne le spese non possono essere gli agricoltori, vessati da una tassa che ha ragione di essere pretesa solo a fronte di un servizio erogato. Non si può scaricare su di loro la mole di un debito che ammonta a ben 160 milioni, di cui 130 verso la sola Regione Puglia. Un vero bubbone. E poi, a conti fatti, quand’anche dovessero pagare tutti, con le cartelle agli agricoltori si recupererebbero solo 12 milioni per anno, quindi su sei annualità pregresse rientrerebbero “solo” 72 milioni di euro. 
Qui è il Governo regionale che deve intervenire, assumendosi la responsabilità di decisioni definitive che possano risanare la situazione debitoria e far partire il Consorzio unico, con una gestione oculata e razionale che assicuri i servizi di bonifica. E allora sì che gli agricoltori saranno disposti a pagare. Ma, finché la situazione sarà nella palude, stop alle cartelle pazze”.

La guerra si abbatte sul carrello della spesa con la classifica dei rincari che è guidata dagli oli di semi, soprattutto quello di girasole (+64%) che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni, mentre al secondo posto c’è la farina, con i prezzi in salita del 17% trainati dagli aumenti internazionali del grano e al terzo il burro (+15,7%) che risente della ridotta disponibilità del mais destinato all’alimentazione delle mucche da latte. E’ quanto emerge dallo studio della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Istat relative all’inflazione ad aprile 2022. 

I prezzi di cibi e bevande sono balzati in media del 6,4% con aumenti a doppia cifra – sottolinea la Coldiretti – anche per la pasta (+14%), carne di pollo (+12%), verdura fresca (+12%) e frutti di mare (+10%) ma crescono anche quelli di gelati a +10%, uova (+9%) e pane (+8%) rispetto allo stesso periodo scorso anno. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti –  più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. Gli aumenti dei costi vanno infatti – precisa la Coldiretti - dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

“Se i prezzi per le famiglie e i costi di produzione nei campi corrono, è deflazione in campagna con i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono a coprire i rincari dei beni energetici e delle materie prime, con le speculazioni scaricate sull’anello più debole della filiera”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti Puglia – sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia – lavorando da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.