Redazione
Nominato consigliere per Torre Guaceto: è il presidente del WWF Brindisi
L’assemblea dei soci del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha deciso, il nuovo consigliere di Amministrazione è Giovanni Ricupero, il presidente della sezione brindisina del WWF. L’ultima riunione convocata appositamente per la nomina del componente del Consiglio di Amministrazione si è tenuta nella giornata di ieri. Vi hanno preso parte l’assessore Roberta Lopalco in rappresentanza del Comune di Brindisi, il sindaco Massimo Lanzilotti per conto del Municipio di Carovigno e Luigi Agresti in nome del WWF Italia. In apertura della riunione, il presidente del Consorzio, Corrado Tarantino ha illustrato le tante attività svolte dal Cda dell’area protetta dalla data del suo insediamento ad oggi, quindi, gli importanti risultati raggiunti in questo periodo sul fronte della tutela e della promozione della riserva. Un lavoro che si è sostanziato per buona parte in progetti finanziati dalla Regione Puglia, dal Ministero dell’Ambiente e dal Mipaf.
I rappresentanti dei tre enti soci hanno espresso il loro apprezzamento per la strategia di governance condotta dal Consorzio e garantito il loro sostegno all’Organo gestore dell’area protetta.
La proposta di nomina avanzata dal WWF Italia è stata accolta senza riserbo dagli altri due soci del Consorzio.
Giovanni Ricupero è così entrato a far parte del CdA di Torre Guaceto in qualità di consigliere. Per il ruolo di vicepresidente, in quota WWF, invece, è stata scelta Lara Marchetta già in carica come consigliere.
Questo è il primo ingresso nel Consorzio di gestione della riserva per Ricupero, ma non è il primo contatto tra l’ambientalista e l’area protetta.
Attivista dagli anni ’90 e presidente del WWF Brindisi dal 2015, negli anni, infatti, sono stati numerosi di progetti svolti a Torre Guaceto grazie alla collaborazione tra i volontari brindisini guidati da Ricupero ed il Consorzio. Basti pensare ai campi di volontariato internazionale che ogni anno l’associazione realizza in riserva con il supporto dell’ente gestore e ad alle numerosissime attività di sensibilizzazione condotte gomito a gomito nel tempo.
Su proposta del WWF, inoltre, l’Assemblea ha deciso di dare nuovo impulso alla Commissione di riserva, Organo previsto dal Decreto istitutivo dell’area protetta, e già attivo, composto da esperti nominati dal Ministero dell’Ambiente e dagli Istituti di ricerca con lo scopo di dare sostegno tecnico alla gestione.
“Non posso che esprimere la massima soddisfazione per le determinazioni dell’Assemblea – ha dichiarato il presidente Tarantino -, Sono particolarmente contento tanto per la nomina di Marchetta a vicepresidente, quanto per l’ingresso di Ricupero. Sono entrambi professionisti di grande valore e che, più volte nel tempo, hanno dimostrato un profondo attaccamento a Torre Guaceto. Sono certo che il nostro lavoro in CdA sarà contraddistinto dallo spirito di collaborazione e dalla stima reciproca che hanno sempre regolato i nostri rapporti interpersonali e che ciò ci consentirà di fare sempre meglio per il bene della riserva”
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Il 13 novembre 2020 scade il termine per richiedere l’indennità Covid-19
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Mesagne. Di chi è la responsabilità della pulizia?
Ancora storie di ordinaria sporcizia. Questa volta l’obiettivo della gente si è fermato sulle toilette del paro Potì il cui sanitario non ha bisogno di commenti. Solo una domanda agli amministratori: “Di chi è il responsabile della pulizia del parco?”.
Ancora storie di ordinaria sporcizia. Questa volta l’obiettivo della gente si è fermato sulle toilette del paro Potì il cui sanitario non ha bisogno di commenti. Solo una domanda agli amministratori: “Di chi è il responsabile della pulizia del parco?”.
Brindisi. Sorpreso nuovamente a espletare l’attività abusiva di parcheggiatore, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Brindisi Centro, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 25enne del luogo, per attività abusiva di parcheggiatore con recidiva. Il giovane, nella mattinata di ieri, è stato fermato all’interno del parcheggio dell’ospedale Perrino di Brindisi mentre espletava l’attività di parcheggiatore senza alcuna autorizzazione, reiterando nella medesima condotta contestata il 27 luglio 2020 da altro organo di polizia.
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Maltrattamenti in famiglia, arrestato 40enne
Oria. Maltrattamenti in famiglia, arrestato 40enne. I Carabinieri della Stazione di Oria hanno tratto in arresto un operaio 40enne del luogo in ottemperanza a un’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi. Il provvedimento è scaturito a conclusione delle indagini avviate a seguito della querela presentata dalla coniuge per maltrattamenti in famiglia nell’arco temporale 2000 – agosto 2020. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, l’uomo è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.
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SICCITA'. BASILICATA CHIUDE I RUBINETT,I SOS CAMPAGNE A SECCO
SICCITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, BASILICATA CHIUDE I RUBINETTI SOS CAMPAGNE A SECCO A TARANTO; A RISCHIO AGRUMI E ORTAGGI INVERNALI. SOS campagne a secco in provincia di Taranto con la Basilicata che chiude i rubinetti e l’acqua arriva col contagocce con le produzioni di agrumi e verdure in pieno campo in sofferenza. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che chiede un intervento immediato per verificare gli accordi sulla fornitura di acqua tra le Regioni Puglia e Basilicata, in un 2020 caratterizzato da una persistente siccità e da temperature decisamente più alte della media.
”Sono gravi gli effetti della mancanza di acqua sulle produzioni agricole, con uno stato di evidente sofferenza di agrumi e ortaggi invernali, ma anche negli allevamenti con gravi disservizi a cui gli allevatori fanno fronte attraverso il ricorso alle autobotti con un notevole aggravio di costi”, denuncia il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.
“L’acqua sta arrivando a singhiozzo fino a Ginosa, mentre rimane regolarmente a secco tutto il resto del territorio della provincia di Taranto. Stiamo vivendo una siccità prolungata, non piove e così i campi seccano e le colture muoiono. Deve essere rivista necessariamente dal Consorzio di bonifica Stornara e Tara la programmazione della erogazione dell’acqua”, aggiunge il presidente Cavallo.
“Serve una pianificazione diversa del ‘bene acqua’ e un piano infrastrutturale – conclude Cavallo – per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è sia poca ai fini di regimazione della acque, irrigui, ambientali”.
Il 2020 si classifica fino ad ora come il secondo anno più bollente mai registrato in Italia dal 1800 – aggiunge Coldiretti Puglia - con una temperatura di oltre un grado (+1,09 gradi) più elevata della media storica.
In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale – aggiunge Coldiretti Puglia - per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.
Servono – sostiene la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca. Gli agricoltori – conclude la Coldiretti - stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
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Cari Concittadini,
oggi celebriamo la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Il 4 novembre è l’anniversario dell’armistizio di Villa Giusti del 1918, firmato il 3 novembre ed entrato in vigore il 4 novembre 1918, che consentì all’Italia di ultimare il processo di unificazione nazionale iniziato durante il Risorgimento. Ad un anno esatto da quella data, che in Italia coincide con la fine della Prima Guerra Mondiale, veniva istituita la giornata che stiamo vivendo, un solenne appuntamento che ha attraversato un periodo storico lungo, incluso il buio e travagliato ventennio fascista, per giungere fino ai giorni nostri intatta nei valori fondanti che ne giustificarono l’essenza. Lo spirito col quale ripercorriamo quei valori rimandano al drammatico percorso di unificazione dell’Italia per il quale servì un conflitto che il Paese, con ogni singola parte della sua composizione geografica e sociale, pagò in termini di vittime e drammatica povertà.
Oggi, in visita al Monumento ai Caduti nel Cimitero della città di Mesagne, abbiamo ripercorso con gli occhi e col cuore il tributo che anche la nostra città pagò in termini di vite umane e di dolore, abbiamo riflettuto sui nomi e sulle date di nascita e morte dei caduti, il pensiero è andato ai dispersi, al destino infelice di tutti coloro che non tornarono: a loro e al ricordo delle loro giovani vite spezzate abbiamo reso omaggio. Da quando il virus ci ha privati, per un fatto di opportuna e temporanea necessità, della possibilità di ritrovarci in presenza per coltivare - soprattutto insieme ai più giovani - i valori della memoria, lo sforzo che abbiamo avvertito come doveroso è quello teso a non disperdere l’importanza di alcuni principi, espressi con modalità diverse ma non per questo meno sentite.
Il sacrificio militare di tanti giovani rende questa festa una ricorrenza dolorosa ma importante, come doloroso e importante fu il contributo di tanti civili che attesero invano il ritorno dei propri cari, continuando a vivere e a lavorare in territori devastati dagli effetti nefasti della guerra, negli anni in corso e in quelli a venire. L’unità nazionale che scaturì da anni difficili oggi è elemento fondante per ritrovarci intorno al giusto orgoglio di sentirsi italiani, solidali e fiduciosi contro un nemico che oggi è la pandemia.
Il percorso tormentato che dal primo conflitto mondiale ha portato all’unità dell’Italia è servito a restituirci il valore di un futuro di pace, libertà, democrazia che trova fondamento nei principi della Carta Costituzionale, che all’art.11 afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
In questa data a loro dedicata, rivolgiamo un sentito ringraziamento alle Forze Armate, garanzia di sicurezza per il nostro Paese ed espressione autorevole per la comunità internazionale, riconosciuto esempio di perizia e di qualità umane nei diversi contesti nei quali si trovano ad operare in ragione del servizio prestato.
Viva l’Italia e viva la Pace! Sempre.
Mesagne, 4 novembre 2020
Toni Matarrelli, sindaco di Mesagne Omar Ture, presidente del Consiglio Comunale di Mesagne
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Mesagne. Sorpresi con della droga, arrestati
Mesagne. Sorpresi con una pianta e 4 semi di canapa indiana, 1,9 grammi di hashish e 75,41 grammi di marijuana, arrestati. I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 42enne e una 36enne del luogo, conviventi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di mirato servizio per la repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, i militari operanti hanno proceduto alla perquisizione personale e domiciliare presso la loro abitazione dove hanno rinvenuto e posto sotto sequestro una pianta di canapa indiana di 52 grammi, 4 semi di canapa indiana, 1,9 grammi di hashish e 75,41 grammi di marijuana, oltre a vario materiale utile per il confezionamento e un bilancino di precisione. Lo stupefacente era occultato in un contenitore per dolci posto in cucina. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati rimessi in libertà.
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Messe: un Maresciallo molto diverso da quello celebrato in Italia
Caro direttore,
Come abbiamo già spiegato pubblicamente nelle nostre pagine Facebook, non intendiamo intervenire nella “guerra del busto” dedicato al Maresciallo d’Italia Giovanni Messe. Lo mettano dove vogliono, se vogliono. È questione che non ci riguarda: il nostro compito non è quello di schierarci da una parte o dall’altra, ma raccontare senza omissioni e reticenze. Ed è ciò che facciamo da quasi un ventennio scandagliando la documentazione custodita in quei luoghi di studio che gli storici, soprattutto quelli che non scendono mai dalle cattedre, dovrebbero frequentare più spesso: gli archivi.
Chiediamo ospitalità, quindi, soltanto per replicare ad alcune affermazioni contenute nella lettera di Aldo Mola, da voi pubblicata, in cui si fa diretto riferimento al nostro libro “Le menti del Doppio Stato” (Chiarelettere, Milano 2020).
Innanzitutto, le nostre «carte», alle quali Mola fa riferimento senza specificare di che si tratta, sono documenti conservati negli archivi nazionali statunitensi (College Park), italiani (tra questi, l’Archivio Centrale dello Stato) e britannici (Kew Gardens). Dunque, fonti primarie e di grande autorevolezza, dalle quali emerge un Maresciallo molto diverso da quello celebrato in Italia.
Del suo passato fascista a noi importa relativamente, come pure delle sue idee monarchiche. Ciò che invece molti italiani ignorano è che nell’immediato dopoguerra Messe fu uno dei protagonisti – certo non l’unico – della costruzione sotto l’egida dei servizi segreti britannici e del capitano statunitense (anglofilo) James Jesus Angleton (Oss, poi Cia) di un apparato paramilitare clandestino (nulla a che fare con Gladio, che nacque dopo e che, a nostro avviso, aveva anche una sua legittimità) formato da monarchici, ex fascisti, repubblichini, squadroni della morte mafiosi, massoni; e che allungava i suoi tentacoli anche verso formazioni “rivoluzionarie” di estrema sinistra ostili alla dirigenza moderata del Pci di Togliatti.
Un “Doppio Stato” occulto e aggressivo che non aveva come obiettivo la difesa della libertà del nostro Paese da una fantomatica minaccia dell’Armata Rossa. Pericolo inesistente per gli stessi britannici e americani, ma enfatizzato ad arte proprio da quel milieu di cui Messe faceva parte. Ingigantito attraverso operazioni di guerra psicologica per creare consenso intorno ai progetti eversivi contro lo Stato legittimo, rappresentato dai governi di unità nazionale antifascista. Quel milieu perseguì in modo violento – per fortuna con scarso successo, grazie soprattutto alle amministrazioni Usa e alla tenuta dell’asse democristiani-comunisti-socialisti-laici – tre obiettivi ben precisi.
Il primo: impedire il Referendum istituzionale e l’elezione di un’Assemblea Costituente per l’approvazione della Carta dell’Italia post fascista.
Il secondo: smembrare, se fosse stato necessario, la stessa unità politico-territoriale del Paese, giocando di sponda con i servizi segreti britannici (Soe) e in collaborazione attiva con quelli francesi (De Gaulle) e jugoslavi (Tito). Tutti interessati a creare il caos per provocare l’implosione italiana e, di conseguenza, la spartizione della penisola in aree di influenza.
Il terzo: provocare un «lago di sangue», cruda espressione utilizzata in alcuni rapporti degli stessi Servizi italiani. In altre parole, la continua provocazione dei comunisti – anche armata, attraverso l’eliminazione fisica dei loro dirigenti – per indurli a una reazione violenta e avere così il pretesto di metterli al bando.
I progetti eversivi cominciarono già nell’autunno del 1944 con il tentativo di sterminare con sessanta chili di tritolo il governo Bonomi (strage sventata in extremis dalla Ps) e si conclusero con l’attentato a Togliatti del luglio 1948, il più noto ma soltanto l’ultimo di una lunga serie che ebbe inizio già all’indomani del suo rientro in Italia e la “svolta di Salerno” (marzo-aprile 1944).
Per «vagliarne l’attendibilità e contestualizzarne generi e contenuti», volendo usare un’espressione dello stesso Mola, abbiamo sempre confrontato i documenti di College Park, Kew Gardens, dell’Archivio Centrale dello Stato e del Pci, un partito che attraverso i suoi servizi d’intelligence aveva una percezione in tempo reale di ciò che stava realmente accadendo in Italia. Piaccia o meno a Mola, le informazioni provenienti da tutte queste fonti coincidono.
Ancora qualche osservazione, scusandoci se abusiamo della sua cortesia, caro Direttore.
L’elezione di Messe in Parlamento nelle liste della Democrazia Cristiana, che Mola esibisce come prova della sua democraticità, non riabilita il Maresciallo. Semmai, evidenzia la lungimiranza della strategia della Dc per il contenimento delle spinte eversive, allo scopo di impedire il “lago di sangue” durante la Guerra fredda. Strategia che aveva un riscontro sul versante opposto, dove Togliatti riuscì in qualche modo a governare le correnti insurrezionaliste di Pietro Secchia e dell’ala militarista del Pci.
Comprensibile la reazione un po’ stizzita di Mola. Si è formato alla scuola di Giovanni Giolitti, il grande statista piemontese che nelle sue memorie raccomandava, «molta prudenza nell’aprire gli archivi» del nostro passato per «non sfatare leggende che sono belle». Se un invito del genere viene accolto da uomini di Stato, che hanno altre cose a cui badare, può essere persino utile. Ma gli storici, i ricercatori e i giornalisti devono fare il loro mestiere, che è diverso da quello dei politici: così funzionano le cose nelle democrazie liberali.
Infine, due parole sul riferimento al «Messe Nero», cioè massone, che Mola esibisce come la “prova regina” della nostra demonizzazione del Maresciallo d’Italia. Se fosse massone o meno, a noi poco importa: contano, ancora una volta, i suoi comportamenti. Ma certo stupisce che, dopo aver a lungo scorso l’indice dei nomi della “Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni”, più di mille pagine scritte da Mola, non compaia mai, per esempio, il nome di Giuseppe Cambareri, una sorta di Licio Gelli ante litteram a cui il milieu di Messe era connesso. Cambareri, fior di massone, fu l’uomo di collegamento fra tutte le componenti eversive del “Doppio Stato”.
Cambareri – a cui Silverio Corvisieri ha dedicato un ottimo volume (“Il mago dei generali”, Odradek, Roma 2001) – lavorava per Angleton e il Secret Intelligence Service britannico proprio negli anni in cui si stava formando il “Doppio Stato”: un prototipo fabbricato nel «laboratorio clandestino italiano» negli anni ricostruiti nel nostro libro ed esportato poi in altre parti del mondo, a cominciare dal Cile di Pinochet, nel corso della Guerra Fredda. Come si legge anche in molti studi e saggi scritti da storici, giornalisti, diplomatici e uomini d’intelligence del mondo anglosassone. E come racconta nella sua autobiografia l’ex direttore della Cia, William Colby, tanto per citare un nome.
Ma ci fermiamo qui. Meglio non sfatare troppe «leggende che sono belle».
Grazie per l’ospitalità.
Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella
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Brindisi. Esplosione al rione Santa Chiara
Negli ultimi giorni è stata intensificata nella Città di brindisi l’attività di prevenzione con l’impiego di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce.
Proprio nell’esecuzione dei compiti istituzionali, nella tarda serata di ieri, le Volanti intervenivano con solerte tempestività nel quartiere residenziale Santa Chiara dove, in via Bezzecca, era stata udita l’esplosione di un grosso petardo. Sul posto, il personale constatava la fuga di una fiat punto che, inseguita per le vie del quartiere, veniva bloccata dopo qualche minuto. L’inseguimento produceva il fermo di G.A., già noto alle forze dell’ordine, segnalato per possesso di sostanza stupefacente.
È in corso l’accertamento dei fatti da parte degli uffici investigativi della locale Questura.
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