Redazione
Sostituzione pavimentazione antitrauma nella Villa Comunale
Nelle scorse ore la ditta che si occuperà della sostituzione della pavimentazione antitrauma dell’area giochi della Villa Comunale ha delimitato il perimetro del cantiere con una recinzione che impedirà l’utilizzo delle giostrine sino al termine dei lavori.
“L’intervento – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – è un atto dovuto nei confronti dei bambini che utilizzano la Villa Comunale per divertirsi e socializzare. È importante che ognuno di noi abbia cura di questo luogo che facilita, tra le altre cose, l’incontro e il dialogo intergenerazionale. Passa anche da queste piccole cose la crescita di una comunità cittadina.”
A differenza di quella esistente, la nuova superficie sarà applicata sotto forma di un tappeto uniforme che, secondo le previsioni dei tecnici, garantirà una maggiore resistenza del materiale antitrauma.
Il miglioramento dell’area giochi è solo un tassello degli interventi previsti nei prossimi mesi nella Villa Comunale.
La società che si occupa della gestione della ex casa del custode, dell’anfiteatro, dei servizi di manutenzione e custodia del parco, nei prossimi giorni depositerà il progetto esecutivo per la ristrutturazione dei bagni.
Le opere, che prevedono un investimento di circa 80 mila euro, saranno realizzate a spese del gestore. In particolare, il rifacimento dei bagni rientra tra le proposte migliorative presentate in seduta di gara insieme alla manutenzione straordinaria della ringhiera e dei cancelli, alla realizzazione di un dog park, alla manutenzione delle giostrine e all’installazione di un impianto di videosorveglianza.
I lavori prevedono la sistemazione delle murature, la riorganizzazione degli spazi interni, la manutenzione e l’adeguamento degli impianti e l’installazione di nuovi infissi. Grazie a questo intervento sarà aumentato il numero di sanitari a disposizione dell’utenza e vedrà la luce un baby pit-stop per permettere ai genitori di cambiare i bambini in un luogo protetto e accogliente.
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Ripartyamo del WWF con pulizia delle spiagge
Sabato 18 marzo c'è stata la prima giornata in provincia di Brindisi del progetto Ripartyamo del WWF. L'evento ha avuto una grande partecipazione e le tantissime prenotazioni arrivate ci hanno indotto a organizzare due raccolte su due luoghi nella stessa mattina. Centinaia di studenti, famiglie e singoli cittadini si sono uniti a noi per ripulire due luoghi importanti, di grande fascino e di alta valenza naturalistica: il parco di Punta Penne/Punta del Serrone e l'isola di Sant'Andrea. Per quest’ultima abbiamo potuto agire solo su metà, quella di competenza comunale. Quella dove insistono il forte è il castello è sotto la competenza della soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce ma, nonostante una richiesta di autorizzazione inviata mesi prima e poi diverse telefonate, dalla soprintendenza non è mai arrivata risposta, neanche negativa.
Le nostre coste sono sempre più martoriate dalla presenza di rifiuti di tutti i tipi ma quando così tante persone si uniscono insieme per raccoglierli, significa che la consapevolezza del problema sta aumentando.
Per questo evento abbiamo chiesto e ottenuto il patrocinio del Comune ed è stata molto gradita la presenza del Sindaco e dell'intera giunta dei ragazzi.
Insieme a noi hanno raccolto le associazioni ASD Scuba Dive e Le Sciabiche che con i loro sub hanno tolto copertoni e altri rifiuti dai fondali, Puliamo il mare, sempre presenti a difesa delle nostre coste, l’associazione Cambiamoci, tante famiglie e singoli cittadini. Con nostro grande piacere sono stati con noi anche 60 studenti entusiasti dell'ITT Giorgi di Brindisi e 80 del liceo Epifanio Ferdinando di Mesagne. Menzione speciale a questi ultimi che hanno pagato personalmente 10 euro a testa (!!!) per il trasporto dalla loro scuola a Punta Penne.
Nelle primissime ore del pomeriggio, gli addetti della azienda Ecotecnica avevano già provveduto a ritirare i sacchi di rifiuti raccolti: un grazie anche a loro per la disponibilità e l'efficienza!
Un ringraziamento particolare anche al presidente della cooperativa Amani e alla diocesi di Brindisi Ostuni per il supporto logistico.
Tanto lavoro di preparazione alle spalle, già da novembre, ma tanta soddisfazione per la grande partecipazione e la quantità di rifiuti raccolti. In molti ci hanno ringraziato per quello che facciamo ma il ringraziamento va a tutti coloro che si sono uniti a noi! GRAZIE!!!
Fra l’altro sabato era una bella giornata ed è stato anche commovente vedere che tante famiglie hanno rinunciato a fare una passeggiata per stare con noi in questa grande dimostrazione di educazione civica.
Questa giornata, organizzata nel progetto Ripartyamo, fa parte del programma di sensibilizzazione del WWF GenerAzioneMare, che mira a salvaguardare il nostro amato capitale blu! Nel Mediterraneo finiscono circa 230 mila tonnellate di plastica ogni anno: è come se ogni giorno 500 container vi scaricassero il proprio contenuto. 116 specie animali che vivono nel nostro mare hanno ingerito plastica che, ridotta a frazioni infinitesimali ma indistruttibili, entrano a fare parte della alimentazione umana, finendo nei polmoni, nel sangue e nella placenta.
Per questo non ci fermiamo e invitiamo tutti a partecipare ai nostri prossimi eventi che, come quello di sabato, saranno momenti non solo di pulizia, ma anche di festa e socialità all’insegna della tutela ambientale.
WWF BRINDISI
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Cobas: corteo a bari per Dcm il 21 Marzo
Il Sindacato Cobas organizza un corteo a Bari Martedì 21 Marzo con partenza alle ore 11,00 da Piazza Eroi del Mare con i lavoratori DCM che si concluderà in un sit in su Lungomare Nazario Sauro davanti la Presidenza della Regione Puglia .
La manifestazione è organizzata in concomitanza del tavolo di monitoraggio convocata dal Presidente della Task Force Regionale sulla Occupazione,Leo Caroli, sulla vertenza relativa ai 66 rimasti lavoratori DCM che ad Aprile finiranno la cassa integrazione e saranno licenziati .
In queste settimane il Cobas unitamente ai lavoratori DCM ha incontrato il Prefetto Michela La Iacona, successivamente il Sindaco di Brindisi Riccardo Rossi e per ultimi il Ministro Raffaele Fitto,l’Onorevole Mauro D’Attis , il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, a cui ha chiesto sostegno ad evitare questi licenziamenti.
In particolare sia il Ministro Fitto che il Presidente Emiliano hanno preso l’impegno di interessare il Ministro Urso per 2motivi;primo per la convocazione di un tavolo ministeriale dove trovare il modo di prendere tempo per evitare il licenziamento previsto per la fine di Aprile per i 66 lavoratori; secondo quello di cercare di legare i dipendenti DCM alla vertenza che comprende i lavoratori DEMA e DAR di Brindisi di cui il fondo americano proprietario degli stabilimenti ha chiesto la chiusura nella presentazione del piano di ristrutturazione, cercando interlocuzioni nazionali con le società del settore per un possibile acquisto.
La riunione del 21 Marzo a Bari non deve quindi rappresentare il saluto di commiato per questi lavoratori ma l’inizio di un percorso di salvataggio, visto che sono anche aumentate le proposte di acquisto dei due stabilimenti brindisini destinati alla chiusura .
Una terza proposta , ci riferiva il Presidente Emiliano nel corso della riunione di Lunedì scorso avuta con lui, è arrivata direttamente alla Regione Puglia dopo le due riscontrate nell’ultima riunione Romana al Ministero.
La speranza è l’ultima a morire e la cercheremo fino alla fine.
Per il Cobas Roberto Aprile
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L’Aurora Volley Brindisi conquista un successo fondamentale per morale e classifica imponendosi con il punteggio di 3-1 sulla formazione avversaria della Fulgor Tricase e porta a casa l’intera posta in palio al termine di una gara che già dalla vigilia si preannunciava piena di insidie. Le due formazioni hanno dato vita ad una partita,valida per la ventesima giornata del Campionato di Serie C e disputatasi sabato 18 marzo sul parquet del Pala Malagoli di Brindisi, che non ha deluso le aspettative dei tanti tifosi biancazzurri accorsi per sostenere le ragazze di Coach Adolfo Rampino.
La squadra ospite allenata dal Coach salentino Giuseppe Potente, è una formazione in grado di creare grattacapi a chiunque, come dimostrato nell’ultimo turno di campionato dove ha tolto punti e primato alla corazzata Nardò, ed è a pieno titolo una delle compagini in lotta per un posto nei play-off. L’Aurora Brindisi è reduce invece da un periodo altalenante in cui non è riuscita a dare quella continuità di risultati sperata alternando buone prestazioni ad inspiegabili passaggi a vuoto.
La gara è come ci sia aspettava molto equilibrata, con le ospiti che prendono il comando del gioco e vincono il primo set con il punteggio di 17-25. Le giocatrici brindisine però non si demoralizzano e hanno il grande merito di voltare subito pagina. Le biancazzurre infatti riescono ad esprimere finalmente il loro gioco e conquistano il secondo ed il terzo set con il rotondo punteggio di 25-14.
Come sempre accade in questi casi, il quarto set è il momento della verità per entrambe le squadre. Brindisi vuole assolutamente conquistare la vittoria per scacciare il difficile momento che sta attraversando, Tricase non ha nessuna intenzione di lasciare ancora punti per strada. Il set è equilibrato e spettacolare con la formazione ospite che nelle battute finali si trova in vantaggio di ben quattro lunghezze.
E’ a questo punto della gara che la squadra brindisina, sostenuta dai propri tifosi, compie una piccola impresa. Prima rosicchia punto dopo punto tutto il vantaggio conquistato dalle ospiti, poi dopo aver resistito agli attacchi avversari mette a terra la palla che vale il match in un incredibile set chiuso sul 26-24.
Una vittoria ottenuta con carattere che ha messo in evidenza la volontà della squadra di gettarsi alle spalle un periodo difficile e riprendere il cammino verso l’obiettivo dei play off. Con questi tre punti la formazione biancazzurra si riappropria del terzo posto in classifica.
Alla fine della gara è il Vice Presidente Daniele De Leonardis a parlare “Prima di tutto voglio ringraziare il numeroso pubblico presente che ha trascinato alla vittoria le nostre ragazze. Venivamo da una settimana difficile dove avevamo lavorato tanto per ottenere una vittoria importante soprattutto per il morale.” Il dirigente brindisino non vuole sentire parlare di classifica “In questo momento dobbiamo pensare alla prossima difficilissima gara contro l’Ostuni, squadra ben organizzata che in casa fa sempre molto bene. Dobbiamo giocare come abbiamo fatto oggi, con carattere e abnegazione. La classifica la guarderemo alla fine del campionato.” conclude De Leonardis.
Tabellino:
Aurora Volley Brindisi – Fulgor Tricase 3-1 (17-25, 25-14, 25-14, 26-24)
Aurora Volley Brindisi: Palumbo K 18, Mollica 5, Galiulo 10, Della Rocca 10, De Toma 20, Maggio L1, Valente 2, De Maria, Montanero, Difronzo L2, Fiore, Mastrantonio, Greco. All. Rampino – Casalino.
Fulgor Tricase: Zocco K 7, Stincone 5, Lazzari L1, Scupola 15, Zaccaria 10, Rizzo 4, De Micheli 5, Manco G. 2, D’Alessandris L2, Fortunato 1, Venuti, Mastrangelo, Manco. All. Potente.
Arbitri: Massimiliano Capozzo (1°) – Cosimo Zizza (2°).
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ECONOMIA CIRCOLARE: COLDIRETTI PUGLIA, DA AGRICOLTURA PRODOTTI PER ENERGIA, BIO-CHEMICALS E GREEN REFINERY
Per combattere il caro bollette e ridurre la dipendenza energetica dall’estero è utile la valorizzazione delle biomasse agricole per la produzione di biocarburanti avanzati per il comparto energetico e bio-chemicals, oltre alla ricerca e promozione di colture per la produzione di cariche alternative per le green refinery. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro sull’economia circolare di Coldiretti Puglia a Santeramo con il sottosegretario di Stato al MASAF, Patrizio Giacomo La Pietra e la senatrice Vita Maria Nocco, componente della V Commissione Bilancio.
Nell’ambito della missione del Pnrr “Sviluppo del biometano, secondo criteri per promuovere l'economia circolare” fino al 31 marzo – informa Coldiretti Puglia - si possono presentare le domande per partecipare alla prima procedura competitiva del bando per la realizzazione degli impianti per la produzione di biometano e la riconversione a biometano di impianti di biogas agricoli attualmente operativi.
Per finanziare gli interventi sono disponibili 1,73 miliardi del Pnrr e la procedura è gestita dal Gse. Possono accedere agli incentivi piccole, medie e grandi imprese e aziende agricole, in particolare imprenditori agricoli in forma individuale, societaria e cooperativa, società agricole secondo il dlgs 99/2004 e consorzi costituiti da due o più imprenditori agricoli e/o società agricole. Gli interventi ammessi sono per impianti di nuova costruzione, riconversione di impianti agricoli di produzione e utilizzazione di biogas per la produzione elettrica che viene convertito a biometano.
“Dall’allevamento di mucche si ricavano non solo il latte e i formaggi che vengono venduti direttamente ai consumatori ma anche un biogas di qualità per la auto a metano. I liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche – ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - vengono mescolati ai residui della lavorazione dei cereali per l’alimentazione degli animali, dalla paglia agli stocchi di mais, e messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione”. Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene completamente purificato e stoccato in grandi bombole che alimentano il distributore, capace di fare il pieno a 100 macchine al giorno mentre gli scarti vengono usati per concimare i terreni. Il primo distributore a km zero – rivela Coldiretti - sta riscuotendo un successo clamoroso con decine di automobilisti in fila per fare il pieno “a km zero”, peraltro molto più conveniente.
Con gli aumenti di elettricità e gas, la promozione di rete energetiche alternative – insiste Coldiretti Puglia - rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. “Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green”.
E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano, conclude Coldiretti nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.
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Successo per il convegno Copagri a San Michele S.no sul futuro del comparto olivicolo
Grande partecipazione di olivicoltori al convegno organizzato da Copagri Brindisi, nella sala conferenze dell’azienda dei Fratelli Palumbo a San Michele Salentino (Br), alla presenza del sottosegretario all’agricoltura, Patrizio La Pietra. Gli agricoltori hanno seguito con grande interesse gli interventi degli esperti e dei riferimenti istituzionali intervenuti per trattare il tema “Lo sviluppo dell’olivicoltura tra il PSN e gli eco-schemi”. L’attenzione principale dei produttori è stata rivolta alle novità di un comparto che sta attraversando una fase molto complessa e delicata. Ad aprire i lavori il sindaco, Giovanni Allegrini, anche in veste di presidente della Copagri Brindisi che ha salutato i presenti e ha chiesto risposte concrete sulle problematiche che gli imprenditori olivicoli affrontano nel quotidiano, come la drammatica epidemia della Xylella. “I produttori hanno bisogno di ripartire – ha spiegato il sindaco Allegrini -. Hanno bisogno di conoscere quali sono gli aiuti della nuova PAC, le caratteristiche degli eco-schemi e il piano strategico nazionale. Grande merito va a Copagri – ha concluso - che intende confrontarsi con gli organi di governo per fare fronte comune e cogliere le occasioni del PSN e rilanciare il settore”.
Il presidente della Copagri Puglia, Michele Palermo, ha spiegato agli intervenuti i motivi per cui l’organizzazione dei produttori agricoli sta ricercando il confronto in tutta Italia con i protagonisti principali delle produzioni agricole. In Puglia, in particolare, questo percorso è stato intrapreso con gli imprenditori olivicoli che più di altri hanno bisogno di essere accompagnati e supportati nel loro lavoro.
Le novità degli eco-schemi per il comparto olivicolo sono state snocciolate da Angelo Frascarelli, presidente ISMEA che con rapidità e precisione ha spiegato ai presenti le caratteristiche fondamentali della nuova PAC soprattutto nella parte che interessa gli eco-schemi. Da questa interessante relazione ne è nato un confronto schietto con i produttori locali che hanno potuto chiarire tutti i dubbi in materia.
“Copagri ha avviato una campagna informativa incontrando direttamente gli agricoltori su tutto il territorio italiano – ha esordito il presidente nazionale Copagri, Tommaso Battista -. Lo fa per illustrare le novità della nuova PAC che parte da quest’anno e sarà attiva fino al 2027. Sono novità fondamentali che hanno stravolto il metodo di coltivazione dei fondi rustici ed è per questo motivo necessario che i produttori conoscano ogni aspetto così da essere informati sul pagamento del premio unico. La presenza del sottosegretario – continua Battista - è fondamentale per capire quali sono le prospettive e le strategie del Governo sulla produzione olivicola italiana e pugliese in particolare. Il Ministero deve essere coinvolto anche nella promozione della vendita dell’olio extravergine di oliva – ha fatto appello il presidente Copagri - poiché è ancora attuale il problema del prezzo al consumatore che non è redditizio agli olivicoltori. In questo il Ministero ci deve affiancare nel rapporto anche con la grande distribuzione”.
Nel folto pubblico erano presenti anche il vicario del Prefetto, Maria Antonietta Olivieri, il presidente della provincia di Brindisi, on. Toni Matarrelli e i rappresentanti delle forze dell’ordine. A concludere l’incontro, coordinato da Maria Cristina Solfizi, direttore Caa Caf Agri, è intervenuto il sottosegretario all’agricoltura, Patrizio La Pietra che ha ricordato di aver convocato nelle scorse settimane un tavolo dell’olivicoltura “ho lanciato l’idea di fare un piano nazionale olivicolo per rilanciare il settore – ha ricordato-. È necessario ripartire dalla Puglia perchè è la regione italiana che produce più olio a livello nazionale. La Xylella è un problema che sta mettendo in seria difficoltà l’intera produzione pugliese ed è necessario capire che interventi concretizzare. Quello che è stato fatto negli ultimi dieci anni non è servito, la quantità di terreno perso a causa della Xylella è aumentato per questo motivo credo che bisogna rivedere tutti i parametri. Le risorse economiche ci sono ma vanno spese bene. Il piano olivicolo regionale – ha concluso il sottosegretario - deve essere attuato perché è fermo da anni e non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo”.
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CALDO: COLDIRETTI PUGLIA, ANTICIPA PRIMIZIE DI 1 MESE DA FAVE A PISELLI; NEI MENU SU 8 TAVOLE SU 10.
La Puglia è la regione più ortofrutticola d’Italia con 198mila ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti
Con le prime fave già raccolte con quasi un mese di anticipo, anche in Puglia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono sui banchi degli agricoltori dove ci sono già anche i cavoli viola e rosso mentre nei mercati di Campagna Amica gli agricoltori vendono già anche le fragole, i fiori di zucca e le erbe spontanee. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia sui mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici in occasione dell’ultimo weekend prima della primavera dedicato all’arrivo delle primizie in tutta la Puglia, che cambia le abitudini alimentari dei consumatori.
Con la fine dell’inverno e il cambio di stagione si riscopre la voglia di portare in tavola nuovi prodotti con oltre otto cittadini su dieci (82%) che colgono l’occasione dell’arrivo delle primizie per rinnovare il menu, secondo l’indagine on line su sito www.coldiretti.it divulgata in occasione dell’ultimo week end prima della primavera dedicato da Campagna Amica agli effetti concreti di caldo e siccità sulla spesa degli italiani con le primizie e le erbe spontanee che arrivano quest’anno sui banchi dei mercati in forte anticipo a causa di un inverno anomalo.
L’arrivo della primavera – sottolinea la Coldiretti – porta con sè un’impaziente voglia di colori e profumi, soprattutto in cucina dove si rivedono le abitudini alimentari e si preparano ricette ricche di sapori, vitamine sali minerali e fibre con la nuova offerta di stagione. Una novità che stravolge gli acquisti dei consumatori di frutta e verdura che nel 2022 hanno fatto segnare il record negativo da inizio secolo con un quantitativo pari a 5,47 milioni di tonnellate, l’8,6% in meno rispetto ai 5,98 milioni del 2021, secondo l’analisi della Coldiretti su dati CSO Italy Un dato allarmante che rischia di stravolgere la dieta Mediterranea che ha consentito agli italiani di raggiungere record di longevità. Il calo negli acquisti di ortofrutta rischia di far schizzare la spesa sanitaria del paese, con conseguenze anche sui conti pubblici.
La Puglia è la regione più ortofrutticola d’Italia – ricorda Coldiretti Puglia – con 198mila ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti e 1,2 miliardi di euro di Produzione Lorda Vendibile, più di 1/3 della PLV agricola totale regionale, con punte di eccellenza e di valore dell’uva da tavola negli areali di Bari e Taranto, degli agrumi dell’arco jonico-tarantino e degli ortaggi, con spinte forti dalle province di Foggia e Brindisi.
La specializzazione strutturale dell’ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – aggiunge Coldiretti Puglia - di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive.
Il 27% delle aziende presenta una produzione di ortive, mentre il 58% in quella di fruttiferi. Le percentuali si invertono ove si consideri la SAU, visto che per le coltivazioni ortive la SAU aumenta al 55,7% mentre l’incidenza dei fruttiferi sulla superficie complessiva scende al 33,7%. Le dinamiche aziendali negli ultimi 10 anni evidenziano un processo di ristrutturazione importante, con una forte riduzione della numerosità delle aziende, cui è associato un aumento della SAU, particolarmente significativo nel comparto delle ortive.
La Puglia – rileva Coldiretti regionale – primeggia inoltre in Europa con molte produzioni importanti, dalle mele a pesche e nettarine, dalle ciliegie all’uva da tavola, dai kiwi a molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi.
Per ottimizzare la spesa e non cadere negli inganni il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza la frutta o la verdura perfetta perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti brutti ma buoni.
Nelle scelte dei consumatori grande rilievo viene dato alla freschezza del prodotto e al luogo di acquisto con una tendenza a privilegiare la spesa dal produttore. Anche perché – continua la Coldiretti – la verdura comperata direttamente dal contadino dura di piu’ non dovendo affrontare lunghe distanze per il trasporto prima di arrivare nel punto di vendita ed è più buona e ricca di nutrienti perché raccolta quotidianamente al giusto grado di maturazione.
Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale – denuncia Coldiretti – con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea. Un esempio sono le nocciole dalla Turchia, su cui pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde. Ma ci sono anche l’uva e l’aglio dell’Argentina e le banane del Brasile gravati da pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per utilizzo del lavoro minorile ma con i quali l’Ue ha comunque avviato l’accordo commerciale di libero scambio Mercosur.
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei - conclude Coldiretti - rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità.
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ACQUA: COLDIRETTI PUGLIA, RIPARTIRE DA INCOMPIUTE E SPRECHI
ACQUA: COLDIRETTI PUGLIA, RIPARTIRE DA INCOMPIUTE E SPRECHI; PERSO OGNI ANNO 89% PIOGGIA.
Sopralluogo con il Sottosegretario all’Agricoltura La Pietra sulla diga del Pappadai in provincia di Taranto, costruita tra il 1994 ed il 1997.
La Puglia non può più permettersi di perdere risorse vitali e opportunità per innovare le reti, ammodernare e rendere più efficiente l’infrastrutturazione, completare le incompiute, negli anni più siccitosi di sempre, con l’acqua che manca ed oltre il 57% del territorio a rischio desertificazione. E’ il grido d’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, in occasione del sopralluogo con il sottosegretario di Stato all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra sulla diga del Pappadai, opera realizzata e mai entrata in funzione che avrebbe dovuto portare l’acqua nelle campagne tarantine e salentine.
Oltre agli sprechi con l’89% dell’acqua piovana che va persa ogni anno, ci sono le incompiute, con la diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto costruita tra il 1994 ed il 1997 in pietrame con manto, con una quota di massimo invaso di 108,5 metri sul livello del mare, mai utilizzata e di fatto abbandonata – aggiunge Coldiretti Puglia – che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti. La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione - aggiunge la Coldiretti Puglia - comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale, e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta – insiste Coldiretti Puglia - di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.
“E’ importante l’impegno del Governo sulla semplificazione anche per accelerare la realizzazione delle infrastrutture di cui il territorio ha bisogno in una situazione in cui viene intercettata e raccolta solo l’11% della acqua piovana, con il tema dell’acqua che non viene affrontato solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria per gestire una risorsa essenziale per l’intera collettività attraverso una cabina di regia tra tutte le Istituzioni interessate a livello nazionale e territoriale”, ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
A causa della siccità nel 2022 in Puglia è andato perso 1/3 delle produzioni – denuncia Coldiretti Puglia - da oltre il 50% delle olive al 35% della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l’alimentazione del bestiame, del miele, con gravi danni anche sugli allevamenti di cozze e ostriche.
“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione – ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi civili industriali ed agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.
Con la temperatura aumentata di oltre 1 grado e le precipitazioni crollate di oltre 124 millimetri di pioggia annua, in Puglia a causa dei cambiamenti climatici è a rischio lo stesso valore dei terreni – insiste Coldiretti Puglia - che potrebbero subire una perdita tra il 34% e il 60% nei prossimi decenni rispetto alle quotazioni attuali proprio a causa dell’innalzamento delle temperature che minaccia anche i redditi agricoli e rischia di far aumentare la domanda di acqua per l’irrigazione dal 4 al 18%.
Gli agricoltori hanno dovuto dire addio quest’anno in Puglia a 1 bottiglia di passata di pomodoro su 5 con l’esplosione dei costi di produzione che hanno tagliato le semine, la siccità e le temperature roventi che hanno ridotto drasticamente - aggiunge Coldiretti Puglia - il raccolto del pomodoro da salsa destinato a polpe, passate, sughi e concentrati. Ma ci sono anche aree dove, non arrivando acqua, gli agricoltori sono stati costretti – dice Coldiretti Puglia – ad abbandonare le colture, dopo i costi stellari, causati dalla ripercussione della guerra in Ucraina, sostenuti per arare i terreni, seminare e far crescere ortaggi e frutta, perché non possono irrigare.
La siccità grave e perdurante ha costretto gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio – spiega Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi di acqua con le autobotti, anche per abbeverare gli animali nelle stalle, con i pozzi artesiani che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale, stanno scomparendo, si stanno prosciugando.
Tra l’altro, la Puglia è la regione d’Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e impatti gravi sull’agricoltura causati dalla siccità che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi e rappresenta la calamità più rilevante per i campi e mantiene anche il primato negativo – ricorda Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi. D’altro canto ogni anno va perso l’89% dell’acqua piovana, una dispersione che la Puglia non può permettersi – insiste Coldiretti - considerato che l’acqua non ce l’ha e ha bisogno di importanti opere per ridisegnare il proprio assetto idrico e idrogeologico e per garantire non solo l’approvvigionamento idrico per la popolazione, ma per assicurare corpi irrigui adeguati alle produzioni agricole, artigianali e industriali.
Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%, sostiene Coldiretti nel precisare che insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – continua Coldiretti – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale – conclude Coldiretti - per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare.
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