è stato massacrato da un suo connazionale non avrebbe suscitato a Mesagne grandi emozioni. Ad affermarlo è l'ex presidente del Consiglio comunale e oggi consigliere delle assise in forza al Pd, Fernando Orsini, che su un social network ha avviato una discussione virtuale. "Forse sarò stato disattento, ma non mi pare che nella città, in tutte le sue articolazioni, la notizia abbia suscitato reazioni", ha esordito Orsini provocatoriamente. "Anzi, se vogliamo dirla tutta - ha continuato - il decesso di un uomo, letteralmente massacrato, dopo un mese di agonia, è stato vissuto come una "questione privata" fra uomini che nulla avevano a che fare con le "nostre cose". Insomma, fatti «di» e «fra» rumeni, su cui meglio non mettere becco". Ed ha, quindi, aggiunto: "Perché la violenza che tocca altri, è un po' "differente" da quella che potrebbe sfiorare noi. Sembra più "digeribile". E dire che qualcuno, sin dalla notte dei tempi, si è affannato a sostenere che di fronte alla morte siamo tutti eguali". Da qui è scaturita la discussione che è stata aperta alla piazza virtuale. Loredana, ad esempio, ha spiegato che secondo lei è "solo una questione di sensibilità e amore. Purtroppo la maggior parte della gente vive nell'indifferenza totale verso i bisognosi o verso episodi del genere. Come dire: bene io degli altri non me ne frega nulla". Luigia ha riflettuto che oggi nel mondo c'è molta "insensibilità a causa della mancanza di valori e dall'ignoranza". E' Lina, però, che punta il dito sul discorso razziale. "Mi dispiace ammettere - ha spiegato - ma siamo razzisti e ignoranti. Tutti parliamo, tutti condanniamo, quando a rimetterci sono gli altri. Nessuno si riesce a mettere nei panni di chi ha più bisogno di aiuto". E Valentina ha aggiunto: "Non è una questione di sensibilità da parte della gente ma di responsabilità e sensibilità dalla parte delle istituzioni che hanno fatto poco sul fronte dell'accoglienza con l'inserimento e l'integrazione vera e propria dei cittadini stranieri sul territorio. Quanto accaduto ci invita a riflettere". Infine Luigia ha constatato che in questi casi "non servono parole, servono i fatti. La solidarietà ti fa continuare a vivere quando intorno a noi non c'e più nulla". Questo pomeriggio presso l'ospedale di Brindisi sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Doroftei. Solo allora si conosceranno le cause certe della morte e la Procura potrebbe modificare l'accusa nei confronti del suo aggressore, il connazionale Nicolae Alexandru, di 40 anni.
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