relativa alle rette che il Comune di Mesagne ha pagato per alcuni mesi a una casa di riposo per un ospite deceduto. Si tratta dell'amministratore delegato della società che gestisce la struttura. Al momento non ve ne sono altri. Tuttavia, la domanda che in molti si pongono in queste ore è perché il Comune, una volta che si è accorto del fatto, non abbia deciso di denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine. Su questa domanda il sindaco Molfetta non ha voluto rispondere né aggiungere altro a quanto già detto in Consiglio. Dubbi che, probabilmente, si sarà posta anche il magistrato, Valeria Farina Valaori, della Procura della Repubblica di Brindisi giacché, per vederci chiaro, ha deciso di aprire un'inchiesta e inviare i Nas in Comune per acquisire la documentazione inerente il caso. Peraltro ulteriore scopo dell'indagine è di comprendere se l'episodio emerso è l'unico oppure ve ne sono degli altri. Comunque, al di la di tutto, appare chiaro lo slegamento che esiste nei vari uffici comunali che non comunicano informaticamente tra loro. Infatti, appena l'ufficio Anagrafe inserisce nel sistema computerizzato il decesso di un cittadino tutti gli uffici dovrebbero ricevere la notifica e apportare, ognuno per le proprie competenze, i correttivi del caso. Questo almeno dovrebbe accadere se tutto funzionasse regolarmente. Se non funziona evidentemente nel sistema c'è una falla. Ed è questa che i carabinieri, con la loro indagine, cercheranno di trovare e fare emergere. A confermare i fatti è stato lo stesso sindaco Molfetta nel Consiglio comunale di lunedì quando ha dovuto rispondere a una domanda di attualità avanzata dal consigliere del Pd, Fernando Orsini, che, tra le altre cose, gli ha chiesto "quali iniziative sono state assunte dall’Amministrazione comunale a tutela degli interessi dell’ente e se non ritiene, per il futuro ed in ogni caso, di far predisporre e porre in atto accorgimenti tecnici idonei ad evitare che possano verificarsi altri episodi similari". La vicenda del pagamento della retta per il ricovero di un anziano ospitato in una Rssa di Mesagne risale al 2016. L’uomo era deceduto a luglio del 2015 e il Comune ha pagato la retta fino a febbraio 2016. Il 5 aprile 2016 la dirigente del servizio politiche e solidarietà sociali, a seguito di verifiche avviate nel mese di marzo 2016 per quanto riguarda la quota di compartecipazione dell’ente, scrisse una lettera per evidenziare l’anomalia al soggetto gestore della Rssa. La responsabile del servizio chiese alla società privata di fornire immediate giustificazioni. La ditta immediatamente inviò una nota di risposta facendo chiarezza sulla vicenda definendola un “semplice errore materiale”. La Rssa ha, così, provveduto a sanare l’indebito incasso pari a 4.360 euro restituendo la somma nelle casse del Comune. Solo che l'ente non ha ritenuto, o ha omesso, di denunciare questi fatti alla magistratura.
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