Tra poco in città potrebbe concludersi la secolare pietà dei parenti di accompagnare in chiesa il proprio defunto a piedi. La notizia è destinata a fare discutere, e non poco, la comunità pastorale dei fedeli. In tal senso è già in atto una corrispondenza epistolare tra la chiesa vicariale mesagnese e l'Amministrazione comunale sul futuro dei cortei funebri nella nostra città. I parroci di Mesagne, nelle scorse settimane, si sarebbero riuniti ed avrebbero prospettato la possibilità di soprassedere all’usanza di accompagnare il feretro con il corteo a piedi dalla casa del defunto fino alla chiesa parrocchiale. Tradizione che sarebbe stata eliminata anche in tanti altri paesi della provincia di Brindisi. Per questo motivo i sacerdoti hanno inviato una lettera al sindaco Pompeo Molfetta chiedendo di emettere una disposizione in tal senso. Tra le motivazioni poste alla base della decisione del clero mesagnese ci sarebbe la distanza oramai cresciuta tra le case in periferia e le varie chiese parrocchiali, oltre alla difficoltà di gestire il traffico veicolare facendo fede solo alla buona volontà degli operatori delle agenzie di pompe funebri. Certo ci sarebbe da suggerire ai giovani parroci di fare un po' di footing, pratica che, per la verità, i loro predecessori non hanno mai fatto pur accompagnando sempre i cortei senza nessun problema e a volte anche dalla chiesa al cimitero. Tuttavia, c'è da dire che su tale vicenda il primo cittadino non ha accolto la richiesta e ha rimandato al mittente l’idea di emettere una ordinanza che vieti l’usanza popolare dei cortei funebri. Il sindaco Molfetta ha risposto al clero assicurando la presenza dei vigili urbani, per gestire l'ordine pubblico, in occasione dei funerali. L'argomento è stato discusso nella riunione dei capigruppo consiliari. "In quell'occasione - ha ricordato il sindaco Molfetta - i capigruppo consiliari ed io abbiamo deciso di non aderire alla richiesta della vicaria soprattutto per lasciare alla famiglia del defunto la libertà di scelta, nei modi e nei tempi, dello svolgimento del corteo funebre. Non abbiamo voluto limitare nessuna libertà specialmente nel momento della morte. In ogni modo con la vicaria c'è stata la massima condivisione". E di libertà parla anche il vicario foraneo, don Salvatore Tardio. "La proposta era stata avanzata nel Consiglio presbiterale diocesano giacché in alcuni Comuni della provincia, tra cui Brindisi, non c'è il rito di accompagnare la salma dall'abitazione alla chiesa - ha spiegato il sacerdote-. Era un modo di uniformare questa pratica in tutta la nostra diocesi. Non era assolutamente una imposizione. Vista la contrarietà riscontrata alla proposta del Consiglio presbiterale siamo stati ben lieti di lasciare le cose così come stanno mantenendo la tradizione". Sull'argomento i cittadini sono stati invitati a esprimersi con un sondaggio lanciato da www.quimesagne.it al fine di far sentire la propria opinione su un argomento che coinvolge l'intera comunità mesagnese e non solo la vicaria e il Comune.
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