con alcuni genitori di ragazzi che utilizzano i servizi territoriali del Niat, il centro di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza territoriale dell'Asl Br1, dopo la notizia di un suo ridimensionamento. Il Niat, così come prevedono i Livelli essenziali di assistenza e il Piano nazionale per la salute mentale, garantisce una presa in carico globale del minore disabile a livello: diagnostico, terapeutico, riabilitativo, di integrazione inclusione scolastica e sociale. Inoltre, il Niat ha attivato un progetto condiviso con l’Unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, unico nell’ Italia Meridionale, per l’individuazione e la presa in carico precoce del neonato ad alto rischio cerebrale e prematuro gravemente pretermine. Allo scopo di soddisfare il suo mandato istituzionale, il Niat è stato organizzato, prima della proposta di riordino, con una direzione, due unità operativa semplice: Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’età evolutiva e Programmazione Qualità e Integrazione in rete, e sei centri: Brindisi, San Pietro Vernotico, Latiano, Carovigno, Francavilla e Fasano. L'incontro dei genitori si è svolto sull'onda della preoccupazione che la riorganizzazione aziendale possa inficiare i servizi. "La riorganizzazione potrebbe compromette la stessa complessità organizzativa, che per essere tale deve garantire un’attenta e una puntuale articolazione ed integrazione di professionalità e soprattutto il monitoraggio e attento delle liste d’attesa", hanno spiegato durante l'incontro alcuni dei presenti. Il secondo timore è che la riorganizzazione favorisca "il rischio di smembramento delle Unità multidisciplinari, come la costituzione dell'Unità operativa semplice dipartimentale di Psicologia clinica trasversale tra adulti ed età evolutiva o dipartimento aziendale di riabilitazione trasversale tra adulti ed età evolutiva". Infine non va sottaciuto che tale riorganizzazione "renderà lungo e farraginoso il decorso clinico – riabilitativo dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, che nel percorso clinico dovrebbero confrontarsi con diverse strutture aziendali con propria collocazione logistica e diversa ispirazione istituzionale". Atteso che, la riorganizzazione aziendale si è resa necessaria per un’ottimizzazione e una razionalizzazione economica dei costi della sanità pugliese, "non si riesce a capire come, nel caso specifico, si possa soddisfare questo scopo poiché la migrazione del paziente da un servizio all’altro non può far altro che aumentare i tempi di attesa e conseguentemente la necessità di rivolgersi al privato convenzionato, che ha i suoi costi, che non fanno altro che concorrere ad una lievitazione della spesa pubblica sanitaria", hanno sbottato i genitori. Il dubbio dei presenti è che la conversione di alcune Unità operative complesse in Unità operative semplici, quali il Niat, che non hanno ragionevoli motivazioni sia dal punto di vista economico che dal punto di vista metodologico, potrebbe essere stata determinata, semplicemente, dall’assenza, per il pensionamento, di un direttore al Niat.
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