All’inaugurazione era presente la mamma della vittima, Marisa Fiorani, e don Luigi Ciotti che per l’occasione ha stappato una bottiglia di vino denominata “Emmedielle – Negramaro Salento a Indicazione di origine protetta”, dedicata appunto a Marcella Di Levrano. L’iniziativa è stata promossa da Libera Terra. Dopo i saluti istituzionali ha portato la testimonianza su questa storia di sopraffazione umana, Marisa Fiorani, madre di Marcella Di Levrano. Al suo fianco c’era don Luigi Ciotti.
L’incontro è stato moderato da Andrea Crippa, presidente della Rete di Scuole S.o.s. Alle ore 12,30 il corteo è partito dal Comune ed è giunto davanti al bene confiscato. E’ seguita l’intitolazione dello stesso a Marcella e la consegna delle chiavi al presidente della Consulta studentesca che la utilizzerà. La storia di Marcella è una cold case tuttora priva di soluzione. Marcella, seconda di tre sorelle, fu uccisa a colpi di pietra il 5 aprile del 1990 il suo corpo fu ritrovato con il volto sfigurato nel boschetto in contrada Lucci, nelle campagne tra Mesagne e Brindisi. Finita nel giro della droga Marcella voleva uscirne per proteggere la sua bambina, avuta dal rapporto con un uomo che l’aveva abbandonata, e dargli un futuro diverso dal suo. Non gli fu permesso poiché la mafia temeva che potesse parlare con gli investigatori e mettere a rischio l’organizzazione criminale. Marcella, infatti, fin da adolescente aveva un diario su cui annotava tutta la sua vita.
Momenti belli e momenti difficili. Probabilmente fu proprio quel diario a far tremare i sodali dell’organizzazione criminale che gestiva il traffico di droga temendo che quelle parole, quelle righe, potessero aiutare gli investigatori a comprendere il tutto e smantellare il giro che fruttava all’organizzazione centinaia di milioni di lire. Fu la sua condanna a morte. A oggi nessuno ha mai confessato quell’omicidio né tanto meno nessuno è mai riuscito a risolverlo. Alcuni sospetti ci sono sempre stati ma prove per inchiodare i killer alle loro responsabilità non ne sono state mai trovare. Nemmeno i collaboratori di giustizia hanno saputo, o voluto, fare luce su questo efferato omicidio. I sodali della Sacra corona unita, infatti, non hanno mai fornito i dettagli per incastrare l’assassino. L’appartamento di Seriate, che Libera ha voluto dedicate a Marcella per ricordare la sua breve quanto triste storia, è ubicato in via Marconi, un tempo struttura a servizio del contrabbando oggi è divenuta centro per la legalità.