il primo grado del processo per reati ambientali legati allo smaltimento tra gli olivi, in terreni tra Brindisi e Mesagnem di quel che restava della Belleli di Taranto. Sono stati condannati: Francesco e Massimiliano Vinci; Anthony Gatti, Maurizio Carlucci, Vito Messi e Vincenzo Montanaro. Assolti Antonio Montanaro, Gino, Maria Francesca e Alessandro Campana (l'ultimo dei quali è un consigliere comunale di Mesagne, difesi tutti dall'avvocato Giovanni Luca Aresta, proprietari dei terreni e ritenuti "inconsapevoli" rispetto a quanto avveniva negli stessi. Per Francesco e Massimiliano Vinci, Carlucci e Messi la pena decisa dal giudice monocratico Genantonio Chiarelli è pari a un anno e sei mesi di arresto e 20mila euro di ammenda. Per Gatti pari a un anno e un mese di arresto e diecimila curo di ammenda. Per Vincenzo Montanaro un anno e dieci mesi di arresto e 25mila euro di ammenda. Si tratta del processo nato dall'inchiesta dei carabinieri del Noe di Lecce, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, per la gestione di discariche non autorizzate e il trasporto di rifiuti speciali pericolosi. Nel corso delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce furono sottoposte a sequestro cinque diverse aree coltivate a uliveti e frutteti e ricadenti a metà strada tra i territori di Brindisi e Mesagne: una di 10.000 metti quadri, un'altra di 17.000. Ieri il tribunale di Brindisi ha condannato sei persone mentre quattro imputati sono stati assolti, 20.000 i metri quadri complessivi. Il giudice ha riconosciuto al ministero dell'Ambiente un risarcimento del danno da quantificarsi dinanzi al Tribunale civile. Stessa decisione per un'altra parte civile, Fabrizio Distante, assistita dall'avvocato Raffaele Missere. La gran parte dei terreni è stata confiscata, mentre quelli di proprietà dei Campana sono stati restituiti ai proprietari, fatti salvi gli obblighi di bonifica. Per loro, secondo il pm era già emersa nel corso del dibattimento "la circostanza che gli stessi fossero inconsapevoli dei contenuti e delle modalità di gestione dei terreni interessati dalla presenza dei fanghi, formalmente nella loro proprietà, fondi coltivati e sostanzialmente gestiti dal loro padre" (che pure, nonostante sia deceduto, è stato assolto). Il pm, al termine della propria requisitoria, aveva chiesto 7 condanne e 3 assoluzioni. Era già fuori dal processo la società "Montanaro Vincenzo": il giudice aveva infatti pronunciato una sentenza di assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" aderendo alle te-si dell'avvocato Massimo Manfreda che aveva rilevato che il decreto legislativo sulle responsabilità degli enti non è applicabile anche alle ditte individuali. Il collegio difensivo è composto inoltre dagli avvocati Ladislao Massari, Angelo Massaro, Giampaolo Sechi, Vittoriano Bruno, Ferruccio Gianiuca Palazzo, Alessandro Iacobellis, Massimo Murra, Giovanni Pomarico. Le parti civili erano assistite dagli avvocati Feliciano Petrera, Anna Luisa Valente, c'era poi l'avvocatura dello Stato, e i legali Andrea Casamassima e Vittorio Caiulo.
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