l’Autorità giudiziaria ha mosso nei confronti dell’uomo, P.M., di 35 anni, le accuse di maltrattamenti contro familiari e conviventi aggravati nonché di lesioni personali aggravate. La minima violazione di quanto disposto determinerà l’aggravamento dell’attuale misura coercitiva. Gli esiti d’indagine alla base dell’ordinanza: nel mese di febbraio del corrente anno, la moglie dell’odierno indagato si rivolgeva alla Polizia di Stato stanca dei lunghi soprusi e delle interminabili sopraffazioni subite nel tempo dal marito. La signora riferiva agli investigatori di una preoccupante situazione di conflittualità familiare, quotidianamente aggravata dall’abuso di sostanze alcoliche da parte dell’uomo, da tempo per giunta senza una stabile occupazione. La denunciante, visibilmente scossa dinanzi ai poliziotti, riferiva diversi episodi di aggressività e violenza patiti, in un crescendo di ferocia che ormai l’aveva portata a temere seriamente per la propria incolumità e quella della figlia minorenne. Di fatti, i maltrattamenti, le ingiurie e le angherie subite con continuità, ad un certo punto avevano costretto la vittima a trasferirsi, con la figlia minore, presso l’abitazione della madre, essendo ormai divenuti incontrollabili i raptus di violenza del compagno. In particolare, nel mese di gennaio 2017, la colpiva ripetutamente con degli schiaffi sul braccio destro e poi si posizionava sopra di lei, mentre era distesa sul letto coniugale, bloccandole le spalle e impedendole di muoversi finché non interveniva il cognato in soccorso della donna. Ed ancora, dinanzi alla figlia, spingeva la madre contro un armadio e la colpiva ripetutamente con schiaffi e pugni sulla spalla, così cagionandole lesioni personali, consistite in un’ecchimosi sulla spalla destra. Trasferitasi, oramai disperata, presso l’abitazione della madre, dopo averla invitata ad una riconciliazione, ovviamente dalla donna rifiutata, la ingiuriava dicendole: “ sei una puttana, mi fai schifo”, e, trattenendola per il braccio, con particolare rabbia e veemenza, la minacciava, aggiungendo: “ti sparo a te e a tutta la tua famiglia”. La serie reiterata di episodi vessatori ed umilianti, così come riportato nell’eseguita ordinanza restrittiva firmata dal Giudice per le Indagini preliminari, Dottoressa Stefania DE ANGELIS, hanno determinato nella donna “uno stato di frustrazione tale da rivolgersi all’Autorità….”proprio al fine di arginare il “ concreto, fondato ed imminente pericolo che l’uomo, ove lasciato libero di agire, potesse commettere reati ancora più gravi, mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità della signora….”. L’intera indagine è stata coordinata e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Dottoressa Emanuela PELLERINO. L’attività della Polizia di Stato, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica brindisina, ha tratto le mosse dalla coraggiosa scelta della donna di denunciare e di affidare alle Istituzioni le proprie legittime aspettative di giustizia e di sicurezza, senza farsi ingannare dai temporanei ravvedimenti dell’uomo, troppo spesso, come le recenti cronache insegnano, vere e proprie trappole senza possibilità di ritorno. A tal proposito rimarrà elevata nel tempo l’attenzione della Polizia di Stato in questa come in tante altre situazioni di illegalità che si dovessero presentare sul territorio, sempre nell’ottica del raggiungimento della sicurezza generale anche e soprattutto attraverso più auspicate forme di collaborazione da parte della cittadinanza.
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