Ben 35 occhi elettronici che vigilano sulla città e nella zona industriale. Nonostante ciò, come è stato denunciato alcuni giorni fa, gli atti di vandalismo si sprecano, basta guardare ciò che accade nel parco Potì e non solo. La domanda che, quindi, è scaturita in questi giorni nella comunità è se c'è qualcuno che guarda i filmati ripresi dalle telecamere oppure la tanto decantata, e costata, rete di videosorveglianza è un bluff. L'impianto di videosorveglianza del Comune di Mesagne è dotato attualmente di 35 telecamere di cui ben 16 nel parco "Roberto Potì", 19 in città, comprese le 6 di piazza dei Commestibili, e 6 nella zona industriale. Qualcuna di queste è fuori uso e non è stata ancora riparata. Due sono le centrali operative che hanno i monitor di controllo. La prima è collocata presso il comando della polizia locale mentre la seconda presso la stazione dei carabinieri. Le immagini arrivano in diretta e non in differita. Perciò in qualsiasi momento può essere monitorato un settore della città. Fino ad oggi sono state utilizzate per cercare di individuare soggetti implicati in particolari reati. Di fatto non c'è nessuno che li controlla in tempo reale di giorno e in differita di notte. Anche un impiegato comunale con particolare delega sindacale. Né tanto meno il comando dei vigili ha mai disposto un controllo attivo sulla rete. Gli atti vandalici messi a segno nel parco Potì da alcuni soggetti potevano essere svelati controllando i filmati del "Grande fratello". «Confronto al passato si sono fatti passi in avanti nello sviluppo delle rete di videosorveglianza - ha precisato l'assessore alla Polizia locale, Antonio Marotta - purtroppo per i fatti accaduti nel parco non è facile individuare chi ha danneggiato le toilette perché il tutto è avvenuto all'interno dove non possono esserci telecamere». L'Amministratore ha, quindi, aggiunto: «Prima avevamo una ragazza presa con le borse lavoro che puliva e vigilava sul parco. Da quando abbiamo concesso il bar in gestione le cose sono peggiorate tanto che abbiamo già fatto una diffida. Tuttavia, quello del controllo della città con le telecamere è un problema che abbiamo già discusso in giunta e va risolto dopo questo periodo di ferie». «La videosorveglianza deve essere utilizzata a dovere», ha esordito Antonio Calabrese, di Progettiamo Mesagne, secondo cui «sono stati spesi soldi pubblici per istallare le telecamere con il preciso scopo di garantire sorveglianza continua al parco e denunciare alle autorità competenti fatti criminosi che si possono verificare. Lo scarica barile è un atteggiamento inaccettabile che non si può più tollerare. E' imperativo che il Comune si doti del regolamento di gestione della videosorveglianza urbana».
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