Maltrattamenti: arrestata dalla polizia educatrice dell'infanzia In evidenza

Settembre 06, 2017 1897

polizia auto logoAgli inizi dell’anno corrente, presso una scuola dell’infanzia brindisina del quartiere Cappuccini, cominciava a farsi strada il sospetto che ad alcuni bimbi, affidati alle cure ed alla vigilanza di una educatrice, venisse riservato un trattamento che esulava le normali forme di intrattenimento di quei piccoli ospiti.

I bambini, in particolare, pareva ricevessero gratuiti insulti e ingiustificate percosse che, attesa la loro tenera età, difficilmente potevano venire in evidenza se manifestati o esplicitati dagli stessi pargoli i quali, notoriamente, sono spesso soggetti a provocarsi, mentre giocano, segni di ogni genere che dissimulano poi le conseguenze di azioni eventualmente più vigorose nei loro confronti.

Al fine di operare le necessarie verifiche ed appurare se condotte del tipo sospettato si consumassero nella Scuola dell’Infanzia interessata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, la Squadra Mobile di Brindisi intraprendeva una mirata e meticolosa azione investigativa di riscontro.

Lo spaccato emerso, così come ricostruito con le indagini, trovava la piena condivisione del locale Ufficio di Procura che – nella persona del P.M. titolare delle indagini – tempestivamente richiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari di valutare l’emissione di una urgente misura di natura cautelare che potesse porre un freno alle azioni attuate dall’educatrice nei confronti delle tenere creature.

Il G.I.P., accogliendo la tesi del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Brindisi, emetteva nei confronti della brindisina G.T. di 67 anni la misura cautelare degli arresti domiciliari.

All’interessata, con l’ordinanza applicativa della sopraindicata misura cautelare personale, venivano contestati fatti-reato accaduti in Brindisi fino al mese di luglio del 2017 concernenti maltrattamenti che interessavano “…numerosi bambini in tenerissima età” affidati alla donna “…per ragioni di custodia, vigilanza, educazione ed istruzione”. Le condotte rilevate nell’arco temporale investigato e costituenti ipotesi accusatoria erano riferibili a situazioni in cui l’educatrice avrebbe colpito

“…ripetutamente con schiaffi sulla testa, sulle guance e sulle natiche” i bimbi ospiti nella Scuola dell’Infanzia “New Fantasy”, “…li strattonava e/o li spingeva provocandone in più occasioni la rovinosa caduta in terra, li umiliava, ingiuriava e minacciava”.

Nella prima mattinata di oggi 06.09.2017, gli investigatori della Specializzata Sezione Reati Contro la Persona della Squadra Mobile di Brindisi – che ha curato, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, la delicata indagine flash in argomento – rintracciavano la destinataria della misura e la sottoponevano agli arresti domiciliari così come disposto dal G.I.P. nel provvedimento restrittivo emesso.

Ultimate le formalità di rito e dato avviso al Pubblico Ministero che aveva richiesto l’applicazione della misura cautelare, la G.T., come già accennato, veniva tradotta presso la propria dimora per ivi permanere, in regime di arresti domiciliari, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria, con divieto di dialogare con persone diverse da quelle che con lei convivono o l’assistono.

Nella tutela delle ccdd. fasce deboli tanto fanno le unità specializzate della Polizia di Stato (le Sezioni Investigative che trattano i reati contro la persona e la violenza di genere presso le Squadre Mobili) che, attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità ed esperienza nel settore, riescono ad affrontare difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci e complesse operazioni tecniche che risultano però di assoluta rilevanza per le indagini e per la cristallizzazione di quel quadro probatorio assolutamente necessario per determinare un intervento, investigativo e giudiziario, che possa garantire al meglio le persone offese dalla tipologia di reati in argomento.

Lo stesso Capo della Polizia, nelle sue più recenti direttive, ha sensibilizzato tutte le articolazioni della Polizia di Stato a porre una maggiore attenzione a tutti quegli indicatori che possono rivelare comportamenti di natura violenta e vessatoria nei confronti di quelle categorie di soggetti rientranti nelle menzionate fasce deboli e, tra loro, anche i bambini, proprio per la particolare vulnerabilità che li contraddistingue.

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Settembre 2017 15:43