La vicenda che ha visto protagonista una signora 86enne di Mesagne dimostra l'efficienza della burocrazia sanitaria sfatando i rumors che da sempre sono presenti sulle cronache locali. Accade, così, che per non far scadere i termini legali dei cinque anni per la riscossione di un credito gli uffici amministrativi dell'Asl di Brindisi hanno chiesto a un'anziana di Mesagne il rimborso di un ticket indebitamente percepito nel 2013 per l'acquisto di un medicinale. Tutto a posto se non fosse che il rimborso richiesto dall'Asl alla vecchietta è di 2 euro. Proprio così: 2 euro da versare, in ogni modo comodamente, entra 60 giorni. Se la somma non sarà versata probabilmente scenderà in campo l'Agenzia delle Entrate, che ha ereditato tutte le funzioni impositorie da Equitalia, che potrebbe pignorare i beni della vecchietta nel momento in cui questa dovesse decidere di non pagare, di eludere l'atto e di evadere il dovuto. Scenario tutt'altro che surreale giacché chi ha emesso l'atto, cioè l'Asl, ha tenuto conto che i costi di servizio dello stesso, tra stampa del ruolo e recapito al destinatario, superano di gran lunga le 2 euro. Però lo ha dovuto emettere poiché l'attuale normativa non prevede di esimere l'ente pubblico dal non riscuotere i crediti, anzi ha l'obbligo di farlo. Può rinunciare solo se emette una determina portando gli importi a credito nella posta nelle insussitenze passive di bilancio. Tuttavia la vicenda ha indignato oltre che l'interessata anche l'avvocato Fernando Orsini che ha preso a cuore i fatti e ha cercato di far comprendere ai dirigenti sanitari che sarebbe ora di umanizzare la burocrazia. Specialmente verso le fasce deboli della popolazione. Questo, naturalmente, non è da inquadrare in un'apologia dell'evasione ma solo nel dare un senso logico agli atti. «Se qualcuno pensa che gli uffici dell’Asl di Brindisi siano affetti da inefficienza, vedendo il documento recapitato ad una signora di Mesagne di 86 anni il 2 novembre scorso, dovrà clamorosamente ricredersi», ha spiegato il legale, già presidente del Consiglio comunale di Mesagne e attuale consigliere di minoranza. «La signora - ha aggiunto nella ricostruzione dei fatti - ha indebitamente usufruito dell’esenzione per reddito di 2 per una ricetta farmaceutica del 21 giugno 2013. Adesso, scoperta dai segugi dell’Asl, dovrà mettere mani al “portazecchino”. Unica eccezione: non immediatamente ma comodamente entro 60 giorni». Ed ha, infine, concluso: «Che poi sono sempre meno di quelli occorrenti per una visita o un esame specialistico e poco più di quelli che si possono trascorrere, se ti capita un accidenti, dentro il pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi».
Breaking News :