potrebbero durare anche 16 anni”. Ad affermarlo è l’archeologo Christian Napolitano che ha voluto far emergere come “l'archeologia non divenga un pretesto per giustificare i ritardi”. “La città di Mesagne è una delle aree a più alto rischio archeologico della Puglia e quando ci saranno rinvenimenti archeologici, perché se i lavori sono costantemente sorvegliati da archeologi, prima o poi questo accadrà, vorrei che ci ricordasse dei tempi tecnici del progetto prima di dire è sempre colpa degli archeologi”, ha tenuto a precisare l’archeologo chiarendo che “troppo spesso, infatti, i ritrovamenti archeologici vengono organizzati ad orologeria, per giustificare ritardi e riserve d’impresa”. I lavori di sostituzione della rete idrica e fognaria a Mesagne a cura dell’Acquedotto Pugliese prevedono la rimozione del basolato, scavi, posizionamento delle nuove condutture, interramento e ripristino del basolato per una dimensione lineare di circa 8 chilometri, ossia 8000 metri di strade: si tratta probabilmente della più grande opera pubblica del XXI secolo per il centro storico. Il capitolato d’appalto prevede 450 giorni lavorativi per la realizzazione di tali lavori, circa 22 mesi. Dall’inizio dei lavori, il 26 ottobre 2018, ad oggi sono già trascorsi più di due mesi, 48 giorni lavorativi, in pratica è stato superato il 10% dell’arco temporale previsto. “Nel frattempo – ha continua Napolitano - i lavori effettuati hanno interessato circa 100 metri lineari, senza considerare che i lavori eseguiti fino ad ora non hanno ancora visto il ripristino del basolato stradale. Quindi in un arco temporale che ha interessato oltre il 10% del tempo previsto per la chiusura dei lavori, è stato realizzato meno dell’1% delle opere in programma”. Per quanto esposto Napolitano ha dedotto che “di questo passo i lavori di sostituzione della rete idrica e fognaria nel centro storico di Mesagne potrebbero durare anche 200 mesi. Ossia oltre 16 anni”.
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