verso una ragazza di 19 anni disabile. La vicenda si è consumata nelle mura domestiche da parte di due cognati, di 29 e 46 anni, di Torre Santa Susanna che hanno ripetutamente abusato della donna in un terreno. La scoperta della violenza è stata fatta da alcune insegnati della ragazza che hanno saputo interpretare il disagio che stava vivendo la donna. Immediatamente, con grande discrezione sono intervenute le istituzioni che hanno messo in sicurezza la ragazza. I poliziotti di Mesagne al termine di alcune certosine indagini hanno arrestato i due colpevoli del reato di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo.
Una turpe storia di violenza, nei confronti di una ragazza di 19 anni disabile, si è consumata nelle mura domestiche, in una località della provincia di Brindisi, da parte di due cognati, di 29 e 46 anni, di Torre Santa Susanna il primo, e di Avetrana il secondo, che hanno ripetutamente abusato della donna in un terreno. La scoperta della violenza è stata fatta da alcune docenti della ragazza che hanno saputo interpretare il dramma che, consapevolmente, stava vivendo. Immediatamente, con estrema discrezione, sono intervenute le istituzioni che hanno messo in sicurezza la ragazza in una struttura protetta. I poliziotti di Mesagne al termine di alcune certosine indagini hanno arrestato i due “orchi” che si sono macchiati del reato di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. Si tratta di C. D., di 29 anni residente a Torre Santa Susanna, di professione agricoltore, e del cognato S. D. Q., di 46 anni, residente in provincia di Milano dove lavora in un’azienda di servizi partecipata di quel Comune. I due, come anticipato, sono accusati di atti sessuali ripetuti in danno di una persona maggiorenne disabile, con l’aggravante di aver approfittato della fiducia nonché delle condizioni di inferiorità psichica della vittima;perché in concorso tra loro, almeno in un’occasione, costringevano la vittima a subire violenza sessuale di gruppo, approfittando delle condizioni psicologiche della stessa affetta e contro la sua volontà. Le indagini sono state condotte dagli agenti del commissariato di Mesagne che, nel mese di febbraio scorso, avevano iniziato a indagare dopo che la dirigente scolastica e un’insegnante di sostegno di un istituto secondario della provincia di Brindisi avevano presentato una denuncia per sospetta violenza sessuale. I docenti avevano riferito che il giorno prima una loro studentessa, affetta da disabilità, aveva fatto delle rivelazioni di particolare gravità circa una possibile violenza sessuale subita. Il disagio era contenuto in un biglietto che la ragazza aveva scritto su un foglio di carta. “Nello svolgimento delle attività investigative si ricostruiva che i reati si erano consumati in provincia di Taranto nel gennaio scorso e, pertanto, gli atti venivano trasmessi alla Procura di Taranto per competenza territoriale”, ha precisato il vice questore Vincenzo Maruzzella. Così, la disabile era stata ascoltata in un’audizione protetta, alla presenza di una psicologa, durante la quale la vittima aveva raccontato che la violenza gli era stata inflitta dal cognato, compagno della sorella maggiore. L’uomo aveva convinto la ragazza a seguirlo in un terreno e lì l’aveva violentata. In un’altra circostanza la violenza si era consumata nei pressi di un’abitazione, sempre nell’agro. Purtroppo, la violenza non era solo quella compiuta dal cognato poiché per altre due volte la studentessa era stata violentata da un parente del cognato quando la ragazza si trovava in quella cittadina per un breve soggiorno. Questa particolare circostanza ha consentito di addossare ai due la violenza di gruppo, compiuta dagli arrestati: atto consumato sempre in campagna quando i cognati avevano approfittato a turno della vittima. Non solo: dopo aver compiuto gli atti sessuali, avevano intimato alla ragazza di non riferire nulla ai familiari, meno che mai alla sorella maggiore.