se in talune circostanze si sia mai preoccupato di chiedere a qualche nota azienda il perché produce e vende quantitativi enormi di birra o superalcolici che favoriscono la diffusione dell’alcolismo in Italia provocando un danno sociale per gli individui affetti da questa dipendenza. E verrebbe ancora da chiedere al prelato di Mesagne perché, di proprio pugno, non scrive alle multinazionali del tabacco per evitare il diffondersi di tumori o altre patologie il cui trattamento incide pesantemente sul sistema sanitario nazionale e sui contribuenti, vietando la vendita di sigarette. Il parallelismo trae spunto da opportune riflessioni, considerando alcune dichiarazioni riportate a mezzo stampa, peraltro condivise dalla Testata giornalistica, benchè arbitrarie e approssimative, sul problema delle ludopatie e della loro incidenza o ricaduta sul piano sociale. Argomento che torna nuovamente in gioco quando si diffondono le cifre sul gioco di Stato, date in pasto all’opinione pubblica in modo semplicistico e scorretto, stravolgendone in maniera poco opportuna una più corretta e oggettiva interpretazione. Vale la pena sottolineare a beneficio di tutti che la spesa in giochi e lotterie a Mesagne non è di oltre 34 milioni di euro come erroneamente pubblicato poichè viene escluso l’ammontare vincite, cioè quella parte di denaro che ritorna nelle tasche del “giocatore”, pari a quasi il 70 per cento nel 2018, ridotta al 68 % per l’anno in corso. Nell’articolo giornalistico si omette il valore ai fini di un più corretto calcolo della spesa media annua dei mesagnesi che è pari a 365,70 euro, vale a dire una media di un euro al giorno. Nello specifico il settore degli apparecchi da intrattenimento alla pari di tanti altri settori merceologici, contribuisce a dare lavoro e opportunità alle famiglie. Se così non fosse la Casa di Zaccheo, opera peraltro meritoria, non sarebbe sufficiente ad accogliere bisognosi e disoccupati. L’etica sociale - vorrei ricordare al prelato - rientra nelle finalità di una impresa che ha a cuore non solo il profitto ma guarda allo sviluppo e all’occupazione sulla base di precise leggi di mercato. Qualsiasi richiamo al mio nome e alla mia attività d’impresa non può in alcun modo essere accostato o essere causa diretta o indiretta di comportamenti patologici. Gli eccessi, come in tutti i settori della vita, sono dannosi ma non per questo è corretto puntare l’indice contro chi, nel pieno rispetto delle leggi opera in un sistema economico in piena coerenza e legittimità. E’ altrettanto evidente che le istituzioni sono chiamate ad intervenire, così come è altrettanto evidente che il mondo della politica locale più in generale debba evitare di fare ricorso alla retorica di circostanza e alla propaganda risparmiandoci scenari drammatici in cui si fa riferimento alla presenza di “milioni” di ludopatici. In merito al fenomeno delle patologie da dipendenze e in uno spirito di estrema collaborazione, colgo l’occasione per rilanciare l’idea di approfondire la materia nell’ambito di un pubblico confronto che potrebbe aiutare a comprendere meglio un sistema nel quale le semplificazioni allontanano gli obiettivi principali, quelli cioè di sostenere e favorire lo sviluppo sociale ed economico del nostro territorio e aiutare i più bisognosi”.
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