la provincia di Brindisi fa i danni causati da queste avversità atmosferiche al comparto agricolo. Innanzitutto, c’è da dire che il maltempo ha colpito, com’è ormai sua abitudine, il territorio a macchia di leopardo. Questa volta i danni maggiori si sono registrati a Francavilla Fontana e a Mesagne. Danni strutturali si sono verificati alle colture invernali, come ad esempio l’olivo, e stagionali, come le colture orticole, dalle rape alle cicorie, che sono andate sott’acqua e, quindi, distrutte. Danni anche alle serre, ai capannoni e agli impianti viticoli. I tecnici di Coldiretti, in queste ore, stanno monitorando, l’intero territorio della provincia per quantificare i danni. Davanti a questi eventi gli agricoltori non hanno più il sorriso sulla bocca. Oggi, infatti, sono molto preoccupati. “Siamo davanti a una visione meno catastrofica dello scorso anno, ma in ogni modo ugualmente critica”, ha esordito Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Coldiretti Brindisi che, amaramente, ha constatato che il maltempo oltre a danneggiare i vigneti ha divelto gran parte dei nuovi impianti di olivi per far fronte all’avanzata della xylella. “Vedere alberi di dimensioni notevoli sradicati e le campagne coperte da un manto di olive è avvilente. E’ un disastro naturale – ha continuato il presidente - che ha colpito principalmente Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne, Ceglie Messapica, per cui i nostri uffici si sono immediatamente attivati per le verifiche in campo. Con una mappatura completa, chiederemo all’assessorato regionale all’Agricoltura di attivare le procedure per l’accertamento del danno di inusitata gravità e richiedere lo stato di calamità naturale, sburocratizzando il più possibile le procedure per ristorare tempestivamente gli agricoltori”. Eventi atmosferici che, per la verità, non sono più eccezionali poiché sono divenuti sistemici. “E’ così – ha confermato De Miccolis – sono eventi catastrofici per noi che si stanno ripetendo ogni anno distruggendo gli impianti produttivi. Così facendo diventa sempre più difficile riuscire a percepire anche i rimborsi assicurativi che devono avere una franchigia di almeno il 30%. Ecco perché gli eventi che si abbattono a macchia di leopardo stanno mettendo in crisi anche la prassi dei rimborsi assicurativi”. Eppure l’agricoltura ha bisogno di acqua dopo mesi di siccità. “Certo che abbiamo bisogno di acqua per le colture, ma non di bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e finisce attraverso i canali nel mare”. Inoltre, gli agricoltori lamentano anche una certa difficolta per accedere al Fondo di solidarietà nazionale “che deve essere legato al territorio”, ha suggerito il presidente di Coldiretti che denuncia anche una mancanza di liquidità nelle aziende. “Le gravi situazioni debitorie che ne conseguiranno – ha proseguito - necessitano di interventi non riconducibili alle calamità ordinarie bensì a strumenti straordinari che, oltre a dare sollievo economico alle imprese agricole, di cui in alcuni casi non si riconoscono più neppure i confini aziendali per i fiumi di acqua e fango, dovranno prevedere urgenti opere di manutenzione per ripristinare il patrimonio produttivo, ricostruire le strutture aziendali e riprendere l’attività agricola”. Infine, il presidente De Miccolis ha lanciato un appello alle amministrazioni comunali di Francavilla e Mesagne. “Monitorando questi territori – ha precisato – ho notato per strada e nelle campagne tanta spazzatura. Logico che se non ritirata finisce nei canali ostruendoli e causando l’allagamento degli agri”.
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