, che caratterizza i prodotti della filiera agricola anche in provincia di Brindisi, lo è altrettanto poiché la crisi globale si sta caratterizzando commercialmente con il blocco delle vendite dei prodotti locali. Dal comparto florovivaistico a quello frutticolo. A Mesagne, ad esempio, un’azienda florivivaistica ha regalato alle chiese locali una parte dei fiori prodotti. Il resto li ha distrutti poiché la commercializzazione è bloccata. Situazioni che ha fatto scattare diverse speculazioni che Coldiretti ha immediatamente denunciato alle autorità competenti. Emblematico, ad esempio, è il caso della filiera lattiero–caseario dove c’è, purtroppo, chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale per pagare a prezzi stracciati alimenti deperibili come latte, la cui produzione non può essere fermata nelle stalle, “mentre continua ad arrivare,anche in provincia di Brindisi, latte estero per fare prodotti lattiero–caseari da spacciare per Made in Puglia”, ha denunciato Coldiretti Brindisi che ha bollato tale situazione come “una manovra vergognosa di chi, violando anche il principio base della solidarietà nazionale nei momenti di crisi, tenta di riempirsi le tasche approfittando delle difficoltà del Paese”. La Coldiretti, quindi, ha provveduto ad allertare le autorità competenti avvertendole di questi comportamenti e lanciando delle campagne social e media, chiamando il mondo agricolo e la cittadinanza alla mobilitazione. “Purtroppo questa tremenda crisi non risparmia nessuno, anche olio e vino, così come un po' tutte le produzioni, vivono momenti di estrema difficoltà, con la profonda crisi del mercato horeca ed un mercato estero ormai anch’esso in balia della pandemia”, ha sottolineato Coldiretti che sta assistendo a contrazioni sino al 100% a causa della chiusura di bar, ristoranti, alberghi ed agriturismi.Inoltre, con la primavera inizia un periodo determinante alla lotta alla Xylella con il monitoraggio del vettore e l’adempimento alle buone pratiche agricole con le lavorazioni meccaniche del terreno. Pratiche agronomiche che bisogna attuare quanto prima anche in provincia dove si registrano diversi essiccamenti di alberi. Nel frattempo, la Coldiretti Brindisi ha chiesto al governo regionale di concedere alle imprese agricole di tutti i comparti “un anticipo forfettario del carburante ad accisa agevolata, pari almeno al 50% del quantitativo dell’anno precedente. Abbiamo provveduto a sottoscrivere anche l’accordo quadro per la fruizione della cassa integrazione in deroga.E’, inoltre, fondamentale che la Regione provveda allo sblocco della posizioni pendenti per il contributo biologico ed integrato per le annualità 2018 e 2019, oltre ad erogare il prima possibile l’annualità 2020. La liquidità oggi è la chiave per salvare le nostre aziende e non ci possiamo permettere di vedere sottratte per sottigliezze burocratiche risorse oggi vitali per la sopravvivenza delle imprese”. Inoltre, l’organizzazione di cattegoria, oltre ad aver richiesto delle misure straordinarie di impulso economico e di supporto del settore, ha esposto “la necessità e l’urgenza di uno sblocco immediato di tutti i pagamenti di aiuti nazionali e Ue di settore (Pac, Psr,Pns), cosi come la possibilità di impiegare anticipatamente le risorse previste per le annualità successive”. Infine, il presidente Coldiretti Brindisi, De Miccolis Angelini, ha messo in evidenza quanto sia oggi fondamentale agevolare gli acquisti dei prodotti ad indicazione geografca protetta “con particolare attenzione al canale horeca mediante la possibilità di beneficiare di crediti a tasso zero, della durata 3/6 mesi, coperti da garanzia pubblica”.
Il comparto agricolo della provincia di Brindisi, al pari del resto del Paese, sta soffrendo particolarmente la crisi derivante dalla pandemia del Covid – 19. Un bilancio lo traccia Filippo De Miccolis Angelini, presidente regionale di Coldiretti.
Presidente, l'agricoltura sta soffrendo a causa dell’emergenza sanitaria. Quali sono i settori maggiormente a rischio.
“Possiamo dire che tutta l’agricoltura non si è fermata, ma sta resistendo con forza e coraggio. Purtroppo, però, la crisi si fa sentire forte in tutte le filiere. Alcuni settori hanno rallentato bruscamente, si pensi al settore florovivaistico che ha registrano il crollo degli ordini in media del 70% con punte sino al 100%, con milioni di fiori e piante rimaste invendute. Parliamo di un prodotto estremamente deperibile e delicato, non di prima necessità. In generale abbiamo una contrazione dei consumi che si riflette un po' su tutte le filiere e non mancano le speculazioni. Assistiamo, infatti, a pratiche economiche inammissibili proprio sui generi alimentari di prima necessità come ortaggi, latte, pesce, con insostenibili richieste di riduzione del prezzo pagato ad agricoltori, allevatori e pescatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto per i rifornimenti delle dispense dei pugliesi”.
Le attività colturali stanno risentendo dell'austerità?
“Gli agricoltori continuano a fare il loro mestiere, anche perché la natura fa il suo corso nonostante il virus, le lavorazioni necessarie vanno fatte e non solo in campo, si pensi alle nostre cantine o alle nostre stalle, il tutto con l’incertezza sulla possibilità di vendere il prodotto. In questo clima di incertezza, le nostre aziende continuano a realizzare fasi della trasformazione, potature ed operazioni colturali, ma con nuovi costi ed adempimenti per garantire la sicurezza dei propri lavoratori. Questo settore, così strategico, necessita di essere messo al centro delle misure economiche del Paese: senza agricoltura non si mangia e se non ci saranno interventi specifici per questo settore, il virus farà morire anche tante aziende”.
Com'è la situazione nei nostri agriturismi?
“Non posso che definirla drammatica, sicuramente è uno dei settori più colpiti. Quello che sino ad oggi è stato un settore trainante ed una vetrina a livello internazionale per il Made in Puglia, vive oggi una crisi senza precedenti. Marzo ed aprile sono ormai totalmente cancellati, con la certezza che la Pasqua non sarà quella cui siamo abituati, con i nostri agriturismi pieni di avventori, segnando l’inizio della stagione turistica. Ormai anche i mesi tardo primaverili, come quelli estivi, vedono arrivare una pioggia di cancellazioni, facendo sorgere una cupa ombra sul futuro di questo settore e per il quale chiediamo interventi straordinari di supporto per le imprese e per i lavoratori, anch’essi duramente colpiti da questa crisi. Inoltre, - ha continuato il presidente - per molte aziende agrituristiche l’accesso del pubblico e dei turisti costituiva il principale canale di vendita dei propri prodotti agricoli: queste aziende si sono viste all’improvviso chiudere tutte le fonti di reddito, spesso però con l’onere di mantenere elevati costi fissi e costi finanziari”.
Possiamo azzardare a quanto ammonteranno i danni di comparto.
“E’ presto per tirare somme, ma le percentuali relative alle perdite saranno gravose. Dobbiamo oggi concentrare i nostri sforzi per far sì che le imprese non si sentano abbandonate, che possano intravedere un futuro per ripartire. Deve essere questa l’occasione per eliminare tanta burocrazia che sino ad oggi è stata una dei maggiori freni alla nostra economia e che in una situazione emergenziale è inammissibile”.
Come si sta muovendo la Coldiretti provinciale per aiutare i suoi agricoltori?
“Stiamo portando avanti un costante lavoro di informazione sia sulle questioni sanitarie che sui provvedimenti legislativi ed economici legati a questa pandemia, dando indicazioni su quelle che sono le misure previste per il settore agricolo nel decreto Cura Italia e sulle modalità operative.