e concesso la detenzione domiciliare al fratello Damiano a seguito dell’arresto avvenuto il 21 luglio scorso perché “ritenuti responsabili di aver compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di un ex familiare, decesso comunque del malcapitato che non si verificava solo per cause indipendenti dalla loro volontà”. E’ rimasto in carcere Antonio Depunzio. I congiunti Bello sono difesi dagli avvocati Davide De Giuseppe e Giancarlo Camassa. Dunque, il tribunale del riesame di Lecce, composto da Stefano Sernia, presidente, e da Francesca Mariano e Bianca Maria Todaro, giudici, ha disposto la scarcerazione di Serena Bella accogliendo la tesi della donna che si è detta estranea ai fatti accaduti. Al contrario ha disposto il beneficio degli arresti domiciliari a Damiano Bello da tenersi nell’abitazione di sua residenza e non prima di essersi sottoposto all’applicazione del braccialetto elettronico. Ancora da chiarire l’intera vicenda che ha portato al ferimento di Davide Volpe, 37enne, già marito di Serena Bello. All’origine del raid punitivo, in cui la donna è risultata estranea, ci sarebbero dei dissapori familiari. I tre furono arrestati il 21 luglio scorso dai poliziotti del commissariato di Mesagne e quelli della squadra Mobile di Brindisi poiché ritenuti gli autori del tentato omicidio del Volpe. Il tutto a coronamento di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brindisi. Gli stessi, a vario titolo, erano sati ritenuti responsabili di aver compiuto “atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di un ex familiare, decesso comunque del malcapitato che non si verificava solo per cause indipendenti dalla loro volontà”, aveva spiegato il capo della Mobile. Ciò era stato accertato dalle indagini della polizia nel corso delle quali era stato riscontrato che la genesi del delitto era da attribuire a controversie economiche di natura familiare, in cui i Bello e il Depunzio pianificavano di aggredire la vittima. Infatti, avevano chiesto alla stessa un incontro chiarificatore per i dissidi familiari. Solo che il chiarimento non ci fu poiché il Volpe fu accoltellato e colpito con calci e pugni. L'esito della capillare attività investigativa, in ragione dei gravi e concordanti indizi di colpevolezza raccolti nel corso delle indagini, consentiva agli inquirenti di valutare l'emissione della misura cautelare: ai domiciliari per Serena Bello e in carcere per Damiano Bello e Antonio De Punzio. L’episodio si era verificato il 20 febbraio scorso a Mesagne quando il Volpe era giunto presso il Pta di Mesagne con alcune ferite di arma da taglio. I sanitari dopo averle suturate lo avevano trasferito d’urgenza presso l’ospedale di Brindisi dove, nella notte, fu sottoposto a intervento chirurgico. L’uomo disse agli investigatori di essere stato accoltellato da uno sconosciuto nel centro storico. Solo che nel luogo indicato non furono trovate tracce di sangue che potessero confermare l’agguato. Infine, ieri la scarcerazione di Serena Bello, ritenuta estranea ai fatti, e l’attenuazione del provvedimento cautelare per il fratello Damiano.
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