Il ritorno della salma di Carlo Giannini a Mesagne bloccato dal Giubileo della Regina Elisabetta

Giugno 02, 2022 2023

Sembra essere giunta all’epilogo la tragica storia dell’omicidio del mesagnese Carlo Giannini avvenuta a Sheffield, nel South Yorkshire, lo scorso 12 maggio. La salma con i resti mortali del giovane 34enne è già arrivata a Londra e da lì raggiungerà l’Italia e, finalmente, la sua Mesagne dove gli sarà data degna sepoltura. Ad attenderlo sono i familiari e i tanti amici che Carlo aveva non solo nella sua città natia. Purtroppo i tempi di arrivo della salma sono ancora incerti e legati al Giubileo di platino della Regina Elisabetta che si svolgeranno dal 2 al 5 giugno in cui la Gran Bretagna si ferma paralizzando del tutto l’iter burocratico. Perciò l’arrivo è previsto per la prossima settimana. Sul fronte delle indagini non ci sono novità.

Nelle ore successive all’omicidio la polizia di Sheffield ha arrestato un ragazzo di 17 anni e uno di 18, rilasciati poco dopo a seguito del pagamento della cauzione. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che va cercato il movente della sua morte. Potrebbe essersi trattata di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco oppure, cosa ancora più inquietante, Carlo si è recato nel parco per incontrare, inconsapevolmente, qualcuno.

Non si conoscono al momento le dichiarazioni fatte dai due arrestati alla polizia. Tuttavia, se i due fermati sono stati rimessi in libertà significa che gli investigatori, probabilmente, non hanno in mano prove schiaccianti della loro colpevolezza. Sarà stato, forse, questo il motivo che alcuni giorni fa la polizia ha richiesto l’aiuto di potenziali testimoni. Le indagini sono seguite dall’investigatore Becky Hodgman che, sulla vicenda, ha spiegato: “È essenziale creare un quadro chiaro dell'attività all'interno e intorno al parco riguardante la notte dell'11 maggio e nelle prime ore del 12 maggio. Stiamo cercando di parlare con coloro che sono stati ripresi nelle immagini poiché sono dei potenziali testimoni del crimine”.

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Ultima modifica il Giovedì, 02 Giugno 2022 20:30