Inaugurate le “Officine ipogee” di Mesagne nel nome di Armèl Dabrè In evidenza
Inaugurate le “Officine ipogee” di Mesagne nel nome di Armèl Dabrè, di 35 anni del Burkina Faso, deceduto giovedì scorso mentre svolgeva il suo lavoro di manutentore nella centrale del Mercure di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, azienda nazionale produttrice di energia elettrica da biomassa. All’inaugurazione di “Officine ipogee” era presente anche il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e il consigliere comunale con delega alle politiche giovanili, Vincenzo Sicilia.
Hanno voluto partecipare anche il fratello di Armel, Fabrice, che nei giorni scorsi è stato in Calabria per svolgere alcuni atti amministrativi legati alla morte del congiunto. Presenti anche Doulla e Sissoko, entrambi coinquilini per 12 lunghi anni di Armèl in un’abitazione ubicata a Mesagne in via Paduano. Con loro Gino Stasi l’educatore che ha seguito Armèl per diversi anni affinché si integrasse, come poi è stato, nella comunità locale. Intanto, questa mattina presso l’obitorio di Castrovillari sarà eseguita l’autopsia sul corpo del giovane 35enne. Sarà presente il fratello Fabrice con un team di legali che curano gli interessi legali degli extracomunitari. Quando la salma sarà consegnata ai familiari verrà trasferita, per volontà dei genitori di Armèl, nel Burkina Faso dove sarà tumulata. “Mesagne da sempre è un punto di accoglienza per ragazzi migranti che sono stati nei lager libici e che hanno attraversato il Mediterraneo sulle carrette di mare”, ha spiegato l’educatore, Gino Stasi, che sta seguendo ora per ora la tragica vicenda di Armèl”. Stasi ha, quindi, proseguito: “Vorremmo che su questa morte non calasse il silenzio. Lo dobbiamo ad Armèl che era stato accolto molto bene dalla comunità mesagnese nella quale si era integrato subito.
Una morte sul lavoro che mai deve essere dimenticata per fare in modo che ci siano più controlli e più prevenzione sul lavoro”. Al termine della serata gli educatori di “Officine Ipogee” hanno proposto al sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, di dedicare ad Armèl un albero presente nella villa comunale affinché possa restare nelle coscienze di chi li discrimina per il colore della pelle. “I nostri padri molti furono come Armèl”, hanno concluso gli organizzatori. Il giovane 35enne del Burkina Faso lavorava con un contratto a termine e, pare, che quello di giovedì fosse anche l'ultimo giorno di lavoro, alle dipendenze di una ditta pugliese impegnata nella riqualificazione dell'impianto e nello smantellamento di un gruppo ormai dismesso. Da quanto si è potuto apprendere Armèl, per cause ancora in fase di accertamento da parte degli organi inquirenti, sarebbe precipitato da un ponteggio, anche se non è ancora chiaro se per una distrazione o per un malore improvviso, cadendo su un nastro trasportatore e morendo sul colpo.
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