La querelle tra Rete Ferrovie Italia e comune di Mesagne è finita in parità
Se fosse un incontro di calcio diremmo che è finita in parità la partita che da decenni si sta giocando tra il comune di Mesagne e Rete ferrovia Italia Spa. Oggetto della disputa sono due dei passaggi a livello urbani, quelli che collegano i rioni Gutti e S. rosa con la città, che secondo Rfi Spa dovrebbero essere chiusi per motivi di sicurezza, e pertanto nei lustri precedenti sono stati realizzati due cavalcaferrovia alternativi. Esiste, infatti, un Piano nazionale scaturito da ragioni di sicurezza per la chiusura dei passaggi a livello in tutte le città italiane, rispetto al quale è prevista anche la chiusura dei passaggi a livello che ricadono nel territorio di Mesagne. Così, mentre nel 2017 il Comune ha sborsato 180 mila euro per non soccombere nel giudizio legale e ha dovuto mettere a norma il cavalcaferrovia adiacente il cimitero oggi ha vinto la vertenza legale contro Rfi Spa e i due passaggi a livello resteranno aperti. Si tratta dei passaggi a livello di via Maroncelli e di via Damiano Chiesa per i quali il giudice del tribunale civile di Brindisi ha dichiarato il “difetto di giurisdizione del giudice ordinario in favore del giudice amministrativo”.
Pertanto il tribunale ha condannato la società Rete Ferroviaria Italiana Spa al pagamento delle spese di lite in favore del comune di Mesagne per 27.803 euro mettendo la parola fine a una querelle legale che andava avanti fin dal lontano 1986. Accese e vibranti erano state nei decenni precedenti le polemiche scoppiate tra i residenti dei due rioni e le Amministrazioni comunali che si erano succedute a palazzo dei Celestini. Tuttavia, profetiche furono le parole dell’allora sindaco, Mario Sconosciuto, che nel 2005 aveva assicurato i residenti dicendo: “Non ci sarà nessuna chiusura dei passaggi a livello sino a quando non verranno identificate soluzioni condivise e partecipate”. Peraltro in questi anni di querelle i rapporti tra i due enti non sono stati del tutto idilliaci. Con il nuovo assetto professionale dell’ufficio Legale del Comune, diretto dall’avvocatessa Luana Nacci, è stata tentata una nuova strategia di difesa: “Il difetto di giurisdizione del giudice ordinario a favore del giudice amministrativo”. Ed è stata la carta vincente poiché il tribunale ha riconosciuto la fondatezza legale avanzata dal comune di Mesagne e ha condannato Rfi Spa al pagamento delle spese legali.
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