Iniziata la nuova campagna olearia con - 30% di prodotto In evidenza
Poca produzione, ma con una qualità eccellente: così si presenta l’annata olivicola 2023/2024, che ha preso avvio già da qualche giorno in provincia di Brindisi, con un calo produttivo che si stima in circa il 30%. Quasi azzerata la produzione a sud della provincia mentre nei territori a nord si continua a combattere contro la xylella. L’apertura della nuova campagna è stata anticipata di una quindicina di giorni confronto alle stagioni precedenti. Purtroppo da circa dieci anni, dal 2013 con la sua prima comparsa, il batterio della xylella Fastidiosa ha avuto un impatto letteralmente devastante, non solo su questo comparto, ma sull’intero ecosistema agricolo della regione Puglia.
“Le piante colpite – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Giovanni Ripa - si stima possano essere state più di 20 milioni in tutto il territorio Salentino. Il batterio è responsabile della diffusione della malattia conosciuta come il “complesso del disseccamento rapido dell’olivo” (CoDiRO), ed ha la capacità di essere facilmente trasportato da molteplici vettori tra i quali il più noto è la sputacchina media”. La diffusione di questa malattia non ha avuto solo un effetto devastante sulla produzione complessiva di olio (-40%), ma anche sull’ambiente, sul paesaggio e sull’intero indotto turistico, date le tetre parvenze dei campi. “Il contagio, partito dalla provincia di Lecce, ad oggi ha invaso la provincia di Brindisi, che rientra nella zona infetta, ha raggiunto il tarantino e dal 2018 ha superato minacciosamente i confini della provincia di Bari”. Nonostante questo flagello gli olivicoltori non demordono. “Certamente – ha confermato il presidente – per quanto riguarda la qualità la presente annata può essere reputata ottima, data l’assenza, rispetto agli scorsi anni, della mosca delle olive. Questo può essere ricondotto alle alte temperature che si sono registrate a partire dalla fine del mese di luglio, che hanno garantito il non proliferarsi delle infestazioni di tale insetto”.
Il buon prodotto, quindi, fa sperare in una buona commercializzazione. “In generale – ha tenuto a spiegare Ripa - l’intero mercato nazionale è in forte ripresa, grazie anche al fatto che i nostri competitor hanno un forte calo di produzione. Un esempio ne è la Spagna, ma anche il resto del Mediterraneo, in particolare la Tunisia, dove le condizioni climatiche avverse hanno prima condizionato negativamente il processo di allegagione della drupa e poi sono state seguite da forte siccità”. Intanto, anche per il settore olivicolo Coldiretti Brindisi sta per istituire un tavolo provinciale di consultazione al fine di mettere a punto tutte le problematiche del settore e le relative azioni da intraprendere elaborando delle proposte da sottoporre al tavolo olivicolo regionale di Coldiretti. “I nostri sforzi maggiori sono sul contenimento della diffusione della xylella, nonostante le note difficoltà, che hanno incluso misure di quarantena, come l’abbattimento degli alberi infetti, l’obbligo di attuazione delle buone pratiche agricole e la promozione di varietà resistenti alla malattia. Ad oggi, le cultivar di olivo selezionate in quanto resistenti agli attacchi del batterio sono il Leccino e FS-17 (Favolosa) e, da poco tempo, si ripone speranza anche in una terza varietà (da mensa), ovvero la Sant’Agos?no”. Pertanto, alla luce di queste nuove pratiche si può affermare che in Provincia la produzione della campagna olivicola di quest’anno risulta essere soddisfacente. “Questo lo si deve alla buona allegagione e alle precipitazioni abbondanti che hanno caratterizzato la fase di prefioritura, in cui le piante hanno giovato di idonee condizioni vegeto-produttive, consentendo anche un migliore sviluppo della drupa”, ha sottolineato il presidente -. Ciò nonostante, la produzione subirà una riduzione di circa il 25-30%, proprio a causa della presenza del batterio nei nostri areali di produzione. In par?colare, la fascia più a sud, ovvero quella confinante con la provincia di Lecce, risulta essere molto più compromessa, mentre nella fascia più a nord, dove la raccolta è iniziata da oltre dieci giorni, ci sono buone possibilità che il prodotto sia quantitativamente maggiore data il minor numero di alberi colpiti da xylella fastidiosa”.
Moderata soddisfazione è espressa anche dal produttore Vincenzo Iaia di Ostuni: “Complice anche la scarsa pressione della dacus (volgarmente detta mosca delle olive), il risultato che si prospetta è entusiasmante: olio in quantità, di qualità eccellente e quotazioni del mercato in forte ascesa ascriveranno la campagna olearia 2023 fra le più significative dell’ultimo decennio”. Purtroppo resta immutato “il problema del patogeno, la cui avanzata, seppur rallentata, non si ferma: il più grande rischio per la nostra area, nota proprio per essere la “piana degli ulivi monumentali” è quello di perdere il principale elemento identitario, non solo dal punto di vista visivo, ma anche culturale. Il paesaggio rurale è infatti un paesaggio culturale quando natura e lavoro dell’uomo si completano e si esaltano a vicenda: ogni tentativo va fatto per cercare una soluzione a questa enorme piaga”, ha concluso Iaia.
Per gli olivicoltori anche la campagna 2023-2024 non sarà facile a causa della crisi che la xylella ha aperto in questo primario comparto produttivo. Ne abbiamo parlato con il produttore olivicolo Filippo De Miccolis Angelini, con azienda agricola in territorio di Fasano.
De Miccolis, ormai è certo che sul buono andamento della raccolta olivicola incide il clima.
“E’ Vero. Quest'anno hanno avuto un ruolo fondamentale le condizioni climatiche avverse, che ormai non sono più l'eccezione, ma la regola. Infatti, siccità, incendi, alluvioni hanno colpito duramente l'intera Europa creando una scarsità di olio extravergine senza precedenti”.
Ecco perché la campagna olivicola si è aperta con largo anticipo.
“La zona di Fasano è in piena campagna di raccolta, anzi quest'anno abbiamo ulteriormente anticipato l'inizio per alzare l'asticella della qualità, per produrre un raccolto che promette acidità bassissima, eccellenti fruttati e buona quantità”.
In ogni modo le difficoltà legate alla siccità sono state mitigate.
“Fortunatamente le piogge provvidenziali di settembre ci hanno permesso di raccogliere oggi un ottimo prodotto, senza di esse sarebbe stata un’altra raccolta: ma l'acqua e le strategie legate all'irrigazione avranno un ruolo fondamentale per il futuro dell'olivicoltura, soprattutto per i territori che vivono la sfida della rigenerazione olivicola post xylella”.
Intanto si combatte per non perdere gli ulivi secolari, diversamente sarebbe un grave danno anche in termini di produzione e sostenibilità.
“Gli olivi secolari oltre ad essere identitari per il nostro territorio, riescono con il loro apparato radicale imponente a resistere con grande efficacia alla siccità, a differenza delle moderne colture superintensive”.
In questi giorni i consumatori si sono accorti che il prezzo dell’olio negli scaffali dei market è iniziato a salire.
“Da sempre siamo impegnati come azienda a diffondere la cultura legata all'olio extravergine di oliva, un prodotto che per caratteristiche chimico fisiche è unico al mondo, ma che troppo spesso vede i produttori di questa eccellenza come la parte più debole della filiera, in balia di prezzi di mercato altalenanti, al di sotto dei costi di produzione, legati alle speculazioni e mai alla qualità, con un prezzo dell'olio che viene determinato principalmente dall'olio raffinato e non in base alle caratteristiche organolettiche”.
Allora che strategia può usare il consumatore finale per garantirsi l’acquisto di un buon olio al giusto prezzo?
“È fondamentale che il consumatore sia informato ed educato a saper riconoscere la qualità, incentivando, in un territorio come il nostro che produce oltre il 50% dell'olio nazionale, l'acquisto direttamente dai produttori, accorciando la filiera e legando fortemente questa meravigliosa risorsa enogastronomica al turismo, divenendo anche fattore per la destagionalizzazione nel periodo autunnale”.
E poi cosa resta da fare?
“È importante la permanenza degli agricoltori nelle aree rurali ed uno sviluppo del territorio che sia capace di innovare mantenendo la bellezza dei nostri uliveti secolari, che sono il vero biglietto da visita per tutta l'olivicoltura pugliese e non solo brindisina. Anche se la xylella avanza facendo sparire nel silenzio pezzi di un’agricoltura millenaria ed ogni raccolta la si vive con il timore che possa essere l’ultima”.
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