Mesagne. Denunciato indigente che aveva occupato casa del custode comunale In evidenza

Agosto 11, 2015 3221

scuola-carducciMomenti di tensione si sono vissuti ieri mattina a Mesagne

a causa dell’occupazione abusiva di un’abitazione pericolante da parte di una famiglia con a carico due figli minori. Si tratta dell’immobile utilizzato per ospitare la famiglia del custode della scuola di primo grado “Giosuè Carducci”, ubicata lungo la centralissima via Marconi. Sul posto sono giunti gli assistenti sociali e i tecnici del Comune che hanno tessuto con il capofamiglia una discussione al termine della quale l’abitazione è stata sgombrata e la famiglia ricoverata presso la Casa del pellegrino della Misericordia. Il capofamiglia è stato dnunciato alla magistratura per occupazione abusiva di immobile pubblico. Solo alcuni giorni fa un altro indigente aveva tentato il suicidio salendo sul tetto del municipio poco prima dell’inizio dei lavori del Consiglio comunale. Atti che, nella loro drammaticità, denotano una certa difficoltà economica con un impoverimento sociale cavalcante. Ne sanno qualcosa l’Auser e la Caritas impegnati giornalmente a fornire alimenti a famiglie che fino a qualche anno fa appartenevano alla classe media della popolazione. L’episodio si è verificato ieri mattina quando in Comune è giunta una telefonata che avvisava che l’abitazione dell’ex custode della scuola elementare “Carducci” era abitata da un nucleo familiare. Subito sono partiti gli accertamenti per verificare chi avesse potuto dare una qualunque autorizzazione alla famiglia di ricoverarsi in un immobile che è inagibile e in attesa di fondi per la ristrutturazione. Il sindaco Pompeo Molfetta ha inviato i tecnici sul posto per accertarsi della veridicità della segnalazione. In effetti, giunti nel plesso scolastico hanno verificato che all’interno dell’immobile, a servizio del custode, c’era una famiglia composta da padre, madre e due figli minori che non avendo dove andare si erano rifugiati in quell’abitazione e non avevano nessuna intenzione di andare via. Il capofamiglia era persona nota agli assistenti sociali perché nel recente passato aveva usufruito da parte del Comune di una borsa lavoro temporale svolgendo lavori socialmente utili. I quattro si sono chiusi in casa respingendo qualsiasi invito a uscire dall’abitazione che ha bisogno di una ristrutturazione, dopo che l’ultimo custode l’ha lasciata da alcuni mesi. Nella scuola sono giunti gli assistenti sociali che hanno iniziato a tessere con l’uomo una lunga trattativa per far uscire gli abusivi. Nel frattempo è stato avvisato il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Brindisi di ciò che stava accadendo. Solo dopo che gli assistenti sociali hanno promesso il ricovero presso un altro immobile comunale i quattro sono usciti e sono stati accompagnati presso la Casa del pellegrino, dove gli è stata messa a disposizione una stanza. La povertà sociale è divenuta a Mesagne un argomento con cui gli amministratori e i politici locali devono fare i conti, anche nella redazione dei bilanci o nell’imposizione di tasse. Il pericolo di un’emergenza sociale, infatti, è dietro l’angolo.